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TikTok per il tuo e-commerce: come e perché utilizzarlo

Cos’è TikTok?

TikTok è un app nata dalla fusione con Musical.ly e ha ereditato molte funzionalità da quest’ultima. Il suo successo può essere attribuito alla sua principale modalità di creare brevi video con filtri ed effetti divertenti. Infatti, ciò che distingue TikTok dalle altre piattaforme social è proprio la sua capacità di intrattenere l’utente attraverso clip unici e originali.

Uno degli obiettivi di questa piattaforma è essere la prima al mondo per interazioni e tempo medio di permanenza degli utenti, questo è il motivo per cui l’algoritmo cerca sempre di mostrare i contenuti più adatti agli utenti.

Come funziona l’algoritmo su TikTok

Quando si accede alla piattaforma, viene chiesto agli utenti di selezionare alcune categorie di interesse, per esempio “animali” e “viaggi”, sulla base delle quali far partire le raccomandazioni.

A quel punto, l’algoritmo mostra all’utente otto video iniziali, e poi altri otto a seconda di come l’utente si comporta con i primi. Per capire se un video piace o no, l’algoritmo utilizza una serie di criteri, tra cui le interazioni, i like, i commenti, i follow, i clic sugli hashtag, la durata della visualizzazione, l’utilizzo di certi filtri. L’algoritmo tiene conto anche di altri dati, come per esempio la lingua dell’utente, il suo paese di provenienza, il tipo di telefono utilizzato.

L’algoritmo impiega circa 24 ore per analizzare i tuoi dati, la tua audience e le tue interazioni e sulla base delle informazioni raccolte, ti mostra video simili a quelli che hai già dimostrato di aver apprezzato. Inoltre, per evitare che l’utente si annoi, TikTok cerca di non mostrare due video di fila con la stessa canzone oppure creati dalla stessa persona.

TikTok per gli e-commerce

TikTok può essere considerato come un vero e proprio strumento strategico per far decollare il tuo e-commerce. Alcuni rivenditori hanno creato delle sezioni apposite che vengono distinte dall’hashtag #TikTokMadeMeBuyIt nei loro negozi, sapendo che gli acquirenti stanno cercando di acquistare ciò che vedono sull’app.

Ma teniamo sempre presente il target a cui intendiamo rivolgerci. TikTok è usato principalmente dalla generazione Z (il 41% degli utenti ha un’età compresa tra i 16 e i 24 anni) ma ogni mese si registrano iscrizioni da parte di Millennial e Boomer.

Un altro dato che merita attenzione riguarda il tasso di fedeltà degli utenti, il 91% di loro visita l’app più di una volta al giorno e trascorre in media 52 minuti. Inoltre, i contenuti verranno mostrati ad utenti che non ti seguono.

Consigli per promuovere il tuo e-commerce su TikTok:

  • Mostra il “dietro le quinte” della realizzazione del tuo prodotto o del tuo servizio
  • Mostra come avviene la preparazione del pacco: come viene incartato il pacco? Utilizzi carta decorativa? Prevedi di inserire un piccolo regalo per i tuoi clienti?
  • Mostra la quotidianità del tuo prodotto, oppure momenti divertenti che si svolgono all’interno della tua azienda
  • Partecipa a delle challenge, questa attività è molto apprezzata dagli utenti
  • Lancia delle sfide alla tua community e incentivala a partecipare tramite hashtag

Per diventare ancora più popolari su TikTok e far conoscere il tuo brand potresti anche collaborare con gli influencer. L’obiettivo finale non è solo generare una maggiore interazione ma soprattutto aumentare le vendite.

Shopify e TikTok: la nuova partnership per il social commerce

TikTok e Shopify collaborano per incrementare il cosiddetto “social commerce”, ovvero dare la possibilità di acquistare un prodotto o un servizio direttamente all’interno delle principali piattaforme social.

Le aziende infatti, possono utilizzare le Shoppable Ads dando la possibilità agli utenti di accedere direttamente all’eCommerce del brand per concludere l’acquisto. Il vantaggio è dato dal fatto che l’acquisto avviene in maniera diretta, senza mai uscire dalla piattaforma.

Questa modalità è vincente in quanto si punterà sempre di più a vendere direttamente alle persone, targetizzando al massimo l’offerta.

Vorresti utilizzare anche tu TikTok per spingere i prodotti del tuo e-commerce? CONTATTACI!

Analisi competitiva SEO: cos’è e perché è importante

Come eseguire un’analisi competitiva SEO

L’analisi competitiva SEO è il processo di identificazione dei punti di forza e di debolezza del tuo sito web e di quello dei tuoi concorrenti. Proprio come una tipica analisi competitiva, è utile per scoprire eventuali divari tra te e il tuo concorrente ma invece di concentrarti sulla strategia di marketing, ti concentrerai sulla strategia SEO.

Un’analisi della concorrenza può aiutarti a:

  • Confrontare le tue attuali prestazioni SEO
  • Identificare le aree di miglioramento nella tua strategia SEO
  • Rivelare eventuali lacune o punti deboli della concorrenza
  • Scoprire le strategie vincenti dei tuoi concorrenti

Perché l’analisi competitiva SEO è importante

L’esecuzione di un’analisi competitiva consente di esaminare il mercato, i concorrenti e capire come funziona l’attuale panorama di ricerca per parole chiave importanti. Anche se sei già in cima ai risultati di ricerca per le parole chiave più importanti, dovrai monitorare le tue prestazioni SEO per assicurarti di non perdere il tuo posizionamento rispetto a un concorrente.

Come eseguire un’analisi della concorrenza SEO

  • Trova i tuoi concorrenti

Inizia facendo un elenco di chi consideri i tuoi concorrenti. Cerca di concentrarti sui siti web che si classificano in alto o più spesso per le keyword target principali. Con un’analisi competitiva SEO, è importante ricordare che il tuo più grande concorrente potrebbe non essere sempre quello che si posiziona tra i primi risultati di ricerca.

Concentrati sui concorrenti che possono avere un impatto maggiore sul tuo traffico. Analizza le prime pagine dei tuoi concorrenti e domandati: quali pagine si classificano per il maggior numero di parole chiave? Quali pagine hanno più traffico? A volte i concorrenti possono indirizzare traffico considerevole verso una particolare pagina o un insieme di pagine. Presta particolare attenzione alle parole chiave per le quali sei già classificato, ma non così come i tuoi concorrenti. Prendi nota in particolare delle parole chiave in cui sei solo una o due posizioni dietro il tuo concorrente principale.

Identifica i punti di forza e di debolezza di ciascuno dei tuoi concorrenti considerando questi fattori:

  • Autorità

Quanto è autorevole il tuo sito rispetto ai tuoi concorrenti?

Se il tuo concorrente ha un’autorità molto più alta del tuo sito, avrai più difficoltà a superarlo per parole chiave altamente competitive.

  • Contenuto

I tuoi concorrenti presentano contenuti di qualità?

Si concentrano sulle pagine dei prodotti? Hanno pagine di supporto?

Esamina manualmente i contenuti di ciascun concorrente per fare un elenco di tutti i punti di forza o di debolezza che noti.

  • E-commerce

I tuoi concorrenti suggeriscono prodotti simili o pertinenti che vengono spesso acquistati insieme? Hanno collegamenti a guide o supporti per il prodotto? 

  • Analisi dei backlink

L’analisi dei backlink è una parte importante dell’analisi competitiva. Quando un concorrente ha un profilo di backlink significativamente migliore, in particolare backlink di alta qualità da siti web affidabili, significa che avrai più difficoltà a competere contro di loro fino a quando non sarai in grado di creare un profilo di backlink simile.

È inoltre essenziale distinguere tra backlink di alta qualità e backlink di bassa qualità, poiché questi ultimi potrebbero penalizzare il tuo sito web.

Dunque, in conclusione, a seconda delle dimensioni del tuo sito e del numero di concorrenti attivi, è importante tenere monitorati i concorrenti e i principali player del mercato.

Desideri ricevere una consulenza? CONTATTACI

Matrice RFM: come utilizzarla per la tua strategia e-commerce

Matrice RFM: cos’è e perché è importante per la tua strategia e-commerce

La matrice RFM viene spesso utilizzata nella marketing automation per l’implementazione di strategie di retention marketing e la fidelizzazione dei propri clienti.

La matrice RFM fa riferimento a tre variabili:

Recency: indica il tempo che è intercorso dall’ultimo acquisto

Frequency: indica il numero di volte in cui l’utente ha effettuato un acquisto in un determinato periodo di tempo

Monetary: indica la spesa totale del cliente in un preciso periodo di riferimento.

Da questa analisi è possibile mappare la propria audience, comprendere quali sono i clienti con punteggi RFM più alti, e di conseguenza, decidere su quali clienti ha senso investire tempo e risorse.

Appare evidente che la combinazione di diverse variabili può dare origine a più segmenti:

  • Clienti che acquistano spesso ma spendono poco (Frequency alta; Monetary bassa)
  • Clienti che di solito acquistano spesso, spendono molto ma non effettuano acquisti da un po’ (Frequency alta; Monetary alta; Recency bassa).
  • Clienti che spendono molto, di recente hanno effettuato un acquisto e acquistano spesso (Recency alta; Monetary alta; Frequency alta).

Dunque, dopo aver preso consapevolezza di come si compone il nostro bacino di utenti, è possibile mettere in atto diverse strategie commerciali. Di seguito ti forniremo qualche esempio:

  • Per i clienti che hanno già effettuato un acquisto ma non acquistano da un po’, potremmo proporre uno sconto sul secondo acquisto.
  • Ai clienti che acquistano spesso e hanno un power spending alto, potremmo dare l’accesso a promozioni esclusive o prevedere un programma fedeltà.
  • Ai clienti che acquistano spesso e sono fidelizzati al nostro brand, potremmo premiarli con esperienze regalo o un catalogo a premi.

Per poter funzionare ed essere attendibile la matrice RFM richiede una storicità di almeno 6 mesi per le aziende che hanno una buona ricorrenza d’acquisto (es. 30-60 gg).

L’arco temporale di analisi, ovviamente, dipenderà dal mercato e dalle caratteristiche intrinseche del business. Un’agenzia di viaggi o un concessionario di automobili, ad esempio, non potrà considerare un cliente come “perso” dopo 6 mesi.

Marketing automation e RFM

La marketing automation è uno strumento che può sfruttare le potenzialità della matrice RFM e, se usato correttamente, consente di veicolare traffico di qualità verso il tuo sito web e aumentare le entrate derivanti da questo traffico.

Innanzitutto sarà necessario definire i criteri di classificazione dei clienti. (VIP, ricorrente, perso, nuovo)

Successivamente dovrai capire quali sono le esigenze di ogni cluster di persone e determinare quale tipo di comunicazione e offerte dedicare a ciascuno di loro. Infine, sarebbe utile aggiungere anche lo storico degli acquisti.

La matrice RFM è un metodo che funziona molto bene in ottica di customer retention e che può essere facilmente applicabile alla marketing automation, all’advertising e al CRM. Dunque, il nostro consiglio è quello di non concentrarsi solo sull’acquisizione di nuovi clienti ma mettere in atto un’offerta commerciale e una proposta comunicativa mirata alla fidelizzazione dei clienti attuali.

Desideri una consulenza personalizzata? CONTATTACI!

Realtà aumentata: il futuro dell’advertising

Cos’è l’Augmented Reality Advertising

La realtà aumentata o augmented reality (AR) è un insieme di tecnologie hardware e software che grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale consente di creare una visione potenziata della vita reale data dalla sovrapposizione di contenuti digitali. Una delle principali applicazioni della realtà aumentata è rappresentata dal marketing. Infatti, l’AR fornisce agli utenti la possibilità di prefigurarsi la posizione di un mobile ancora prima di acquistarlo, oppure di simulare un nuovo colore o taglio di capelli o, ancora, di verificare la taglia di un vestito ancora prima di indossarlo. Di fronte ad un mercato sempre più saturo e competitivo, la combinazione tra realtà aumentata e marketing si rivela vincente poiché consente di aumentare l’engagement e la customizzazione e permette ai marketer di realizzare campagne interattive e più coinvolgenti rispetto ai metodi tradizionali.  

Annunci di AR: il potenziale innovativo dell’AR marketing

L’AR marketing può essere integrata su siti web, applicazioni mobile, banner advertising di campagne display o sui social network. Uno dei principali social network che consente di utilizzare l’AR nei propri annunci è Facebook.
Facebook, infatti, consente agli annunci di AR Ads di essere visualizzati nel feed di notizie lasciando agli utenti la possibilità di sperimentare gli effetti della fotocamera AR con un solo clic sull’annuncio. Puoi aggiungere un CTA all’interno dell’esperienza della fotocamera per consentire agli utenti di passare dall’interazione con il tuo prodotto direttamente all’acquisto.

Tra i brand che hanno già sperimentato le AR Ads troviamo Michael Kors che è stato il primo brand a sperimentare gli annunci AR nel feed di notizie, consentendo al pubblico di provare un paio di occhiali da sole ed effettuare un acquisto in base alla propria esperienza. WeMakeUp ha ottenuto un aumento di 27,6% di acquisti con un tempo medio di interazione con i propri annunci AR che consentivano di provare i propri lipstick e rossetti pari a 38 secondi.

Metriche importanti per gli annunci AR su Facebook

Poiché gli annunci AR sono una combinazione di Facebook Instant Experience e annunci video, le metriche relative a entrambi i tipi si applicano al tipo AR. Dunque le metriche più importanti che dovrai tenere in considerazione per misurare il valore generato dai tuoi annunci di realtà aumentata sono:

Clic sui collegamenti: numero di clic sui collegamenti a destinazioni o esperienze istantanee, all’interno o all’esterno delle proprietà di Facebook.

Esperienza istantanea – Clic per iniziare: numero di volte in cui viene avviato un componente interattivo in un’esperienza istantanea.

Clic in uscita: numero di clic sui collegamenti che allontanano le persone dalle proprietà di proprietà di Facebook.

Clic in uscita dell’esperienza istantanea: numero di clic sui collegamenti in un’esperienza istantanea che allontanano le persone dalle proprietà di Facebook.

Percentuale di visualizzazione dell’esperienza istantanea: la percentuale media dell’esperienza istantanea che le persone hanno visto.

Metriche della durata del video: mostrano la durata (o la durata) della riproduzione di un video.

Oltre a queste metriche, puoi anche misurare il tempo di visualizzazione dell’esperienza istantanea e le quote di effetti con il tipo di annuncio:

Tempo di visualizzazione dell’esperienza istantanea: il tempo totale medio in secondi che il pubblico ha trascorso a guardare un’esperienza istantanea. La metrica conta il tempo medio trascorso a guardare un’esperienza istantanea. Include anche il tempo trascorso in altre esperienze istantanee collegate dall’originale.

Condivisioni effetti: il numero di volte in cui qualcuno ha condiviso una foto o un video che ha utilizzato un effetto dal tuo annuncio. Le condivisioni possono essere una storia di Facebook o un post nel feed di notizie.

Dalle esperienze di prova dei prodotti ai filtri immersivi, gli annunci AR ti consentono di coinvolgere la tua audience e aumentare il tasso di conversione. Per assicurarti che gli annunci AR abbiano un impatto positivo sui potenziali clienti, crea esperienze pertinenti alla tua offerta.

Inoltre, ricordati di creare pagine di destinazione post clic pertinenti e personalizzate per ogni annuncio che crei.

I vantaggi della pubblicità in realtà aumentata

La pubblicità in realtà aumentata crea un’esperienza memorabile per il consumatore. Il rapporto di Zenith afferma che le esperienze utente che includono AR sono il 70% più memorabili. La realtà aumentata, quindi, consente alla pubblicità di offrire un’esperienza interattiva tra il brand e il consumatore in cui l’utente partecipa attivamente alla pubblicità a cui è esposto.

Questi risultati sono stati recentemente supportati da Shopify che ha affermato un tasso di conversione aumentato del 94% per i prodotti che presentavano contenuti AR o 3D. Quindi è possibile affermare che un’esperienza immersiva per il consumatore consente a un marchio di costruire una connessione più forte con il suo pubblico, consentendo ai consumatori di formare associazioni positive con i marchi con cui hanno un maggiore coinvolgimento. Questa relazione coinvolgente aiuta ad aumentare il numero di utenti qualificati e fidelizzati al brand e, in definitiva, ad aumentare le vendite.

Le sfide che la realtà aumentata presenta nella pubblicità

Attualmente, la pubblicità in realtà aumentata è ancora una novità e c’è la possibilità che possa svanire in futuro man mano che l’uso dell’AR nella pubblicità andrà ad integrarsi alle attuali tecniche di marketing tradizionale. Inoltre, il costo e la tecnologia sono stati percepiti come i maggiori ostacoli al successo della realtà aumentata nello spazio pubblicitario. Tuttavia, questa percezione sta cambiando dal momento che, a seguito della pandemia da Covid-19, i brand sono stati costretti ad utilizzare nuovi metodi per connettersi con il proprio target.

In conclusione, la realtà aumentata può essere considerato uno strumento di marketing travolgente e, con il giusto supporto, le sfide tecniche possono essere superate, consentendo ai brand di realizzare una campagna pubblicitaria di realtà aumentata memorabile e coinvolgente.

Ti piacerebbe implementare annunci di AR alle tue campagne? CONTATTACI!

Crawl budget: cos’è, come funziona

Come migliorare il ranking grazie al crawl budget

Se hai un sito web o un e-commerce, sicuramente conoscerai l’importanza di avere un buon posizionamento sul motore di ricerca. Per migliorare il tuo ranking si può agire in diversi modi come ad esempio, creando contenuti di qualità, ottenendo un maggior numero di backlink, scrivendo e ottimizzando gli articoli del proprio blog in ottica SEO oppure sfruttando il cosiddetto “crawl budget”.

In questo articolo ti spiegheremo cos’è un “crawl budget” e cosa puoi fare per ottimizzarlo.

Che cos’è un crawl budget?

Il crawl budget è un valore che Google assegna ad un sito web. Si tratta di un vero e proprio budget che potrebbe variare leggermente da un giorno all’altro ma nel complesso resta relativamente stabile. Il numero di pagine che vengono scansionate è generalmente determinato dalle dimensioni, dallo “stato” del tuo sito (quanti errori incontra Google) e dal numero di link che portano al tuo sito.

Come funziona un crawler?

Un crawler come Googlebot ottiene un elenco di URL da cui eseguire la scansione sul tuo sito web, scorre sistematicamente quell’elenco e, una volta che uno spider ha scansionato un URL e ne ha analizzato il contenuto, aggiunge nuovi URL che ha trovato su quella pagina che deve scansionare.

Diversi eventi possono far pensare a Google che un URL debba essere scansionato: potrebbe aver trovato nuovi collegamenti che puntano al contenuto o potrebbe essere stato aggiornato nella mappa del sito XML.

Come capire il valore del tuo crawl budget

Per monitorare le attività di Googlebot sul tuo sito puoi utilizzare Google Search Console. Questo strumento ti consente di capire quante richieste al secondo vengono avanzate al tuo sito dal motore di ricerca.

Sulla Search Console puoi osservare le seguenti statistiche di scansione:

  • Richieste di scansione totali
  • Dimensioni totali di download (byte)
  • Il tempo medio di risposta (ms)

Per quanto riguarda le richieste di scansione totali, maggiore è il valore e meglio è. Per gli altri due valori invece vale il contrario. Dunque ottimizzare il peso delle pagine consente al crawler e soprattutto agli utenti di navigare più velocemente.

Come aumentare il tuo crawl budget

Diamo un’occhiata alle cose che effettivamente migliorano il numero di pagine che Google può scansionare sul tuo sito.

  • Limita la quantità di URL di poco valore presenti sul tuo sito web (pagine che presentano contenuti duplicati, pagine compromesse da hacking, spam)
  • Segnala a Googlebot i parametri degli URL
  • Aggiorna le sitemap
  • Usa i tag hreflang per indicare paese e lingua

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Link building: cos’è e perché è importante per la SEO

Cos’è la link building

La link building è un’attività strategica tesa ad accrescere il numero di link in ingresso verso un sito web che in questo modo acquisisce maggiore autorevolezza agli occhi del motore di ricerca.

La link building è un’attività chiave per la SEO poiché Google è in grado di valutare la quantità, la provenienza, la qualità, la pertinenza e la rilevanza del link e del sito che lo invia. Tuttavia, l’attività di link building deve avvenire in maniera del tutto naturale. L’obiettivo deve essere quello di ottenere link piuttosto che acquistarli o raggiungerli attraverso tecniche manipolative, le cosiddette tecniche “SEO black hat”.

Quali sono i link di qualità

La qualità di un link è determinata da una serie di caratteristiche:

  • popolarità: determinata dal numero di link in ingresso che puntano verso una precisa risorsa
  • rilevanza e autorevolezza del sito: più un sito è popolare e importante, maggiore è il peso dei link di quel sito
  • pertinenza: i contenuti sono in linea con il link in questione
  • trust del sito: si ottengono link da siti ritenuti affidabili e sicuri
  • età dei link: i link “giovani” rappresentano un valore aggiunto

Le principali strategie per una link building efficace

Esistono diverse modalità per fare link building, tra le più importanti annoveriamo:

  • Scrivere articoli ottimizzati per una o più keyword specifiche e che presentino un approfondimento rispetto al tema centrale che si sceglie di trattare nel pezzo o sul sito ospitante
  • Variare la frequenza di link follow e nofollow
  • Puntare sulle citazioni se provengono da fonti autorevoli
  • Utilizzare forum tematici e verticali sugli argomenti trattati sul sito
  • Costruire link interni attraverso anchor text (il testo di ancoraggio è quella porzione di testo a cui viene agganciato il collegamento ipertestuale).

Hai dei dubbi? CONTATTACI!

Carrello abbandonato: come recuperare le vendite con l’email marketing

Come impostare una mail del carrello abbandonato

Il carrello abbandonato è uno dei problemi più comuni che gli e-commerce si trovano spesso ad affrontare. Un utente visita il sito web, aggiunge i prodotti al proprio carrello ma non conclude l’acquisto. Le email di carrello abbandonato possono essere uno strumento molto efficace per recuperare le vendite che non sono andate a buon fine.
Ma come impostare le mail? La messaggistica nelle e-mail del carrello abbandonato è abbastanza semplice. Di seguito ti forniremo uno schema della struttura di base:

  • Oggetto
  • Testo introduttivo
  • Articoli rimasti nel carrello
  • Offerta o sconto
  • Pulsante di pagamento o invito all’azione (CTA)
  • Recensioni
  • Testo di chiusura

Sebbene questo schema sia utile se stai inviando un’e-mail di carrello abbandonato, potresti prendere in considerazione una campagna ad hoc per le e-mail di recupero del carrello con una serie di e-mail automatizzate. In questo caso, dovresti attivare un workflow e capire quali azioni attuare a seguito di ogni trigger.

Creare un workflow

Il nostro consiglio è quello di seguire una sequenza di tre email per tentare di riconquistare i clienti e testare varie tattiche per aumentare il tasso di recupero del carrello. Per impostare un workflow del carrello abbandonato, potresti seguire questo schema:

Email 1: Promemoria carrello (inviato poche ore dopo l’abbandono del carrello)

Email 2: Follow-up (inviata qualche giorno dopo)

Email 3: Sconto promozionale (inviato pochi giorni dopo l’email due)

Se un cliente dovesse recuperare il carrello subito dopo la prima mail, è inutile inviare le altre due. Dunque, utilizza un trigger obiettivo così da evitare che chi completa l’acquisto riceva email irrilevanti. Inoltre, una volta che il cliente avrà recuperato il carrello, il contatto diventerà cliente e potrai utilizzare i dati personali per inviare mail personalizzate con offerte e opportunità di upselling e cross-selling.

Best practice

Sia che tu invii un’e-mail o implementi una campagna, ci sono alcune best practice da tenere a mente quando pianifichi un’e-mail di carrello abbandonato. Per esempio:

  • Tempistica: invia le e-mail del carrello abbandonato entro poche ore dall’abbandono del carrello da parte di un cliente. Ad esempio, se qualcuno non completa l’acquisto, potresti inviare un’e-mail di carrello abbandonato da tre a cinque ore dopo che ha lasciato il tuo sito senza completare un acquisto.
  • Personalizzazione: le email del carrello abbandonato devono essere personalizzate in base al cliente a cui le stai inviando includendo gli articoli che sono stati lasciati nel carrello e indirizzandoli per nome.
  • CTA: l’e-mail del carrello abbandonato dovrebbe incoraggiare i clienti a completare l’acquisto. Ad esempio, l’invito all’azione potrebbe essere qualcosa come “Acquista ora” o “Vai al mio ordine”.
  • Copywriting: il copy deve essere conciso, semplice ma avvincente. Un ottimo copywriting è abbastanza interessante da invogliare qualcuno a completare il proprio acquisto.
  • Riga dell’oggetto: la riga dell’oggetto dovrebbe essere abbastanza interessante da indurre le persone ad aprire l’e-mail. Ad esempio, l’utilizzo di qualcosa come sconti, umorismo o domande potrebbe incuriosire il cliente abbastanza da fare clic. Se desideri includere un’offerta promozionale, la riga dell’oggetto potrebbe essere qualcosa come “20% di sconto su tutti gli acquisti”.

Indubbiamente ci sono molti approcci diversi all’e-mail del carrello abbandonato. Ti suggeriamo di fare degli A/B test per vedere cosa funziona per il tuo pubblico. Preferiscono le email personalizzate? Sconti? Testo umoristico? È importante scoprirlo. Le e-mail del carrello abbandonato aumentano il grado di coinvolgimento dei tuoi clienti in ogni punto di contatto fidelizzandoli.

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E-mail marketing: perché utilizzare le email transazionali

E-mail transazionali: cosa sono

Esistono diversi tipi di e-mail di marketing che puoi inviare ai tuoi contatti. A seconda di quali siano i tuoi obiettivi e le tue esigenze aziendali, potresti inviare newsletter, e-mail basate sul comportamento, e-mail di promozione, e altro ancora. Tutte queste opzioni sono valide, tuttavia molti esperti di marketing trascurano un particolare tipo di e-mail in grado di ottenere tassi di conversione piuttosto elevati: l’e-mail transazionale.

Le email transazionali fanno riferimento alle comunicazioni che si ricevono a seguito di un acquisto per la conferma di ordini o pagamenti, oppure a seguito di cambi di password o l’aggiornamento dei propri dati personali. Questi messaggi vengono attivati ​​da un’azione specifica intrapresa dai tuoi contatti e possono anche essere utilizzati per informare i contatti su come completare quella particolare azione. Ad esempio, se dovessi iscriverti a un webinar, compileresti un modulo e poi riceveresti un’e-mail transazionale, che ti fornirebbe le informazioni di accesso pertinenti per partecipare. 

Tipologie di email transazionali

Esistono diverse tipologie di email transazionali, di seguito elencheremo le principali:

  • conferma della creazione dell’account
  • welcome email
  • conferma d’ordine
  • tracciamento ordine
  • fatture e ricevute
  • ripristino della password

Le email transazionali sono uno dei tipi di comunicazione più efficaci con cui coinvolgere i tuoi potenziali clienti. Gli utenti sono molto reattivi nei confronti delle email transazionali perché li aiutano a completare un’azione. Come marketer, puoi facilmente trarre vantaggio da questa dinamica includendo CTA altamente personalizzate nelle tue e-mail di ringraziamento per sfruttare il fatto che il lead è già attivamente coinvolto con il tuo brand.

Suggerimenti per migliorare le tue email transazionali

1) Usa e-mail di ringraziamento semplici ma dirette 

Puoi rendere le e-mail transazionali la prima parte di un flusso di lavoro più complesso di nutrimento dei lead in modo da poter controllare quali altre comunicazioni riceve il contatto, continuando a coltivarle nel tempo e spostarle attraverso il tuo funnel di vendita e marketing. 

2) Ottimizza le tue email di ringraziamento

Questa parte è fondamentale. Includi inviti all’azione (CTA) e implementa Smart CTA che si adattano ai tuoi singoli destinatari di email. Le Smart CTA sono CTA dinamiche che cambiano automaticamente in base alla persona che le visualizza. 

3) Integra le tue email con i social media 

Come già accennato, uno dei principali vantaggi delle e-mail è che possono essere inoltrate e condivise, permettendoti di raggiungere un pubblico molto vasto. Incoraggia questa condivisione delle tue e-mail rendendo estremamente facile per i destinatari condividere i tuoi contenuti e-mail. Includi pulsanti/link di condivisione dei social media e invita i tuoi contatti a inoltrare il messaggio ad altri così da ampliare il bacino di utenti che intendi raggiungere. 

E tu, usi e-mail di ringraziamento? 

Video Marketing: le tendenze del 2022

Le tendenze emergenti del video marketing per il 2022 che dovresti conoscere

I video hanno spopolato nel 2020 quando la pandemia ha costretto a rinunciare agli eventi di persona. Oggi, anche se la vita sta tornando alla normalità, la domanda degli utenti verso i contenuti video live è in costante aumento. La possibilità di registrare dei video e caricarli sul proprio profilo social si è affermato come un modo essenziale per i brand per restare in contatto con i consumatori. In particolare, gli utenti dimostrano un interesse maggiore verso i contenuti in diretta. Su Facebook, ad esempio, gli utenti guardano i video in diretta 3 volte più a lungo rispetto ai video preregistrati e i contenuti live generano 6 volte più interazioni. I brand dunque hanno l’opportunità di aumentare l’engagement e ottenere un maggiore vantaggio competitivo sfruttando questa tendenza.

1. Video ottimizzati per la ricerca

La SEO non è una novità, ma per quanto riguarda i video ottimizzati per la ricerca? Una ricerca di mercato ha dimostrato che i video hanno una probabilità 53 volte maggiore di comparire in prima pagina rispetto ad altre tecniche SEO tradizionali e lo stesso Google ora inserisce frammenti di video accanto al 26% dei risultati di ricerca ed è molto più probabile che gli utenti facciano clic su di essi. Quindi, come puoi utilizzare i video per ottimizzare i risultati dei motori di ricerca? Concentrati su tre aree: pertinenza, coerenza e ottimizzazione del back-end. Innanzitutto, assicurati che tutti i tuoi video abbiano un obiettivo chiaro in mente, è importante che sappiano rispondere alle domande degli utenti e che forniscano contenuti utili e interessanti da guardare.

2. Vlog

Sappiamo che lo storytelling è uno dei modi più efficaci per entrare in contatto con i consumatori, sviluppare la personalità del tuo brand e coinvolgere il tuo pubblico e i vlog, o video blog, si rivelano un ottimo strumento per raccontare queste storie. I vlog sono molto utilizzati anche dagli influencer: puoi trovare vlog su qualsiasi argomento, dalla genitorialità allo sport, alla cura degli animali domestici, ai viaggi. Secondo Think with Google, i vlog di viaggio ottengono un coinvolgimento sociale 4 volte maggiore rispetto a qualsiasi altro tipo di contenuto di viaggio su YouTube. I vlog sono una grande opportunità per creare una connessione umana tra i membri del tuo team e il tuo pubblico, mostrare la personalità del tuo brand e coinvolgere gli utenti.

3. Storie sui social

Le storie sui social media offrono moltissimi modi per interagire con gli utenti. Su Instagram ad esempio, le storie hanno completamente cambiato il modo in cui condividiamo le foto e sono un ottimo strumento per fare marketing. Infatti, possono essere utilizzate per invitare gli utenti a scoprire o acquistare i propri prodotti o servizi, inserire dei link che rimandano direttamente al sito web oppure usare la funzione “domande” per interagire con il pubblico e pubblicare sondaggi per capire qual è la loro opinione.

4. Video AR/VR

I contenuti AR e VR sono già in circolazione da un po’, ma stanno finalmente trovando la loro strada nel marketing video mainstream poiché la tecnologia sta diventando più accessibile e i consumatori richiedono contenuti sempre più interattivi. Guardando al futuro, i brand dovranno essere pronti a incorporarlo nelle loro strategie di marketing video poiché i video tradizionali potrebbero non essere sempre sufficienti. La pandemia ha accelerato la crescita di AR e VR poiché i brand di tutti i settori lo hanno utilizzato per creare esperienze virtuali. I negozi al dettaglio offrivano un “prova prima dell’acquisto” virtuale, gli operatori sanitari hanno utilizzato AR e VR per la diagnostica autoguidata e gli insegnanti hanno tenuto gli studenti coinvolti con giochi e attività basati su AR e VR. Proprio come con i video dal vivo, la nostra visione su quali tipi di esperienze possono essere virtuali si è trasformata nell’ultimo anno e mezzo ed è improbabile che i consumatori vogliano rinunciare alla comodità e all’accessibilità fornite da queste opzioni virtuali. AR e VR potrebbero non sostituire mai completamente l’esperienza di persona, ma sono sicuramente un’alternativa molto valida.

5. Video silenziosi

I marketer oggi stanno creando video appositamente per essere guardati in silenzio. Perché? Perché la maggior parte dei video su Facebook (circa l’85%) viene guardato senza audio. Infatti, l’80% dei consumatori dichiara di avere una reazione negativa quando un annuncio riproduce un suono forte inaspettatamente. Le persone guardano video sui loro smartphone ovunque vadano: nelle sale d’attesa affollate, sui mezzi pubblici, nelle aule e persino durante le riunioni. Ciò significa che se vuoi che le persone rimangano a guardare i tuoi contenuti, devi ottimizzarli per la visualizzazione silenziosa. La buona notizia è che la maggior parte delle volte, tutto ciò che serve è l’aggiunta di sottotitoli per mantenere le persone coinvolte. Le persone guardano gli annunci con sottotitoli in media il 12% in più rispetto ai video senza sottotitoli.

Quindi i video possono essere dei validi strumenti da includere all’interno della tua strategia di marketing ma non possono essere l’unico driver di successo per un’azienda. I brand necessitano di una solida strategia di marketing completa e di contenuti accattivanti per ottenere buoni risultati.

Hai bisogno di una consulenza? CONTATTACI!

Come risolvere i problemi di indicizzazione

Problemi di indicizzazione: come risolverli

L’indicizzazione è l’attività tecnica che precede il posizionamento e che mostra se una pagina è stata presa in considerazione, analizzata e memorizzata da Google. Creare un sito web e pubblicare con costanza contenuti online non garantisce alle pagine di essere visualizzate tra i risultati di ricerca. Infatti, i web crawler selezionano tutti gli URL che visitano e decidono quali inviare all’indice. Tuttavia, si possono verificare alcuni problemi di indicizzazione che impediscono alle pagine o ai siti web di essere visualizzati correttamente.

Si possono individuare molteplici cause che impediscono a Google di indicizzare correttamente le pagine web, in questo articolo ti forniremo le indicazioni per risolverli e tornare ad avere visibilità sul motore di ricerca.

Tempo di attesa

Il primo aspetto da considerare è il tempo. Infatti, i tempi di indicizzazione non sono immediati, a volte servono giorni o addirittura settimane prima che una risorsa venga aggiunta all’elenco. Dunque, attendi sempre almeno una settimana dall’invio di una Sitemap o dalla richiesta di indicizzazione.

Assenza del nome del dominio

Spesso succede che si utilizzi l’URL sbagliato per un contenuto o si verifichi un’erronea impostazione su WordPress e questo comporta l’assenza di un nome di dominio. Questo problema può essere risolto facilmente attraverso una verifica dell’indirizzo web.

Verifica che il tuo sito web inizi con “https://xxx.xxx”, qualcuno potrebbe digitare un indirizzo IP invece di un nome di dominio e essere reindirizzato al sito dunque controlla che il reindirizzamento sia configurato correttamente. Per fare ciò, potresti aggiungere redirect 301 dalle versioni WWW delle pagine ai rispettivi domini e assicurati di avere un nome di dominio.

Un problema simile potrebbe verificarsi se il sito è indicizzato con un dominio diverso o con sottodominio, ad esempio con http://example.com invece che https://www.example.com.

Contenuti di scarsa qualità

A impedire l’indicizzazione può essere anche la scarsa qualità dei contenuti. Un contenuto per poter essere considerato di qualità, infatti, deve rispondere alle domande dell’utente (implicite o esplicite), fornire informazioni o avere un punto di vista diverso da quelli proposti da altri siti.

Pessima user experience

Un altro aspetto da considerare riguarda l’user experience. Un sito web deve essere responsive, coinvolgente e user-friendly per garantire un sistema di navigazione fluido e semplice da usare, soprattutto a seguito dell’introduzione della Page Experience tra i fattori di ranking.

Problemi tecnici

Tra i principali problemi tecnici troviamo:

  • un linguaggio di programmazione troppo complesso
  • javascript utilizzato in maniera errata
  • blocchi nel file robots.txt
  • impostazioni nei meta tag robots
  • mancato invio di sitemap

Quindi, per fruire di un buon posizionamento sul motore di ricerca, oltre a dedicare tempo alla cura di contenuti, alla SEO tecnica e alla gestione dei link, è importante tenere in considerazione l’indicizzazione per consentire al sito e alle pagine di raggiungere un buon livello di qualità e competere sul motore di ricerca.

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Conversational marketing: caratteristiche e vantaggi

Conversational marketing: cos’è

Il conversational marketing è un approccio di marketing che si basa sulla conversazione tra l’azienda e i clienti. Sostenere un dialogo con i propri clienti consente di creare relazioni profonde, conoscere e rispondere tempestivamente ai loro bisogni. Infatti, ciò che genera maggiori vendite è la capacità di creare un’emozione, instaurare un rapporto con il proprio target di riferimento e personalizzare le loro esperienze di acquisto.

Gli strumenti del conversational marketing

Il conversational marketing viene spesso erroneamente associato solo alla live chat ma in realtà si compone di molteplici strumenti. La connessione con i clienti, infatti, avviene attraverso piattaforme diverse che danno la possibilità agli utenti di interagire con l’azienda in qualsiasi momento.

  • Social Media
    Sempre più persone si rivolgono alle pagine ufficiali o si servono di messaggi privati per comunicare con le aziende, chiedere informazioni e ricevere assistenza.
  • Live chat
    La live chat si rivela un’opzione perfetta per interagire con i clienti nel momento in cui mostrano interesse rispetto ai prodotti o ai servizi offerti. è un canale di comunicazione molto efficace che consente di automatizzare il processo di risposta e può essere connessa direttamente con un membro dell’assistenza per ricevere informazioni e consigli in tempo reale.
  • Chatbot
    I chatbot sono programmi software che sono in grado di gestire conversazioni riproducendo il linguaggio naturale, possono essere programmati con messaggi predefiniti e offrono la possibilità di essere reperibili a qualsiasi ora del giorno. Inoltre, i chatbot possono convertire lead guidando l’utente verso determinati servizi, alcuni sono programmati per capire il motivo per cui gli utenti abbandonano il loro carrello senza che la transazione vada a buon fine e altri servono per comprendere il livello di soddisfazione degli utenti raccogliendo informazioni sugli utenti, sulle loro abitudini e preferenze di consumo.

Caratteristiche del conversational marketing

Per ottenere dei risultati soddisfacenti è necessario ottimizzare continuamente la tua strategia. Di seguito elencheremo tutto ciò che non dovrebbe mai mancare per avviare un conversational marketing di successo:

  • Accessibilità: dare la possibilità ai clienti di avviare facilmente una conversazione.
  • Reperibilità 24/7: gli utenti potrebbero incontrare un problema in qualsiasi momento della giornata, dunque la possibilità di mettersi in contatto h24 con l’azienda è molto apprezzata.
  • Efficienza: fornire ad una moltitudine di clienti lo stesso servizio contemporaneamente.
  • Personalizzazione: ogni problema o richiesta dovrebbero essere affrontati nel minor tempo possibile e customizzata per ciascun cliente.
  • Empatia: l’empatia fa sentire i clienti compresi e apprezzati. Prima di fornire una risposta, bisognerebbe accertarsi di aver compreso il problema e successivamente fornire una soluzione.

Vantaggi

Il conversational marketing può aiutarti a:

  • Aumentare il numero di lead generati dal sito
  • Incrementare le opportunità di vendita
  • Migliorare l’esperienza di navigazione

Scopri come adattare l’approccio del marketing conversazionale alla tua strategia e raggiungere i tuoi obiettivi di business! CONTATTACI!

Universal Analytics e il passaggio definitivo a GA4

Universal Analytics: cosa succede dopo il 1° luglio 2023

Le proprietà Universal Analytics standard non raccoglieranno più dati a partire dal 1° luglio 2023. Tuttavia, fino al 1° luglio 2023 potrai utilizzare Universal Analytics e continuare a raccogliere dati. Dopo questa data potrai continuare a usare UA per almeno sei mesi ma si renderà necessario il passaggio a Google Analytics 4.

Se il tuo account Google Ads e la proprietà Universal Analytics sono collegati, ricordati che i dati di Universal Analytics non verranno più trasmessi a Google Ads, dunque esegui la migrazione dei collegamenti, importa le conversioni e aggiungi i segmenti di pubblico di GA4 a una campagna o a un gruppo di annunci. Per sfruttare tutte le funzionalità di GA4, accedi a Google Ads e importa le conversioni assicurandoti di rimuovere gli obiettivi che avevi impostato su Universal Analytics per evitare di avere conversioni duplicate.

Google Analytics 4: cos’è e come usarlo per aumentare le conversioni sul tuo sito web

GA4 è l’ultimo degli upgrade di Google, è il nuovo software di misurazione e tracciamento che propone agli utenti un approccio più interattivo e basato su parametri diversi. I dati che vengono raccolti riguardano le interazioni degli utenti e la loro condotta online, dunque i passi che compie l’utente prima di giungere alla conversione diventano fondamentali. L’attenzione che viene posta nei confronti degli utenti comporta di conseguenza una maggiore categorizzazione degli eventi.

Con GA4 sarà possibile identificare 4 macro-tipologie di eventi:

  1. eventi raccolti in automatico (lingua, localizzazione)
  2. eventi di misurazione avanzata (download, ricerche, scroll)
  3. eventi raccomandati (login, acquisti, condivisioni)
  4. eventi personalizzati

Le principali differenze tra UA e GA4

Il passaggio da UA a GA4 evidenzierà 3 principali differenze:

  • la modalità di tracciamento: si passerà da un sistema basato sulle sessioni (Universal Analytics) a un sistema basato sugli eventi (GA4). Questo significa che verranno tracciati tutti i singoli eventi compiuti da un utente su un sito web o app.
  • reportistica: GA4 semplificherà la modalità di erogare report dando la possibilità di creare report più specifici e dettagliati attraverso l’Analysis Tab.
  • unica proprietà: tra le novità più sorprendenti troviamo anche la possibilità di configurare il cross domain tracking direttamente dal pannello admin dello strumento. Questo ti consentirà di unificare in un unico datastream i dati di due o più domini differenti. Infatti, su GA4 sarà possibile avere una visione olistica delle interazioni degli utenti sia sul sito web che sull’app mobile, unendo le attività cross-device e ottenendo così una visiona olistica delle interazioni degli utenti. Inoltre, grazie all’apprendimento automatico si potranno avere informazioni più approfondite sul comportamento dei clienti e sulle loro abitudini d’acquisto. Un’altra novità riguarda le sessioni che potranno essere personalizzate mettendo in evidenza le metriche preferite.

Risulta evidente che GA4 offra un ambiente di lavoro e funzionalità più avanzate e rappresenta il futuro su cui convergere l’intero sistema di tracciamento. Hai ancora dei dubbi?

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