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Google Marketing Livestream 2021: le novità che devi conoscere

Le tendenze marketing e le novità annunciate da Google per il 2021

Il 27 maggio durante il Google Marketing Livestream 2021 sono state presentate le ultime innovazioni Google in materia di privacy, misurazione, automazione, advertising e analytics. 

Di seguito vi elencheremo le principali novità riguardanti il futuro dei prodotti e dell’ecosistema pubblicitario Google e le soluzioni introdotte per la tutela della privacy degli utenti. 

Advertising

Una delle funzioni più interessanti è la Customer match, un servizio che consente agli inserzionisti di usare i propri dati di prima parte online e offline per raggiungere e coinvolgere nuovamente i clienti su Search, sulla scheda Shopping, Gmail e YouTube. Utilizzando le informazioni che i clienti hanno volontariamente condiviso con l’inserzionista, Customer Match mostrerà gli annunci a quegli stessi clienti o ad altri come loro.

La pagina Insights è stata aggiornata e ora può mostrare dei suggerimenti su misura per l’attività dell’inserzionista in modo tale che possa verificare se è al passo con la domanda di prodotti o servizi di tendenza. All’interno della stessa pagina è stato poi aggiunto Demand Forecasts che è in grado di rilevare come i comportamenti di ricerca potrebbero cambiare nei successivi 90 giorni.

Hotel Ads 

Sono stati lanciati 3 prodotti inediti appartenenti alla categoria degli Hotel Ads che compariranno quando un utente cercherà un hotel su Search o Maps. In particolare queste inserzioni compariranno all’interno del modulo di prenotazione nel quale verranno mostrate foto, servizi, prezzi e il collegamento per prenotare l’hotel. Si tratta delle Hotel booking extensions che aiuteranno i gestori delle strutture a sviluppare la propria campagna marketing in modo più preciso e oculato, le Vacation rentals per la pagina dei risultati Hotel per una data destinazione e del potenziamento del bidding per le commissioni per soggiorno che renderà più semplice l’individuazione di clienti qualificati a costi inferiori.

Campagne Local

Per quanto riguarda le campagne local sono stati introdotti gli annunci Auto Suggest che mostrano l’ubicazione di un marchio nelle vicinanze agli utenti che cercano un’attività, i Navigational Ads che promuovono in maniera sicura un business mentre le persone navigano su Google Maps, e Similar Places Ads che consentono alle aziende di condividere e mostrare la posizione dei propri negozi agli utenti di Maps. La funzione Local Inventory Ads invece consentirà agli inserzionisti di mostrare informazioni sui propri prodotti e negozi ai consumatori vicini che cercano su Google.

Google Ads

Per quanto riguarda Google Ads, sono state aggiunte le campagne Performance Max che sfruttano l’automazione per fornire un’ampia gamma di obiettivi di marketing a tutti gli inserzionisti. Inoltre, sono stati introdotti i Product feed che collegati al Google Merchant Center permettono agli inserzionisti di sfruttare i propri cataloghi di prodotto per creare un maggior numero di annunci dinamici. Infine Google ha deciso di espandere ROAS Target in modo che funzioni su ancora più canali Google, tra cui annunci Discovery e campagne video per azione. TROAS (Target Return on Ad Spend) è una strategia di bidding automatizzata value-based che aiuta gli inserzionisti a ottenere più conversioni o ricavi a un return on ad spend (ROAS) fissato. Grazie a questo aggiornamento, le offerte saranno ottimizzate automaticamente in tempo asta permettendo agli inserzionisti di personalizzare le offerte per ogni asta e massimizzare le entrate.

GA4

Google Analytics 4 raggrupperà più report in workspaces. Il workspace dedicato all’advertising avrà una propria sezione all’interno dell’interfaccia di GA4 e al suo interno ci sarà la sezione “Attribution” che sarà composta da:

  • Conversion Path: avrà una nuova modalità di assegnazione del credito basata sul multitouch attribution model.
  • Model Comparison: permetterà di valutare la resa delle campagne confrontando i modelli di attribuzione a disposizione.

Sarà inoltre possibile customizzare l’interfaccia di reporting di GA4 e adattarlo alle necessità di analisi e nella sezione “librerie” sarà possibile creare dei report interface, denominati template, per singolo utente e/o gruppo di utenti.

E tu, cosa ne pensi di queste novità? Vorresti aumentare la tua visibilità online? 

CONTATTACI! Ti aiuteremo a creare la strategia di marketing più adatta alle tue esigenze e a massimizzare i tuoi risultati! 

Digital marketing turistico: gli strumenti per una strategia di successo

Perché è sempre più importante investire in digital marketing? Come può trarne beneficio il settore del turismo?

Per chiunque operi nel settore del turismo, avere un sito web di qualità è fondamentale per fidelizzare e acquisire nuovi clienti. Ma questo non è più sufficiente. Infatti é necessario definire una precisa strategia di presenza online, stabilire gli obiettivi da raggiungere, i canali da presidiare e le azioni da mettere in atto per incrementare e massimizzare i propri risultati.

In questo articolo, ti forniremo tutti i consigli per migliorare la tua presenza online.

Migliorare la User Experience del sito web

Il primo punto su cui devi focalizzarti è il miglioramento del tuo sito web. Oggi gli utenti quando hanno bisogno di informazioni o di supporto su un prodotto o un servizio, si rivolgono alle pagine aziendali social dei brand e si informano sempre prima di viaggiare, leggendo recensioni ed esperienze riportate da altri turisti. Per questa ragione, è fondamentale lavorare sulla qualità dei prodotti o servizi offerti e ottimizzare la customer experience per creare le condizioni necessarie alla diffusione di un passaparola positivo sul brand. Per garantire una navigazione di qualità, il sito deve essere user-friendly e responsive per consentire agli utenti di effettuare prenotazioni senza difficoltà. Il caricamento delle pagine dev’essere veloce e non devono essere presenti pubblicità invadenti. Inoltre, il sito deve rispettare i requisiti di accessibilità che lo rendano fruibile anche da coloro che hanno disabilità visive, uditive o motorie.

Creare contenuti coinvolgenti e rilevanti

Oltre alle funzionalità, il sito deve anche essere accattivante e in grado di comunicare in maniera coinvolgente la propria struttura o i propri servizi, che si tratti di un hotel, di un museo o di un luogo, il sito deve essere costruito in modo tale da mostrare e fornire agli utenti tutti i contenuti essenziali per poter fare una scelta. Non solo i contenuti testuali ma anche quelli multimediali possono fare la differenza se sono di qualità e, ovviamente, se corrispondono ai servizi effettivamente forniti dall’azienda. Inoltre, l’utilizzo della tecnologia video 360° e della realtà virtuale può aiutare a far conoscere l’interno delle proprie strutture e attirare nuovi clienti.

Migliorare la propria immagine e reputazione online

Per rendere il sito visibile agli utenti che cercano i prodotti o i servizi su Google è necessario mettere in atto una strategia SEO. Infatti, creare contenuti rilevanti e ottimizzati sulla base dei bisogni e delle ricerche degli utenti online è fondamentale per poter apparire nei primi risultati della SERP di Google. Inoltre, per promuovere la tua attività potresti prendere in considerazione la possibilità di far uso delle diverse forme di pubblicità online, come Google o Facebook Ads, o l’inserzione di banner all’interno di altri siti. Un altro mezzo di promozione che potrebbe essere molto utile è l’email marketing. Attraverso l’invio di email in maniera automatica e personalizzata puoi colpire un target specifico e assecondare le diverse esigenze o preferenze della tua audience. Grazie a questo strumento, è inoltre possibile promuovere l’engagement sulle pagine dei social network aziendali, inserendo nel footer della newsletter i bottoni di rimando alle pagine social dell’azienda ed evidenziare i post più popolari. In questo modo si implementeranno le attività di content marketing dando maggiore visibilità all’attività e coinvolgendo gli utenti. Dunque, riservare un’attenzione strategica ai canali social è fondamentale per far conoscere un’attività o una struttura e migliorare la brand reputation.

Personalizzazione e assistenza al cliente

Nel perseguire l’obiettivo di potenziare le relazioni con i clienti, è importante avere un servizio di assistenza clienti online efficiente e quindi rispondere e assistere rapidamente, fornire consigli su prodotti o servizi, dimostrare efficienza e attenzione nei confronti dell’utente.

Dunque, le attività di digital marketing turistico rappresentano un supporto prezioso, dal monitoraggio in tempo reale degli investimenti pubblicitari effettuati alla personalizzazione della customer experience. 

Se anche tu vuoi implementare la tua strategia di digital marketing turistico, contattaci! Ti seguiremo nella creazione di una strategia volta a promuovere la tua attività turistica online.

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SEO: le tecnologie emergenti che devi conoscere

Come sta evolvendo la SEO? Quali sono le tecnologie emergenti che dovresti conoscere? 

La SEO è un settore dinamico poiché il comportamento degli utenti, le ricerche e gli algoritmi di ricerca sono in continua evoluzione. Ciò che ha funzionato alcune settimane fa potrebbe non funzionare di nuovo in questo momento quindi per stare al passo con la domanda e portare il tuo business al successo, è fondamentale conoscere quali sono le ultime tendenze. 

 

In questo articolo, condivideremo con te sette tecnologie emergenti della SEO e ti indicheremo come applicarle nella tua attività per ottenere risultati ottimali.

1. Elaborazione del linguaggio naturale (PNL)

A dicembre 2019, Google ha lanciato ufficialmente l’aggiornamento dell’algoritmo Bidirectional Encoder Representations from Transformers (BERT) in tutto il mondo. Questo aggiornamento ha portato in primo piano la PNL e, da allora, è una tecnologia a cui prestare attenzione nella SEO. Con la PNL, Google può capire cosa significa una parola in una frase semplicemente osservandone il contesto. Ciò significa che Google non fa più affidamento su parole o frasi specifiche che gli utenti stanno cercando, ma cerca di capire quale sia l’intento che si nasconde dietro ogni ricerca. Dunque, con BERT l’algoritmo comprende il contesto dietro ogni ricerca e fornisce all’utente le giuste informazioni. Di conseguenza per comparire nei primi risultati della SERP dovresti concentrarti sulla creazione di contenuti di alta qualità che rispondano in modo accurato alle query di ricerca degli utenti. 

2. Natural Language Generation (NLG) per contenuti in forma abbreviata

Con NLG, è possibile produrre frasi significative proprio come nel linguaggio naturale ma con l’ausilio della tecnologia. Se sei un content creator, questo ti aiuterà a concentrarti solo sulla rifinitura del contenuto e renderlo più leggibile. Tuttavia, nonostante ci siano molti casi d’uso per NLG, al momento è meglio utilizzarlo per scrivere contenuti in forma abbreviata come titoli, descrizioni di prodotti, promemoria di riunioni e così via.

3. TF-IDF

TF-IDF è l’acronimo di “Term Frequency Times Inverse Document Frequency“. TF-IDF misura l’importanza di parole chiave confrontandola con la frequenza di quella parola chiave in un ampio insieme di documenti. Sebbene non sia ancora chiaro se Google lo utilizzi nel suo algoritmo, è una buona pratica includerlo nella tua strategia SEO. Prima di applicare TF-IDF, è necessario però creare un contenuto mirato a una determinata parola chiave. Una volta fatto, collega il contenuto a uno strumento TF-IDF. Alcune opzioni consigliate sono strumenti di testo, SEO PowerSuite, Ryte e Surfer SEO. Grazie alla tecnologia e alcune informazioni sulla tua parola chiave, gli strumenti TF-IDF di solito suggeriscono alcune frasi che puoi aggiungere o rimuovere dalle tue pagine. In questo modo renderai il tuo articolo più attinente all’argomento e la tua pagina si posizionerà meglio nelle SERP.

4. GPT-3 per la creazione automatica di contenuti

L’API GPT-3 è stata impostata con un ampio pool di dati che includono: Common Crawl, Wikipedia, libri storici pertinenti e così via. Dunque quando fornisci all’API GPT-3 una richiesta di scrittura, questa cerca di prevedere esattamente cosa verrà dopo in base alle informazioni lette su Internet. Il GPT-3 può esserti utile anche nella stesura di e-mail poiché ti basterà fornire alcuni punti chiave che delineano tutto ciò che vuoi coprire nell’email e lui lo scriverà automaticamente per te. 

5. Test SEO A/B

La maggior parte degli specialisti SEO si concentra maggiormente sui test A/B degli utenti e meno sui test A/B SEO. Qual è la differenza? Mentre il test degli utenti comporta l’assegnazione casuale degli utenti del tuo sito web a diverse versioni delle tue pagine in base alle prestazioni migliori, nel test SEO A/B, gli utenti sono Googlebot e non utenti finali e in genere viene mostrata la stessa versione della pagina. Per implementare il test A/B SEO puoi includere: tag del titolo, metadescription, h1, pagine AMP, testi di ancoraggio interni, markup dello schema, un nuovo contenuto, e così via. Condurre test A/B SEO come questi ti aiuterà a sapere esattamente cosa funziona bene per la tua attività e cosa no. In questo modo, puoi prendere decisioni più accurate quando ottimizzi le tue pagine per la SEO. Ad esempio, se il tuo traffico è diminuito verso una determinata pagina dopo aver apportato modifiche ad essa durante il test SEO A/B, significa che il test non ha funzionato. In genere dovresti aspettarti di iniziare a vedere i risultati del tuo test SEO A/B non appena Google esegue la scansione della tua pagina. Alcuni strumenti di test A/B SEO che puoi utilizzare a questo scopo includono: Google Tag Manager, Rankscience, Optimizely, ecc. 

6. Ottimizzazione automatizzata dei contenuti sulla pagina

Quando crei un contenuto di lunga durata, controlla le pagine in cima alle SERP, analizza la classifica dei contenuti, scopri i titoli e i sottotitoli specifici che le pagine coprono, identifica gli elementi mancanti nelle pagine e cerca di ottimizzare il tuo contenuto. 

7. Contenuto non testuale

Esempi di contenuto non testuale sono: immagini, info grafiche, grafici, video, clip audio, animazioni, presentazioni, file scaricabili come PDF. Grazie a questi strumenti, puoi rendere le tue landing page più accattivanti e migliorare l’esperienza di navigazione dei tuoi utenti. Quindi, i tuoi lettori trascorreranno più tempo sul tuo sito web e il tuo bounce rate alla fine diminuirà drasticamente.

Hai ancora dei dubbi? Se sì, CONTATTACI SUBITO! Ti aiuteremo a creare la strategia più adatta per far crescere il tuo business e massimizzare i tuoi risultati!

 

Come il digitale ha cambiato la Food Industry

Qual è l’impatto del digital marketing nel settore food?

La Food Industry è stata completamente rivoluzionata dall’avvento del digitale, dal data-driven marketing e dal ruolo dirompente dei social. È sufficiente aprire social network come ad esempio Instagram o portali come TripAdvisor, per rendersi conto di quanto queste piattaforme ci influenzino nella scelta di un ristorante o di un piatto da gustare. Inoltre, si stanno facendo sempre più spazio le prenotazioni online e via app e i servizi di delivery, complice anche l’attuale situazione pandemica che stiamo vivendo che ha accelerato il processo di digitalizzazione delle imprese. È quindi possibile affermare che il settore food non può più prescindere da una Digital Strategy ben strutturata per potersi distinguere dai competitor, far emergere il proprio prodotto o il proprio servizio, costruire un’identità forte e riconoscibile e raggiungere i propri obiettivi di data-driven marketing.

Che cosa si intende per food marketing?

Con l’espressione food marketing si fa riferimento all’insieme delle strategie finalizzate all’ottimizzazione del posizionamento del nuovo prodotto o servizio nel mercato di riferimento, costruire delle relazioni solide con i clienti e aumentare la brand awareness. Il digital marketing quindi, deve intendersi come un supporto alla tua attività, grazie alla quale puoi comunicare il tuo prodotto o il tuo servizio e raggiungere una serie di obiettivi, come ad esempio:

– fidelizzare i tuoi clienti

– raggiungere e acquisire prospect

– creare o rafforzare la tua brand reputation                                              

Quali sono i trend principali del digital marketing nel settore food?

Sono principalmente 5 i trend che si stanno affermando in questo settore:

  1. Sostenibilità e salute

Da diversi anni il sentiment delle persone nei confronti del cibo è cambiato e di conseguenza anche le strategie dei brand sul fronte della produzione si sono evolute. In particolare, ci sono due macro-argomenti in ascesa: la sostenibilità ambientale e la salute. Sta emergendo la tendenza a prediligere cibi e bevande sane che abbiano un impatto positivo sulla qualità della vita dei singoli e sull’ambiente. Particolare attenzione è riservata anche al packaging, sono in costante aumento le aziende che si impegnano nel sostituire la plastica con materiali biosostenibili.

  1. SEO

Scegliere di non investire in adv e in una buona strategia SEO equivale ad essere invisibili sui motori di ricerca. Secondo Finances Online il 56% del traffico sui siti del comparto Food deriva da ricerche organiche. Per questa ragione, curare l’aspetto SEO risulta essere una delle migliori strategie di marketing dal momento che ti consente di conoscere le parole chiave più ricercate dai tuoi potenziali clienti, di ottimizzare il tuo sito web e comprendere meglio le esigenze del tuo target. 

  1. Centralizzazione dei social network

Stabilire una presenza forte sui Social Network è fondamentale per chi opera nel settore food & beverage. Il social che registra la crescita più imponente è senza dubbio Instagram, poiché basando tutto sulle immagini e sui video risulta nettamente più efficace nell’ambito della Food Industry, grazie soprattutto alla possibilità di fare storytelling. Secondo uno studio dell’Harvard Business Review, il 70% degli utenti preferisce i contenuti “autentici” e “informativi” alla tradizionale pubblicità proveniente direttamente dai brand. Di fondamentale importanza sono anche le recensioni che, soprattutto in ambito food e turismo, risultano essere un potente strumento di marketing.

  1. Targetizzazione e personalizzazione

A chi ci rivolgiamo? Qual è il nostro target? Dove vive, qual è il suo comportamento, quali sono le sue preferenze e i suoi desideri? Riuscire a rispondere a tutte queste domande è possibile grazie al data-driven marketing. Una corretta analisi dei dati, infatti, porta a conoscere meglio il proprio pubblico, quello potenziale e quello reale, e predirne e influenzarne i possibili comportamenti. Ecco perché è essenziale dotarsi dei più avanzati sistemi di analisi e interpretazioni di questi “Big Data”. Solo così ci si può fare un’idea più concreta del pubblico a cui la propria azienda può rivolgersi. Inoltre, grazie all’analisi del cosiddetto “sentiment” è possibile capire ciò che si dice di un brand, di un argomento o di un prodotto, interpretare questi dati nella maniera più coerente e, di conseguenza, prendere decisioni. 

  1. Augmented reality

L’ultimo trend è sicuramente quello della realtà aumentata. Negli ultimi anni si è passati da processi e macchinari “meccanici” all’implementazione di sistemi di AI, Internet of Things, Machine Communication e Machine Learning. Tutto ciò si traduce in riduzione dei costi, aumento di efficienza e miglioramento della qualità

In considerazione di ciò che è stato detto fino ad ora, si può affermare che grazie ad una solida strategia di marketing mix e ad una presenza omnicanale, soprattutto nella fase iniziale di awareness e consolidamento di un’attività, è possibile raggiungere un pubblico più ampio, aumentare le vendite e massimizzare i propri risultati. 

Se hai ancora dei dubbi, CONTATTACI! Analizzeremo il tuo business e ti guideremo nello sviluppo di una STRATEGIA DI DIGITAL MARKETING per raggiungere i tuoi obiettivi!

Google Hotel Insights, cos’è e perché utilizzarlo

Che cos’è Google Hotel Insights e come può migliorare la produttività del settore alberghiero?

Google Hotel Insights è uno strumento gratuito rilasciato da Google che consente di prevedere i trend di ricerca ed aumentare le prenotazioni future captando la domanda turistica potenziale. Gli albergatori, grazie a questo strumento, potranno quindi intercettare i potenziali clienti e incrementare la propria produttività. Quanti clienti possono fare domanda per un determinato albergo? Quali attrazioni è meglio mettere in risalto? Quali date scegliere per rilanciare il settore turistico? Ecco, Insights può aiutare a rispondere a tutti questi quesiti. Dunque il nuovo progetto virtuale offrirà informazioni e risorse utili per la ripresa del settore turistico, duramente colpito dalla pandemia da Covid-19 nell’ultimo anno.

Come funziona?

Google Insights fa parte di una piattaforma più grande chiamata Travel Insights, che contiene a sua volta 3 strumenti:

  • Destination Insights
  • Hotel Insights
  • Travel Analytics Center, riservato ai partner commerciali di viaggio

Google Hotel Insights, permette di conoscere a livello di “zona di interesse” quali sono i potenziali clienti utilizzando i trend di ricerca e i dati di ricerche online di Google sia nazionali che internazionali. Per poter accedere a questi dati, sarà sufficiente inserire il nome della tua struttura, già registrata su Google, e cliccare sul nome. Grazie a queste semplici azioni, sarà possibile ottenere una prima panoramica su una specifica regione. La prima overview che merita di essere osservata è quella sulla destinazione, poiché mostra il cambiamento che ha subito la ricerca di sistemazioni rispetto all’anno precedente. La panoramica riporta nel dettaglio la variazione dell’interesse di ricerca per la zona di riferimento, con specifica sui visitatori internazionali e nazionali. Tutti questi dati vengono estrapolati grazie alle ricerche online effettuate dagli utenti.

I suggerimenti di Google per massimizzare i risultati

Lo strumento ci mostra i mercati di provenienza principali divisi in due categorie: quelli per interesse di ricerca, quindi i clienti che cercano una determinata destinazione, e quelli per crescita, quindi i mercati nei quali sta crescendo l’interesse per la destinazione, che fa di loro nuovi potenziali clienti. Inoltre, Google mette a disposizione guide e consigli utili da mettere in pratica per promuovere la struttura, raggiungere più ospiti e migliorare la presenza digitale. Il primo suggerimento in assoluto è quello di creare una presenza online con Google My Business e, nel caso in cui si avesse già, di implementarla. Quante volte digitando il nome di una struttura, negozio o servizio il primo risultato che ci appare è una scheda di Google nella quale troviamo immediatamente tutte le informazioni che ci servono? Dal sito web, al numero di telefono, agli orari di apertura: una scheda di Google My Business correttamente compilata è il primo step per aumentare la visibilità online del nostro hotel. Successivamente, è possibile utilizzare i dati emersi sui mercati per targettizzare correttamente le nostre campagne di Google Ads e raggiungere nuovi mercati.

Quali dati monitorare?

Le esigenze e le priorità dei viaggiatori hanno subito profondi cambiamenti. Grazie alla piattaforma presentata da Google, sarà possibile prevedere la domanda turistica, consentendo alle strutture e agli operatori del turismo di ottenere delle informazioni sulle ricerche effettuate dai potenziali turisti, capire da quali paesi arrivano e come cambiano le loro ricerche nel tempo. In questo modo, il settore alberghiero potrà aver accesso ad un numero maggiore di dati che consentiranno loro di incrementare le prenotazioni future e migliorare la visibilità online del proprio business. A questo proposito, Destination Insights offre un supporto reale e concreto poiché consente di avere una panoramica sulla destinazione e monitorare i trend di viaggio. Attraverso un menù a discesa infatti, è possibile selezionare le informazioni di interesse, come la tipologia di viaggio o la categoria di domanda, e il range di tempo di analisi. Lo strumento produrrà alcuni grafici che mettono in evidenza il trend di ricerca in rapporto all’anno precedente e delle tabelle che mettono in evidenza la richiesta per città, sia a livello di ricerca che di crescita di interesse.

Competenze digitali a disposizione degli operatori del turismo

Google ha inoltre pensato di dare la possibilità di accedere ad un programma di formazione per aiutare i professionisti del settore ad acquisire nuove competenze digitali, tra cui Google Digital Training, corsi online accessibili direttamente dai siti di Confindustria Alberghi, Federalberghi, e Federturismo Confindustria per gli associati. Questi strumenti permetteranno ai gestori delle strutture di acquisire nuove competenze digitali, diventate ormai un must per ogni business per fare un uso sempre più strategico dei dati. Infatti, l’analisi dei dati è imprescindibile per poter sviluppare strategie mirate e performanti che non disperdano lavoro, investimenti, produttività e il valore del business. Oltre che per l’albergatore, questo strumento è particolarmente interessante per le destinazioni turistiche che vogliono comprendere meglio i dati per definire politiche e strategie di destination management. Questi dati possono essere utili a rafforzare il posizionamento grazie ai molti consigli e suggerimenti che lo strumento stesso riesce a dare, tuttavia non saranno sufficienti per progettare ed elaborare una strategia di marketing che porti alla conversione. Questi dati dovranno poi essere elaborati e integrati con quelli di Google Analytics, con quelli ottenuti da un’accurata analisi SEO e soprattutto con quelli delle prenotazioni effettive, degli arrivi e dei mercati già raggiunti.

E tu, hai già iniziato ad analizzare i dati della tua struttura? Se hai ancora dei dubbi, CONTATTACI! Ti aiuteremo ad elaborare la STRATEGIA DI DIGITAL MARKETING TURISTICO più adatta alle tue esigenze!


Cos’è la Marketing Attribution e come funziona

Che cosa si intende per Marketing Attribution e come può essere applicata?

Marketing Attribution, o marketing di attribuzione, significa attribuire o assegnare un valore a diversi eventi nel percorso del cliente. Alcuni eventi possono avere un peso maggiore perché sono punti di conversione più preziosi o si verificano più in basso nel funnel, e quindi sono più vicini alla realizzazione di una vendita. L’idea nel marketing digitale moderno è quella di implementare modelli di attribuzione sufficientemente robusti e dettagliati da poter acquisire quante più informazioni possibili per avvicinarsi alla comprensione e al monitoraggio della provenienza delle conversioni: su quali canali e grazie a quali contenuti hai ottenuto conversioni? Quanto hai speso per ottenerle?

Marketing attribution: ottimizzazione delle risorse

Nell’era pre-digitale, la maggior parte delle aziende non disponeva di campagne di marketing multi-touch, ciò portava i clienti a rimbalzare da un canale all’altro. Ora il percorso è esponenzialmente più complesso, ma con il vantaggio collaterale di poter accedere a molte più informazioni su ciò che i clienti stanno facendo, capire qual è il loro intento e analizzare la customer journey. Di conseguenza, è possibile determinare il modo migliore per ottimizzare e allocare gli sforzi e le spese di marketing e massimizzare i risultati. I tuoi sforzi senza queste informazioni, potrebbero funzionare a volte, ma non saranno sistematici. In sostanza, la marketing attribution ha lo scopo di fornire una struttura e una guida per le future operazioni di marketing. Senza di esso, i tuoi sforzi di marketing saranno vani.

 

Cosa sono i modelli di attribuzione del marketing?

I modelli di attribuzione sono un framework per analizzare quali touchpoint, o canali di marketing, ricevono credito per una conversione. Ogni modello di attribuzione distribuisce il valore di una conversione in ogni punto di contatto in modo diverso. Perché un’azienda potrebbe essere tentata di rinunciare ad investire nella marketing attribution? Ammettiamolo: i percorsi dei clienti e i processi decisionali stanno diventando più lunghi, più complessi e, in ultima analisi, di natura multi-touch. Con ogni ulteriore livello di complessità, eseguire una marketing attribution accurata diventa più impegnativo e richiede più esperienza. I percorsi non lineari, multi-dispositivo e multi-touch che i potenziali clienti intraprendono prima della conversione finale sono imprevedibili, per questa ragione molte aziende potrebbero avere delle difficoltà a tenere traccia di tutti questi dati disparati.

Dare un senso alle interazioni dei touchpoint di marketing

Esistono sia modelli di attribuzione single-touch che modelli di attribuzione multi-touch. Un modello di attribuzione single-touch assegnerà il 100% del credito di conversione a un singolo touchpoint. Se il tuo modello favorisce il modello del primo clic di un cliente, tutto il merito va al primo punto di contatto con cui un cliente ha interagito nel suo percorso. Lo stesso vale, al contrario, per l’attribuzione dell’ultimo clic. Sebbene questi possano fungere da indicatori, un modello a tocco singolo ti indica solo un’istantanea limitata (in questo caso, l’inizio o la fine), ma nulla sull’intero processo e sui punti di contatto che hanno svolto un ruolo nel mezzo. L’attribuzione multi-touch invece, sebbene sia notevolmente più difficile da eseguire correttamente, mira a fornire un quadro più completo del percorso del cliente e delle interazioni più preziose al suo interno.

Comprendere il percorso del cliente

Un altro motivo per cui l’attribuzione single-source o single-touch potrebbe non essere adeguata in un mondo multi-touch è che raramente riflette le sfumature delle fasi del cliente nel customer journey, insieme alle sue esigenze informative.

Esaminiamo il percorso del cliente in modo più dettagliato. Potremmo presumere che ci siano cinque fasi chiave, ovvero:

  • Awareness
  • Consideration
  • Acquisto
  • Retention
  • Supporto

Sappiamo che dobbiamo creare contenuti e campagne che mirino agli utenti in tutte queste fasi. Non pensiamo necessariamente che i potenziali clienti seguiranno questo percorso esatto in modo lineare: un potenziale cliente si muove attraverso le varie fasi ad un ritmo imprevedibile e le interazioni lungo il percorso possono variare dal PPC e dall’email marketing, ai contatti del centro telefonico o ai riferimenti del passaparola. Quindi, come puoi acquisire i dati dall’intero marketing mix, dai diversi canali, dalle piattaforme e offline?

La chiave è riconoscere che le attività di marketing in ogni fase del viaggio hanno tutte un valore ed è importante capire quanto spendi rispetto a ciò che ottieni, questo processo può essere complicato ma è essenziale.

Vantaggi della marketing attribution

In definitiva, cosa può darti il marketing di attribuzione?

  • Informazioni approfondite sulla conversion completa del cliente e sul percorso di acquisto
  • Insight per regolare e ottimizzare la strategia e le tattiche di marketing (ad es. canali, distribuzione, contenuto, budget, frequenza, pubblico di destinazione.)
  • Individuare il punto in cui si verifica una conversione o una vendita nel percorso, in particolare nei processi lunghi e complessi in cui è più probabile che il flusso di attribuzione vada perso.
  • Attribuzione dei ricavi più accurate per ogni canale
  • Opportunità di migliorare i dati ROAS/ROI
  • Migliore pianificazione del budget
  • Monitoraggio molto più accurato delle conversioni e delle entrate.

Hai pensato a come puoi capire cosa succede quando i tuoi potenziali clienti visitano il tuo sito, quale percorso intraprendono e come si convertono? 

Se hai ancora dei dubbi, CONTATTACI! Ti guideremo nel tuo percorso di Marketing Attribution e ti aiuteremo a raggiungere i tuoi obiettivi e a massimizzare i tuoi risultati! 

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SEO e contenuti: l’accoppiata perfetta

In che modo sono correlati SEO e contenuti? Come possono essere utilizzati per raggiungere i tuoi obiettivi di business?

Nonostante l’ottimizzazione per i motori di ricerca esista da molto tempo e si sia evoluta, una serie sorprendente di idee errate continua a circolare attorno alla SEO. Ci viene spesso chiesto come ottenere risultati immediati, partendo dal riempimento di parole chiave e altre tecniche SEO black-hat. Possiamo “hackerare” la SEO per ottenere un miglior posizionamento migliore della pagina nella SERP? Possiamo semplicemente affidarci alla SEO “calcolata” a soluzione rapida, come era agli albori di Internet? La risposta è no, non c’è nessuna possibilità di realizzare tutto ciò. Se fosse così facile, non avresti bisogno di specialisti SEO come noi.

SEO e contenuti: un’equazione complessa

Ciò che genera ancora più confusione in questi giorni è la relazione tra creazione di contenuti e SEO. Molti si domandano se sia meglio concentrarsi sulla SEO o sui contenuti. Ma la verità è che i due strumenti non sono in conflitto. Al contrario, SEO e contenuti si completano a vicenda. Sono strumenti preziosi che, insieme, ti consentono di essere più visibile sui motori di ricerca e di raggiungere migliori risultati di marketing. Infatti, parte di ciò che ti fa guadagnare visibilità sui motori di ricerca sono proprio i contenuti di qualità: contenuti che riflettono la tua esperienza e rafforzano la tua autorevolezza.

Ottimizzazione dei contenuti

L’obiettivo di un motore di ricerca è fornire i contenuti più pertinenti per soddisfare la ricerca di un utente. Mentre una grande parte dell’onere per ottenere risultati pertinenti spetta all’utente finale, la comprensione degli utenti e degli algoritmi deriva dai motori di ricerca. Man mano che la SEO si è evoluta nel corso degli anni, si è collegata con i contenuti. Cosa intendiamo per contenuto? La definizione di contenuto può far riferimento a molte cose, come ad esempio: video, immagini o infografiche. Dopotutto, se YouTube è il secondo motore di ricerca più popolare su Internet, come viene spesso segnalato, è necessario pensare in modo olistico a tutte le diverse forme di contenuto che è possibile creare e ottimizzare per la ricerca. Ma per mantenere questo aspetto più semplice, discuteremo principalmente di contenuti scritti: landing page, post di blog e articoli simili che creano valide opportunità per trovare una nicchia interessata ai tuoi prodotti, per far conoscere la tua azienda e forgiare rapporti con potenziali clienti. Nel contenuto scritto, le parole chiave costituiscono la base della strategia di ottimizzazione dei motori di ricerca, ma sono anche delle indicazioni di contenuti di qualità.

SEO: l’evoluzione automatizzata 

L’ottimizzazione dei motori di ricerca come disciplina si è evoluta e, grazie all’apprendimento automatico, gli algoritmi SEO stanno migliorando nel distinguere un contenuto di qualità da un contenuto informativo o “riempitivo”. La SEO, grazie ai contenuti e alla tecnologia, è diventata molto più incentrata su tre pilastri: competenza, autorevolezza e affidabilità. Allo stesso tempo, è anche diventata sempre più comprensibile, grazie all’interattività con i contenuti e alle intenzioni dell’utente. Non è solo la parola chiave o i termini che gli utenti cercano scollegati da un contesto. Il contesto è importante nel determinare il motivo per cui un utente sta cercando qualcosa: cosa sta effettivamente facendo, volendo o aspettando?

Il perfetto equilibrio tra strategia SEO e di contenuto 

Il successo SEO non riguarda solo i contenuti, ma è giusto dire che non otterrai buoni risultati SEO senza buoni contenuti. Oltre a dover pensare alla SEO tecnica, ci sono dettagli relativi ai contenuti che contribuiscono ai risultati complessivi. Ci sono molte considerazioni da tenere a mente: le tue strategie SEO differiranno a seconda del tuo settore; la maggior parte dei siti trarrà vantaggio dalla ricerca e dall’implementazione di parole chiave a coda lunga; pensa a qualcosa di più di Google quando prendi in considerazione l’ottimizzazione per i motori di ricerca.

Quindi, per raggiungere i tuoi obiettivi di marketing ed ottenere maggiore visibilità, hai bisogno sia della SEO che dei contenuti! Se hai ancora dei dubbi, CONTATTACI! Ti aiuteremo ad elaborare una strategia SEO e di contenuto di successo e a massimizzare i tuoi risultati!

Marketing Intelligence: cos’è e perché utilizzarla

Che cosa si intende per Marketing Intelligence e perché è fondamentale per il successo delle imprese?

Il termine “marketing intelligence” potrebbe potenzialmente significare cose differenti se si fa riferimento a persone o imprese. La nostra interpretazione della marketing intelligence, tuttavia, riguarda l’utilizzo e l’interpretazione di dati del presente per analizzare e prendere decisioni sulle attività di marketing future. Se ti stai chiedendo, dunque, se esiste uno strumento di monitoraggio dei dati di marketing esistenti per valutare il rendimento precedente e quello attuale, la risposta è: sì.

Cos’è la marketing intelligence?

Una definizione di base di marketing intelligence è: un insieme di dati rilevanti raccolti e utilizzati per comprendere e pianificare gli sforzi di marketing di un’organizzazione. Raccogliendo dati da più fonti, che potrebbero provenire dall’online, dall’offline, dal negozio, da sondaggi, da interazioni con call center, dai social media, sistemi CRM e così via, puoi analizzare questi dati per ottenere metriche su ciò che è accaduto durante la campagna. Cosa ha funzionato? Cosa ha convertito? A che punto e in quali canali si sono convertiti i potenziali clienti? Probabilmente utilizzerai un modello di attribuzione del marketing per giungere a queste conclusioni. Tuttavia, questa è tutta un’intelligenza di marketing all’indietro, rivolta al passato, che è solo un minimo aspetto di ciò che la marketing intelligence dovrebbe significare per te e non evidenzia le sfumature della sequenza temporale della marketing intelligence.

Analizzare il passato per predire il futuro

Un’altra parte, probabilmente più importante dell’intelligenza di marketing per guidare il processo decisionale futuro e la strategia di marketing, è l’analisi dei dati. Paradossalmente, è necessario fare un pò di pianificazione e di lavoro preliminare per comprendere il percorso del cliente ed elaborarne una visione futura. Cioè, supponiamo che tu stia impostando la tua campagna. È fondamentale stabilire tutti i punti di contatto per acquisire dati sulle interazioni dei clienti e sapere quando “scappano”, agiscono o convertono. Come puoi immaginare, questo fornisce una visione solida e dettagliata di ciò che è realmente accaduto. I tuoi potenziali clienti sono inciampati nei tuoi fili: dove, quando, come? Hai compreso l’intento del cliente e hai posizionato i contenuti di marketing dove hanno fatto la differenza? Se hai acquisito informazioni a sufficienza e riesci ad utilizzare i dati nelle tue prossime campagne, avrai delle indicazioni piuttosto precise su ciò che accadrà.

La differenza nella gestione di big e small data 

C’è sia verità che confusione attorno alla lunga discussione dei big data dell’ultimo decennio. Non c’è dubbio che se si dispone di dati di alta qualità e se ci si è posti le giuste domande, il potere dell’intelligenza artificiale, degli strumenti avanzati di analisi dei dati e il vostro, o dei vostri specialisti di analisi, è virtualmente illimitato. Si può dire però che i “big data” siano stati sovrastimati perché molte aziende non hanno i mezzi o le competenze necessarie per portare la loro massiccia raccolta di dati oltre il traguardo. Molte aziende raccolgono dati solo per il gusto di raccoglierli, spesso non eseguono alcun tipo di analisi e, anche quando lo fanno, questi dati vengono spesso isolati da altre parti dell’organizzazione. Quindi i big data, nonostante siano una pietra miliare dell’intelligenza di marketing, possono avere delle insidie senza un’adeguata pianificazione e gestione.

La maggior parte delle organizzazioni di marketing infatti, non ha a disposizione solo dati sui social media e sui siti web. Esistono CRM, dati sugli annunci, dati del call center e del negozio e altri “piccoli dati” che non sono sistematici o necessariamente scalabili come i big data, ma forniscono comunque informazioni preziose. Un esempio potrebbe essere il passaparola o il feedback quotidiano dei clienti, che può essere raccolto attraverso moduli di sondaggio. Si tratta della peculiarità dei “piccoli dati” che hanno la capacità di acquisire un’istantanea dei modelli di sentiment dei clienti e consentirti di essere sempre aggiornato, in tempo reale e in modo interattivo.

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SEO tecnico, perché implementarlo

Che cosa si intende per SEO tecnico e perché è fondamentale per il posizionamento organico?

Ti sarai reso conto che la visibilità della tua azienda è influenzata dall’esperienza SEO, che include la technical SEO. La maggior parte delle aziende però, non ha un’approfondita conoscenza della SEO tecnica, motivo per cui molti scelgono di richiedere una consulenza SEO e di marketing per migliorare la propria posizione nei motori di ricerca e massimizzare i propri risultati. Quando analizzi i dettagli del tuo sito web e del posizionamento della tua pagina e cerchi modi sistematici per diventare più visibile sui motori di ricerca e ai potenziali clienti, interviene il cosiddetto SEO tecnico, ovvero l’ottimizzazione degli elementi tecnici del tuo sito web per garantire che i motori di ricerca possano eseguire la scansione ed indicizzare correttamente le tue pagine. Esempi di queste tattiche includono decisioni di hosting, sitemap delle pagine, pagine di errore ottimizzate, reindirizzamenti corretti, crittografia delle pagine SSL/TLS (ovvero, http rispetto a HTTPS), rendering mobile ottimizzato, prestazioni complessive del sito e velocità di caricamento della pagina. Questi aspetti tecnici sono importanti tanto quanto gli aspetti non tecnici della SEO. 

 

Influenza SEO diretta e indiretta

Le prestazioni web possono essere un fattore nascosto per la maggior parte dei marketer, ma hanno un impatto profondo e immediato sull’esperienza dell’utente e anche sul ranking SEO. La velocità di caricamento della pagina (il tempo necessario per il rendering di una pagina) e il tempo al primo byte sono segnali che influenzano direttamente il posizionamento di un sito. Inoltre, i tempi di caricamento più lunghi possono influire indirettamente sulla SEO ed aumentare la frequenza di rimbalzo, ridurre il tempo di permanenza dell’utente sul sito e, in ultima analisi, ridurre i tassi di conversione. Perché un utente dovrebbe restare su un sito lento quando ci sono molti altri siti concorrenti più veloci? È chiaro, quindi, che la velocità della pagina è fondamentale per garantire una buona esperienza all’utente e, senza la visibilità del posizionamento della pagina, non consentirai agli utenti di avere alcun tipo di esperienza sul tuo sito.

Considerazioni sulla velocità delle prestazioni web

Quali sono le best practice da considerare per garantire la velocità di caricamento della pagina e ottenere altre metriche sulle prestazioni web? Di seguito alcuni esempi chiave:

  • Memorizzazione nella cache Web del proxy inverso: la memorizzazione nella cache del contenuto, ovvero la creazione di copie del contenuto più vicine all’utente finale, si traduce in una consegna più veloce ad ogni richiesta perché il contenuto non deve essere recuperato dal back-end. Puoi controllare il time-to-live per i contenuti memorizzati nella cache in modo da distribuirli dalla cache per tutto il tempo necessario. Non c’è motivo di aggiornare la cache a meno che il contenuto non stia cambiando. Ciò consente di risparmiare molto tempo ed ottenere un caricamento delle pagine rapidissimo.
  • Ottimizzazione del server: il tempo di risposta del server può, in parte, essere migliorato con buoni criteri di memorizzazione nella cache. Ma ci sono altri fattori che determinano il comportamento e le prestazioni del server. Tra questi: la quantità di traffico in un dato momento (potresti essere inondato, in tal caso potresti utilizzare uno scudo di protezione), la pesantezza di alcune pagine in termini di utilizzo delle risorse, un instradamento lento o query di database lente.
  • Compressione dei file: I file possono sfuggire di mano e richiedere tempo per il caricamento.
  • Ripensare la distribuzione dei contenuti: se non stai già utilizzando una rete di distribuzione dei contenuti (CDN), questo potrebbe essere un modo efficace per assicurarti di avere copie del tuo sito in data center dislocati geograficamente, più vicini ai tuoi utenti. I CDN sono essenzialmente un collettivo di cache: rendono la consegna dei contenuti più veloce e affidabile, aggiungendo così un livello maggiore di protezione delle prestazioni.

Hai già iniziato ad implementare la velocità della pagina e le prestazioni web per aumentare l’awareness e il traffico web di ricerca organico? Focalizzati sulle metriche di rendimento per scoprire come migliorare l’esperienza dei tuoi clienti.

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Le 4 tendenze del MarTech per il futuro

Quali saranno le prossime novità nel settore del MarTech previste per il futuro? Ecco le aspettative e le predizioni di Jep Castelstein.

Quando il Marketing incontra la Technology ecco che dà vita al MarTech, la crasi appunto dei nomi di queste due discipline.

Nella pratica il MarTech si caratterizza per essere un insieme di software che vengono usati per gestire e compiere un’analisi di dati (CRM, Customer Relationship Management e Data Analytics), per produrre e archiviare contenuti multimediali (CMS) e per automatizzare le attività (Marketing Automation). Grazie al MarTech si ha la possibilità di offrire ai clienti una Customer Experience personalizzata e omnicanale, capace di fare la differenza sul mercato.

 

Come sarà il futuro del MarTech? Ecco le previsioni e le aspettative di Jep Castelstein, uno dei principali esperti del mondo del MarTech.

1. Niente più CRM al centro

Molte aziende al giorno d’oggi guardano al CRM come una fonte di verità assoluta. Il CRM viene utilizzato come un sistema di registrazione, al cui interno vengono archiviate e conservate informazioni e dati sul cliente e sui suoi comportamenti d’acquisto. Vari reparti aziendali, come quello delle vendite, si rifanno al CRM per impostare qualsiasi loro attività. In realtà la maggior parte dei dati di utilizzo e di alto valore non risiede all’interno del CRM.

I dati su come i clienti utilizzano i prodotto o i servizi vengono generalmente archiviati in un data warehouse. Proprio qui è infatti più semplice riuscire a combinare dati provenienti da fonti diverse, nonché di conseguenza creare dei segmenti di pubblico dinamici e in real time per implementare più velocemente le campagne.

2. La Marketing Automation del futuro e le piattaforme di posta elettronica non avranno database

In futuro quindi gli stessi dati che oggi sono archiviati su sistemi di data warehouse, MAP e CRM verranno archiviati soltanto sulle data warehouse, di modo da avere una sincronizzazione quotidiana e l’aggiornamento di tali informazioni in tempo reale. Questo perché i principali MAP non solo mancano di sistemi di blocco di dati, ma non hanno nemmeno funzionalità di analisi e gestione di tali informazioni per costruire segmenti complessi.

I sistemi di data warehouse poi, sempre secondo Jep, offrono maggiore sicurezza. La sicurezza è infatti un imperativo per i professionisti del marketing, che devono proteggere il consenso dei clienti sia nei confronti delle aziende che dei malintenzionati. I marketer potrebbero quindi essere più sollevati se i MAP non memorizzassero le informazioni dei clienti, ma utilizzassero i data warehouse come principale database.

3. Parola d’ordine, sincronizzazione dei dati

La sincronizzazione dei dati permette l’esistenza di un flusso fra più sistemi tecnologici. Il reparto marketing si adopera sempre di più per raccogliere dati che provengono da differenti piattaforme, di modo da ottenere una panoramica completa sui clienti e sfruttare le informazioni sia per attività online che offline.

Jep sostiene che vedremo in futuro maggiori investimenti nelle data companies, ma anche nuove iniziative da parte dei leader per portare a bordo figure che sanno gestire e interpretare i dati.

4. Scavare in profondità nei dati

Un quarto trend futuro previsto da Jep Castelstein nel mondo del MarTech riguarda l’utilizzo dei dati. Secondo il parere dell’esperto, infatti, i professionisti del marketing a oggi non stanno effettivamente utilizzando i dati per fare del buon marketing, ma in futuro inizieranno.

I marketer, infatti, utilizzano i dati in superficie, come le visite al sito web, la compilazione di form o i clic sui messaggi di posta elettronica. I dati di più alto valore, in realtà, sono quelli sugli intenti e sull’utilizzo dei prodotti o servizi. Grazie a questi dati, infatti, considerati addirittura migliori di sondaggi per avere informazioni sui clienti, è possibile osservare le azioni dei consumatori, in costa investono il loro tempo e le loro energie.

Insomma, nel prossimo futuro il MarTech subirà nuove ed interessanti evoluzioni, con lo scopo di fornire sempre di più valore e di trovare valore condiviso condiviso sia per il cliente che per il marketing.

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L’importanza degli small data per le piccole medie imprese

Come può crescere una piccola azienda utilizzando i dati? Raccogliendo e analizzando small data: ecco alcuni esempi di metodi e tecniche efficaci.

I dati per le aziende possono fare la differenza in termini di crescita del business e creazione di nuove opportunità. Questo vale non solo per le grandi multinazionali ma anche per le piccole e medie imprese. Conoscere quali dati utilizzare, come leggerli e come costruire sulla base di queste informazioni delle strategie efficaci è fondamentale per avere un buon ritorno sull’investimento.

Ecco quali sono gli approcci per utilizzare gli small data in maniera vincente.

Il caso di Mailchimp: un aiuto alle imprese con i big data

Mailchimp è noto per offrire soluzioni di email marketing anche alle piccole imprese, ma forse non tutti sanno che la piattaforma è anche un importante attore nel mondo dei big data. Sul back-end di Mailchimp, infatti, ci sono petabyte di dati dei suoi clienti, resi anonimi ma comunque disponibili per essere analizzati.

La piattaforma usa il proprio modello di apprendimento automatico basato sui big data di modo da dare alle piccole imprese un parametro di confronto. Queste ultime, infatti, possono paragonare le proprie prestazioni con le medie compilate dalla base dei dati dei clienti di Mailchimp. In questo modo è possibile individuare delle aree di miglioramento che possono essere utili per incrementare le vendite online. In pratica Mailchimp sta cercando di offrire alle piccole e medie imprese i vantaggi del machine learning basato sui big data, unendo gli small data che queste aziende hanno a disposizione.

Il caso di Proof Analytics: quando i dati diventano un GPS aziendale

Un altro approccio strategico ai dati viene da Proof Analytics. Il metodo è quello di attingere al flusso di dati in tempo reale, di modo da avere una maggiore attendibilità dei risultati e rendere i piccoli dati simili a un GPS. In questo modo è possibile apportare delle modifiche e risolvere eventuali problemi in real time, prendendo in tempo reale delle strade alternative che possono rappresentare la giusta via per le piccole imprese.

Il caso di HubSpot: l’importanza degli small data per buoni contenuti

Lavorare con gli small data dovrebbe essere abbastanza familiare per le aziende: i piccoli dati sono infatti sempre presenti, anche se non si sta usando una piattaforma o un servizio per la loro analisi. Secondo Scott Brinker, VP Platform Ecosystem di HubSpot i dati riguardano meno l’algoritmo, quando piuttosto la qualità di un contenuto. Con i dati è infatti possibile riuscire a prevedere quale potrebbe essere il messaggio migliore per produrre una risposta efficace nei clienti.

I maketer dovrebbero utilizzare un modello per l’analisi di small data piuttosto che un algoritmo di big data, di modo da avere un’idea precisa di chi sia il cliente. Un esempio in questo senso viene dal NPS, ovvero il Net Promoter Score. Si tratta di un raccoglitore di feedback che provengono dai pop-up di sondaggi in cui viene chiesto ai clienti di valutare un servizio o un prodotto su una scala da 1 a 10. Un metodo questo che può fornire small data, che però possono fare la differenza per il business di una piccola impresa.

Un’altra tecnica è l’A/B test, che prevede la creazione di due differenti offerte per vedere quale delle due ottiene la reazione migliore da parte del cliente. In questo modo è possibile ottimizzare la conversione partendo da una base di piccoli dati, e non di big data.

Small data o big data?

Uno dei rischi principali legati ai big data è che soffochino loro stessi per via dell’enorme mole di informazioni che raggruppano al loro interno. Tendenzialmente è molto più facile infatti avere a disposizione dei piccoli dati e non dei big data, soprattutto se si tratta di aziende piccole o medie.

Dall’altra parte però un grande set di dati produce dei risultati analitici e praticamente oggettivi che è altamente improbabile che vengano influenzati da valori anomali. I campioni di dati di piccole dimensioni, al contrario, sono vulnerabili invece di fronte a questi valori. Il rischio è di arrivare quindi a delle conclusioni fuorvianti che possono avere un’influenza eccessiva sui risultati e sulle strategie aziendali.

Le piccole aziende devono quindi essere in grado di trovare un equilibrio fra l’impiego di big data e small data, per riuscire a mettere in atto strategie di successo per il proprio business.

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Cos’è la data intelligence e perché è così importante?

I dati possono essere un potente predittore delle prestazioni future e molte aziende stanno perdendo questi indicatori guardando ai dati e alla data intelligence come una finestra sul passato.

Tuttavia, con più opzioni di analisi dei dati in tempo reale e la natura dinamica del marketing digitale, i dati forniscono molto di più che informazioni sul passato.

I dati e la marketing intelligence che ne derivano possono essere una bussola che ti aiuta ad andare avanti nella giusta direzione.

Data intelligence strategica: i dati come una bussola

I dati sono stati pubblicizzati come una sorta di cura miracolosa del marketing, tanto da essere nominati a volte come “il nuovo petrolio”.

Queste valutazioni non sono sbagliate. Ma raccogliere dati non è la stessa cosa che estrarne intelligenza e applicarla alle tue strategie di data driven marketing.

I dati, pur preziosi, spesso hanno comunque generato in molte aziende dubbi su:

  • come utilizzare i dati raccolti
  • come identificare le intuizioni dai dati
  • avere fiducia nelle conclusioni tratte dai dati
  • inaccessibilità di dati in contenitori che risiedono in molti diversi strumenti di analisi e in tools di business intelligence (nessuna singola fonte di verità, che porta alla mancanza di fiducia di cui sopra)
  • non disporre del tipo o della quantità di dati giusti per rispondere a domande aziendali o prendere decisioni

È un problema comune: i dati vengono raccolti in modo casuale nella speranza che un giorno indeterminato nel futuro possano essere estratti per approfondimenti sul passato.

Ma questo non è rappresentativo di ciò che offre la data intelligence e sicuramente non riflette la promessa della data intelligence strategica.

La parola chiave è “strategico”. Per sfruttare appieno le possibilità fornite dai dati, è innanzitutto necessaria una data strategy coerente che definisca gli obiettivi aziendali e le domande a cui è necessario rispondere.

Quindi dovresti identificare il tipo, la quantità e la qualità dei dati necessari per raggiungere questi obiettivi.

La strategia e il tuo approccio alla data intelligence saranno sostenuti da un elemento importante: pensa attentamente ai dati di cui hai bisogno e alle fonti da cui li otterrai.

Se si è chiari e precisi nella selezione della strategia e dell’origine dati, si ottiene un quadro più completo e approfondito delle prestazioni passate, ma ancora più importante, si acquisisce una visione preziosa del futuro e del percorso da intraprendere per arrivarci.

Cos’è la data intelligence?

Prima di pensare alle origini dati e al modo in cui alimentano l’intelligence dei dati, è giunto il momento di definire cosa intendiamo per “data intelligence”.

La data intelligence è un buon esempio di termine con più definizioni sovrapposte.

Alcune informazioni sull’intelligenza artificiale dei dati come risultato dell’applicazione di soluzioni di intelligenza artificiale e apprendimento automatico a enormi set di dati per l’analisi.

Altre definizioni, più ampie, suggeriscono che la data intelligence stia semplicemente sfruttando la capacità di comprendere e utilizzare i dati in modo reale.

Vediamo la data intelligence come una combinazione di queste definizioni: non è solo guidata dalla tecnologia e non si tratta solo di acquisire una comprensione dei dati. E’ una via di mezzo.

La data intelligence deriva dal processo di estrazione e interpretazione del significato dai dati e dall’applicazione di tale significato ad azioni che possono rispondere a domande aziendali, aiutare a prendere decisioni aziendali e, in ultima analisi, contribuire al valore aziendale.

E’ importante che il tuo approccio alla data intelligence riconosca e includa il fattore chiave che abbiamo evidenziato sopra: la strategia dei dati e la determinazione di ciò di cui i tuoi dati hanno bisogno e fonti.

La data intelligence proviene dal giusto mix di dati giusti e la giusta tecnologia che fornisce insight fruibili.

Come convivono business intelligence e analytics?

Sebbene la business intelligence (BI) sia spesso utilizzata in modo intercambiabile con termini come analisi dei dati, non sono esattamente la stessa cosa.

Storicamente la BI è stata il dominio delle informazioni storiche, come il reporting o l’analisi del prodotto, e viene utilizzata per cercare di migliorare le prestazioni per il futuro.

Ma anche la business intelligence fa parte della famiglia di data intelligence; la BI dovrebbe essere sfruttata come parte dell’intero quadro di data intellignence.

I sistemi o il software di business intelligence, per estensione, svolgono un ruolo nella parte “tecnologica” dell’equazione della data intelligence.

Una volta che hai deciso di quali dati hai bisogno, devi pensare a come e da dove raccoglierli, come li memorizzerai, li sposterai da un posto all’altro, li renderai accessibili, li visualizzerai, ecc.

Sistemi diversi di BI eseguono alcune o tutte queste funzioni, il che può creare confusione.

Per sceglierei i sistemi di business intelligence è necessario chiarire e risolvere i dubbi delle aziende sull’implementazione del valore dei dati, i contenitori di dati e la mancanza di trasparenza, poiché gli strumenti giusti possono aiutare a superare alcune sfide di data intelligence.

Quale sistema fornirà ciò di cui hai bisogno?

Un BI professionista o un consulente di dati sarà in grado di guidare la selezione del sistema di BI come parte della costruzione della gestione e della strategia dei dati.

Perché la data intelligence è così importante?

Senza la data intelligence, stai navigando nell’oscurità, facendo supposizioni sulle prestazioni di marketing, sui comportamenti dei clienti o sui risultati delle campagne.

Nella migliore delle ipotesi, stai solo sfiorando la superficie di ciò che è possibile fare con i dati: stai guardando una finestra informata sui dati del tuo passato, che non è priva di valore, ma non è la “profondità” che stai cercando con la data intelligence.

La data intelligence dovrebbe essere come una bussola, o meglio ancora, una sorta di GPS che ti fornisce informazioni in tempo reale sul percorso migliore per raggiungere la destinazione definita.

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