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Core Web Vitals: cosa sono e come misurarli

Core Web Vitals: cosa sono

I Core Web Vitals, o Web Vitals, sono l’insieme di metriche relative a velocità, reattività e stabilità visiva. Questi parametri costituiscono un fattore di ranking che l’algoritmo di Google prende in considerazione ai fini del posizionamento di siti e pagine sul web. L’ingresso dei Core Web Vitals nel ranking di Google dimostra ancora una volta quanto sia importante mettere l’utente al centro e garantire una buona User Experience.

I Core Web Vitals sono 3:

  • Largest Contentful Paint (LCP): misura i tempi di caricamento delle pagine. Per garantire all’utente una buona esperienza di navigazione, i siti dovrebbero riuscire a caricare il contenuto di una pagina entro i primi 2,5 secondi.
  • First input delay (FID): misura l’interattività, ovvero il tempo che intercorre prima che un utente possa fare un’azione sulla pagina. Per avere un buona UX, il tuo sito dovrebbe avere un FID inferiore a 100 millisecondi.
  • Cumulative Layout Shift (CLS): misura la stabilità visiva ovvero la variazione dello spostamento imprevisto del layout del contenuto della pagina. Si dovrebbe avere un punteggio CLS inferiore a 0,1 per garantire una buona UX.

Di seguito analizzeremo queste metriche più nel dettaglio.

Largest Contentful Paint (LCP)

Questa metrica valuta la performance di caricamento delle pagine su un sito web. Nel dettaglio, vengono valutati:

  • Elementi di tipo immagini <img>
  • Elementi di tipo immagini <image> dentro a elementi di tipo <svg>
  • Elementi di tipo video <video>
  • Elementi di immagini in background caricati attraverso la funzione url () che si usano dentro i CSS
  • Elemento di blocco (Block-level) che contiene testo o altri elementi

Vengono penalizzati i contenuti invasivi come titoli, immagini, video, banner pubblicitari e pop-up molto grandi.

FID (First Input Delay)

Il tempo che intercorre tra la prima interazione di un utente con una pagina del sito e il momento in cui il browser risponde all’azione viene misurato e valutato dal cosiddetto “First Input Delay”. La capacità e la velocità di risposta al primo input dell’utente, infatti, vengono considerati da Google elementi cruciali per garantire una buona usabilità del sito web e modellare l’impressione generale della qualità di navigazione.

CLS (Cumulative Layout Shift)

Il CLS è il risultato di due componenti: componente d’impatto e componente di distanza. La componente d’impatto è un valore che si misura in percentuale e si riferisce allo spazio occupato da un elemento nella finestra e quello che occupa dopo il suo spostamento. La componente di distanza è la distanza maggiore che un elemento instabile ricopre nel riquadro durante lo spostamento diviso per la dimensione più grande della finestra. Il prodotto di queste due componenti espresse in percentuale dovrebbe dare 0,1.

Come migliorare i core web vitals

Per migliorare i core web vitals si dovrebbero apportare alcune azioni correttive, tra cui: ridurre le dimensioni della pagina a meno di 500 KB; limitare il numero di risorse presenti in pagina a 50; valutare l’introduzione di AMP (Accelerated Mobile Pages), un framework HTML ottimizzato per la navigazione web mobile che ha lo scopo di aiutare le pagine web a caricarsi più velocemente.

L’ottimizzazione di questi fattori ti consentirà di:

  • ottenere maggiori visite di pagina e maggiore traffico al tuo sito
  • avere sessioni di navigazione più lunghe 
  • ridurre il bounce rate
  • aumentare la soddisfazione degli utenti e di conseguenza avere più possibilità di conversione

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Consent Mode: cos’è e come implementarlo

Cos’è il consent mode

Il GDPR e la conseguente richiesta di consenso per il trattamento dei propri dati ha fatto in modo che gli utenti siano più attenti a condividere i propri dati e tutelino maggiormente la propria privacy.

La normativa infatti, prevede che gli utenti debbano scegliere se accettare due tipologie di tracciamenti:

  1. Statistici: permettono di verificare l’utilizzo del sito da parte degli utenti
  2. Profilanti: raccolgono informazioni per fini pubblicitari

Google per sopperire a questo problema ha lanciato la funzionalità Consent Mode che consente di ottenere informazioni in maniera anonima e cookieless, in linea con la scelta espressa dall’utente sul banner dei cookie.

Come integrare il Consent Mode

Il Consent Mode può essere integrato con Google Analytics, Google Ads e Floodflight tenendo separato il tracciamento statistico da quello pubblicitario e si basa sulla presenza di una CMP (Consent Management Platform) dalla quale riesce a ricavare le categorie di cookie accettate o rifiutate dall’utente grazie alle azioni dell’utente stesso sul banner cookie. In base al consenso dell’utente, vengono registrate informazioni anonime che riguardano la visualizzazione della pagina e/o eventuali parametri presenti nell’URL riguardanti le campagne di provenienza.

L’implementazione del Consent Mode consente una raccolta dati molto più granulare soprattutto per quanto riguarda l’affidabilità dei dati provenienti da campagne di advertising, fortemente influenzate dalla dismissione di cookie di terza parte e dai blocchi relativi alla privacy. Infatti, quando gli utenti non accettano i cookie di terze parti, le piattaforme pubblicitarie ricevono molti meno dati rispetto a quelli raccolti in precedenza. Questo si traduce in un numero inferiore di dati e, il più delle volte, imprecisi. Grazie al consent mode è possibile registrare gli atterraggi sul sito anche degli utenti che non interagiscono con il banner o negano il consenso. Inoltre, vengono registrate conversioni legate a Google Ads anche nel caso in cui l’utente non accetti i cookie profilanti. Un altro aspetto positivo riguarda la raccolta da parte di Google dei dati che verranno utilizzati sulle sue piattaforme per creare modelli previsionali, utili per attivare il machine learning quando i cookie di terze parti verranno dismessi da ogni browser.

Le piattaforme di gestione del consenso compatibili con il Consent Mode sono:

  • Cookiebot
  • Iubenda
  • OneTrust
  • Osano
  • Sourcepoint

Come funziona il Consent Mode

Per gestire i cookie relativi all’analisi e alle campagne pubblicitarie sul tuo sito, Google ha introdotto due tipi di consenso:

  1. analytics_storage: determina il comportamento dei cookie analitici sul tuo sito web in base al consenso dato dall’utente. Se gli utenti non dovessero concedere il consenso ai cookie analitici, il tuo sito web riceverebbe comunque dati di base come: orario delle visite al tuo sito web, user agent ovvero se gli utenti sono atterrati sul tuo sito web, referrer e dunque un’indicazione sul modo in cui l’utente è arrivato sul tuo sito web.
  2. ad_storage: regola il comportamento dei cookie di marketing sul tuo sito web a seconda dello stato del consenso scelto dall’utente. Quindi non verrà più mostrata pubblicità mirata basata sul tracciamento dei dati personali ma il tuo sito web mostrerà pubblicità contestuale basata su dati anonimi. Inoltre, nel caso in cui un utente non abbia accettato i cookie relativi al marketing, la Consent Mode consentirà di misurare le conversioni relative a una specifica campagna a livello aggregato, e non più a livello di singolo utente.

Google ha dichiarato che: “in media, il Consent Mode recupera più del 70% delle conversioni provenienti dagli annunci Google Ads che andrebbero perse a causa delle scelte di consenso degli utenti“.

Quindi, grazie al Consent Mode, tutti i parametri dei tag relativi alla profilazione dell’utente (necessari, statistici, marketing) potranno essere gestiti in modo automatico e potranno modificare il loro comportamento nel caso in cui gli utenti decidessero di cambiare i propri consensi in un secondo momento. Il nostro consiglio è quello di installare questa funzionalità con l’aiuto di un partner tecnico preparato e previo confronto con il proprio DPO per garantire una raccolta dati più precisa e accurata, evitare la perdita di dati e allo stesso tempo assicurare il rispetto della privacy agli utenti.

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Cookieless: come prepararsi a uno scenario senza cookie

Cookieless: il futuro dell’advertising

Google ha annunciato che nel 2023 eliminerà gradualmente i cookie di terze parti all’interno di Chrome. Questo cambiamento segna un avvenimento molto importante perché i cookie di terze parti consentono di raccogliere delle informazioni preziose sugli utenti riguardanti il suo comportamento online e le sue abitudini di acquisto. I primi ad essere coinvolti da questo cambiamento saranno proprio i team di marketing digitale che si affidano da anni ai cookie per comprendere il comportamento degli utenti. D’altra parte però, per molti consumatori il fatto che i professionisti del marketing e gli inserzionisti tengano traccia della loro attività online con cookie di terze parti è diventato controverso,  sollevando il problema della tutela della propria privacy.

Alcune aziende, tra queste Apple e Google, hanno già iniziato a eliminare gradualmente il supporto dei cookie nei loro browser e questo è un segnale forte che sottolinea la necessità da parte dei team di marketing ad adattare le loro strategie per la raccolta di dati, migliorare l’esperienza utente e allo stesso tempo assicurarsi che gli annunci vengano visualizzati dal target corretto.

In un contesto cookieless, si dovranno dunque individuare nuovi metodi per tracciare le conversioni e comprendere i comportamenti dell’utente senza utilizzare i suoi dati.
Di seguito ne riportiamo alcuni:

Dati di prima parte

In un mondo senza cookie, disporre di dati di prima parte sarà sempre più cruciale. Dunque sarà necessario trovare il modo per ottenere informazioni sugli utenti che navigano il tuo sito web o acquistano sul tuo e-commerce. Ad esempio, un sito di e-commerce potrebbe chiedere di raccogliere i dati del consumatore, come nome, indirizzo email e canale di riferimento, durante il checkout. Nel fornire queste informazioni, il cliente acconsentirà a fornirti dati di prima parte molto preziosi che potranno essere utilizzati da te per per continuare a offrire un’esperienza utente personalizzata e prevedere le tendenze comportamentali future.

Riassumendo, il primo passo è ottenere il consenso e ottenere la fiducia dei tuoi clienti. Man mano che ci allontaniamo dai cookie, il monitoraggio e il remarketing diventeranno sempre più difficili e costruire relazioni solide con i clienti sarà fondamentale per raggiungere i tuoi obiettivi.

Universal ID

L’universal ID è un identificatore personale per ogni utente che tiene conto di tutti i suoi dispositivi. L’utilizzo dell’universal ID porta con sé numerosi vantaggi:

  • Migliore user experience: le pagine web vengono caricate più velocemente grazie alla riduzione dei pixel attualmente richiesti per superare le limitazioni dei cookie.
  • Maggiore precisione nel processo di identificazione di un utente
  • Conoscenza dell’utente multi-dispositivo

E-mail marketing

Per ottenere dati di prima parte, concentrati sui canali di marketing che non richiedono cookie (soprattutto cookie di terze parti) per il targeting e il monitoraggio. L’e-mail è un ottimo esempio poiché è guidato da una delle informazioni più preziose sui clienti (il loro indirizzo e-mail). Grazie a questo potente strumento, sarai in grado di fornire contenuti altamente pertinenti e accattivanti senza fare affidamento sui cookie per l’identificazione dei clienti.

Il settore dell’advertising dovrà dunque adattarsi ad un futuro senza cookie e dovrà dimostrare di essere in grado di fornire soluzioni di targeting nel rispetto della privacy degli utenti.

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Loyalty program: come fidelizzare i propri clienti

Loyalty program: cos’è

Un programma fedeltà, o programma premio, è una strategia di marketing che premia i clienti fedeli che comprano spesso da un brand. L’obiettivo è costruire relazioni durature e di qualità con i propri clienti, personalizzare le esperienze di acquisto e accrescere la loro soddisfazione.

Esistono diverse tipologie di programmi fedeltà, qui di seguito ne riporteremo alcune delle più utilizzate.

Tipologie di programmi fedeltà

  • Il programma a punti

Il sistema a punti si basa sul principio che più il cliente spende e più punti può ottenere. Ogni volta che un cliente fa un acquisto, ottiene un certo numero di punti a seconda della spesa.

  • Il programma a pagamento

Un programma a pagamento invita gli utenti a iscriversi ad un abbonamento mensile o annuale e in cambio il brand riconosce agli utenti dei benefici esclusivi per i suoi membri.

  • Il programma di beneficienza

Non tutti i programi fedeltà includono sconti, nel caso in cui si decidesse di optare per un programma di beneficienza, potresti pensare di creare un programma che vada a sostenere delle associazioni che promuovano dei valori che rispecchiano il tuo brand. Ad esempio, se promuovi il benessere degli animali o dell’ambiente e fai utilizzo di prodotti ecosostenibili, potresti pensare di creare un programma di beneficenza che vada a sostenere associazioni ambientaliste.

  • Il programma a livelli

Il sistema a livelli viene costruito sull’idea che più fedeli sono i clienti al proprio brand e più elevati saranno i premi che riceveranno. Tra i premi più comuni troviamo: omaggi, premi esperienziali e vacanze, gift card, buoni, sconti su transazioni future.

  • Il programma a progressi

Questo tipo di programma ha come obiettivo primario quello di avvicinarsi agli utenti e incoraggiarli a fare dei progressi attraverso il programma fedeltà. Se un tuo prodotto aiuta i tuoi clienti a raggiungere i propri obiettivi o a superare delle sfide, saranno più propensi ad acquistare da te. Questo avviene perché alle persone piace sempre legare il proprio successo alla persona o al brand che li ha aiutati a raggiungere i propri obiettivi. Ad esempio, se gli utenti riescono ad imparare una nuova lingua grazie a un software, questo spingerà gli utenti a fidelizzarsi al brand perché attribuiscono i loro successi ad esso.

  • Il programma community

Questo programma si fonda sulla costruzione di una community online in cui gli utenti si riconoscono nella condivisione di interessi comuni e possono interagire liberamente tra di loro scambiandosi idee, feedback e consigli. In questo modo, avrai accesso a informazioni cruciali per correggere o migliorare aspetti del tuo prodotto e saprai in tempo reale quello che gli utenti pensano del tuo brand!

  • Il programma su abbonamento

I clienti cercano la convenienza, dunque incentiva i clienti a preferire l’abbonamento piuttosto che un singolo acquisto. Se riuscirai a offrire i tuoi prodotti su abbonamento, potrai incrementare il lifetime value del cliente.

Vantaggi

L’implementazione di programmi fedeltà consente di:

  • ridurre il churn rate
  • migliorare il tasso di retention
  • aumentare lo scontrino medio di ciascun cliente
  • acquisire dati sul comportamento d’acquisto e di consumo dei propri clienti, attraverso i dati raccolti le aziende riescono a profilare i loro clienti e andare incontro alle loro esigenze
  • individuare nuove modalità di accrescimento del valore per il cliente e per l’impresa
  • attivare campagne clusterizzate e customizzate di comunicazione omnicanale
  • trasformare i clienti in brand ambassador, migliorando la brand advocacy
  • stimolare il cliente fidelizzato ad acquistare dall’azienda nuovi prodotti anche a fronte di un premium price

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Server Side Tagging: cos’è e come funziona

GTM Server-Side

Il Server Side Tagging (SST) è il nuovo sistema di collegamento che consente di implementare un container GTM lato server e non più lato client. Il lato client e il lato server sono i due modi per raccogliere e fornire dati, ma ogni approccio ha i rispettivi vantaggi e svantaggi. La consegna dei dati lato client viene comunemente eseguita tramite tag, uno dei modi più popolari per trasmettere dati dalle pagine Web. Questo tipo di tracciamento prevede che il browser dell’utente (client) invii dati direttamente a un server. Il metodo viene utilizzato per raccogliere e condividere i dati dal tuo sito Web ai fornitori di tecnologie di marketing ed è indicato come gestione dei tag. La gestione dei dati lato server invece fa riferimento alla modalità con cui un pixel o un tag invia dati al tuo server web (o a un diverso tipo di server), quindi il tuo server web passa quei dati al sistema/server di destinazione. Questi dati potrebbero essere utilizzati da una piattaforma di marketing automation, uno strumento di personalizzazione o un altro tipo di sistema di esecuzione. GTM Server-Side nasce con l’obiettivo di alleggerire la parte client e trasferire queste operazioni sul server. Un grande vantaggio è che, trovandosi sul server, il container può ricevere dati da fonti diverse: siti web, app, dispositivi internet of things e così via.

Vantaggi del monitoraggio lato cliente

  • Dati contestuali: il monitoraggio lato client ha il vantaggio di avvenire sul dispositivo dell’utente, fornendo accesso diretto a dati specifici dell’utente, come cookie, parametri URL, user agent, referrer e indirizzo IP. Raccogliendo sul client, puoi facilmente raccogliere e tenere traccia di tutte queste informazioni da utilizzare per attivare altre azioni. Dati come i cookie sono comunemente usati per il targeting degli annunci.
  • Facilità di implementazione: il monitoraggio lato client ha anche un vantaggio quando si tratta di installazione.
  • Più economico: i costi di trasmissione dei dati per il monitoraggio lato client sono generalmente inferiori. La trasmissione lato server comporta costi più elevati a causa dell’utilizzo di risorse di fornitori di terze parti nel cloud anziché nel dispositivo dell’utente di destinazione.

Come funzionano i tag client-side di GTM

Ogni sito web in aggiunta ai contenuti (page content) forniti dal web server dispone di un GTM (Tag Manager web container) installato. Il Tag Manager attiva dei Tag che a loro volta richiamano dei servizi che risiedono in server esterni. Tutte le chiamate sono create e gestite dal browser stesso ma per far sì che questo accada, ogni Tag nelle pagine del sito deve aggiungere una serie di librerie JavaScript per poter eseguire le diverse chiamate ai servizi esterni.

Cos’è il Client

Il Client è il sistema di collegamento tra il contenitore web (dove ci sono i vari tag di Google Analytics, Facebook, etc.) e il contenitore Server. Nel caso specifico del tracking, è il device che l’utente sta utilizzando ed è il browser che l’utente usa per navigare. Il tracciamento Client-Side è gestito dal JavaScript eseguito dal browser. Il contenitore Web, attraverso i propri Tag Client-Side invia le informazioni al contenitore Server che a sua volta intercetta i dati attraverso il nuovo elemento Client. Successivamente le informazioni vengono gestite dal Tag Server-Side che si occuperà di comunicare direttamente con i servizi esterni (Google Analytics, Facebook, etc.) trasferendo le informazioni in questione.

Vantaggi del monitoraggio lato server

  • Maggiore affidabilità dei dati: il monitoraggio lato server è generalmente più affidabile perché l’ambito della gestione dei dati è notevolmente ridotto e l’organizzazione può esercitare un maggiore controllo sulla trasmissione.
  • Migliore accuratezza dei dati e migliore performance del dispositivo: il monitoraggio lato server ha anche il vantaggio di rimuovere il carico di elaborazione dal dispositivo di un client e di spostarlo nel cloud. Ciò si traduce in meno lavoro per il dispositivo del client, che può portare a un aumento delle prestazioni dell’applicazione e del dispositivo. Un’applicazione più veloce che consuma meno batteria migliora l’esperienza del cliente e può migliorare notevolmente i tassi di conversione.

Come si implementa il Server-Side?

Il tracciamento Server-Side può essere implementato grazie a:

  • Integrazioni (plugin) dei CMS
  • Programmatore che scrive codice nel server usando le API
  • Servizi esterni server-side
  • Google Tag Manager Server-Side

Perché implementarlo?

  • Aumenti il ranking SEO
  • Dati più accurati
  • Sicurezza dei dati

Tuttavia, questa nuova tecnologia non va a sostituirsi all’attuale funzionamento di Google Tag Manager Client-Side. Infatti nelle piccole e medie realtà, un sistema di tracciamento Server-Side potrebbe essere molto oneroso sia a livello di tempo che di risorse tecniche ed economiche da investire per la sua gestione e ottimizzazione. Spesso è fondamentale disporre di funzionalità flessibili che siano in grado di soddisfare le pratiche di gestione dei dati tradizionali ed emergenti all’interno della stessa piattaforma e questo dipende anche dalla strategia di digital marketing che si intende perseguire. 

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Cos’é il Geofencing Marketing e come funziona

Cos’è il Geofencing Marketing e come funziona

L’espressione “Geofencing” deriva dall’inglese “geo fence”, in italiano perimetro, e viene utilizzata per far riferimento ad un perimetro virtuale associato a un’area geografica del mondo reale. Il geofencing utilizza dispositivi capaci di determinare la propria posizione, per esempio gli smartphone, usati come terminali di un location-based service (LBS). In un servizio di questo tipo, quando un utente entra o esce da un “geo-fence”, il dispositivo oppure il gestore del servizio ricevono una notifica che può essere usata per controllare azioni prestabilite.

Questa tecnica viene utilizzata nel marketing per identificare potenziali clienti in base alla loro posizione e consente di avere informazioni iper-specifiche sugli utenti utilizzando la loro posizione per capire i loro interessi. Attualmente il geofencing viene spesso utilizzato in combinazione con tecniche di geomarketing, per comunicare messaggi informativi/pubblicitari specifici a determinate persone che transitano in un luogo (sia esso un negozio, un hotel, un ristorante e così via).

Come funziona il geofencing?

Il geofencing consente alle app mobile di tracciare i movimenti degli utenti registrati (Android e iOS) all’interno di una precisa area geografica. In questo modo, gli inserzionisti riescono a raggiungere il proprio target di riferimento in precisi touchpoint. Chiaramente queste azioni possono essere compiute solo se la persona identificata ha accettato in precedenza di entrare a far parte del servizio di geofencing. Inoltre, è doveroso specificare che, come tutti i sistemi di Real Time Location System (RTLS), anche i sistemi di geofencing non raccolgono informazioni sensibili legate all’identificazione della singola persona ma i dati raccolti riguardano soltanto l’identificazione dell’IP del telefonino e il relativo posizionamento in uno spazio.

Inoltre, il geofencing può aiutarti a identificare le persone in prossimità della posizione fisica della tua attività e, di conseguenza, a pubblicare annunci più precisi e customizzati. Puoi anche creare campagne con target geografici variabili in base al contesto della ricerca. Un buon punto di partenza sono i consigli sulle parole chiave dello strumento di pianificazione delle parole chiave di Google.

Se intendi implementare il geofencing nella tua strategia di marketing, ci sono alcuni aspetti che dovresti considerare:

  • Non tutte le piattaforme sono così iper-granulari dunque è importante trovare una piattaforma pubblicitaria in grado di indirizzare il livello di granularità di cui hai bisogno.
  • La dimensione del pubblico è importante. L’area che deciderai di monitorare dovrà avere abbastanza dati da utilizzare. Dunque, prima di iniziare, dedica del tempo a capire quale area riceve maggiormente traffico.
  • Integra questi principi nelle tue campagne di ricerca, native e display.
  • Pensa al tuo mercato di riferimento e chiediti: cosa rende unici i miei potenziali clienti? Quali sono le caratteristiche specifiche dei miei potenziali clienti? Sulla base di queste caratteristiche, dove potrebbero essere?

Alcuni consigli per il marketing del geofencing

  • Attira i visitatori verso le tue posizioni aggiungendo geofence nei principali POI (Punti di interesse) come ad esempio: aeroporti, hotel o località turistiche e invia loro notifiche che creino urgenza per convincerli a visitare la tua attività.
  • Chiedi un feedback ai tuoi clienti per avere una migliore conoscenza della tua attività e dell’esperienza in negozio. Non dimenticare di fornire incentivi o premi per convincere a completare il sondaggio.
  • Intercetta i clienti nelle località dei tuoi concorrenti aggiungendo geofence a locali dove sono presenti i tuoi principali competitor. Questa semplice azione ti consentirà di attirare l’attenzione e influenzare il comportamento dei consumatori. Utilizzando questa tattica, puoi anche sapere quale segmento dei tuoi clienti frequenta le attività dei tuoi concorrenti.
  • Implementa azioni di retargeting ai clienti che hanno visitato una località specifica o che hanno interagito con le tue campagne per offrire un’offerta speciale o promuovere il tuo programma fedeltà.

In conclusione, comprendere cos’è il marketing del geofencing e capire come utilizzarlo può aiutarti a indirizzare i potenziali clienti in modo intelligente e mirato e può contribuire ad incrementare il tuo ROAS. Hai ancora dei dubbi?

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Performance Max: cos’è e come utilizzarlo

Che cos’è Performance Max

Performance Max è un nuovo tipo di campagna di Google Ads che grazie alle tecnologie di Machine Learning è in grado di massimizzare le performance della tua strategia di advertising.

Performance Max utilizza modelli di machine learning per ottimizzare le offerte e i posizionamenti per aumentare le conversioni o il valore di conversione per il raggiungimento dei tuoi obiettivi e consente agli inserzionisti di accedere a tutto lo spazio pubblicitario da un’unica campagna su YouTube, Display, Ricerca, Discover, Gmail e Maps. Di conseguenza, ti basterà impostare il budget, gli obiettivi e le conversioni che desideri misurare e Performance Max pubblicherà l’annuncio più appropriato per massimizzare il rendimento della tua campagna. Inoltre, unendo le strategie di offerta automatica Smart Bidding sarà più semplice individuare le opzioni che hanno la più alta probabilità di raggiungere i tuoi obiettivi di business per la tua campagna in tutto lo spazio pubblicitario di Google. Tuttavia, è fondamentale fornire input importanti come ad esempio informazioni sul tuo pubblico (inclusi i dati dei tuoi clienti) e testo, immagini e video di alta qualità che possono migliorare significativamente il rendimento della tua campagna.

Quando utilizzare Performance Max

Le campagne Performance Max consentono agli inserzionisti e ai marketer di accedere a nuovi spazi pubblicitari e formati non attualmente disponibili con Smart Shopping o campagne locali, aumentare le conversioni, trovare nuovi clienti e ottenere informazioni più dettagliate sugli utenti e sulle performance delle tue campagne.

Performance Max è l’opzione migliore da utilizzare quando:

  • Hai obiettivi pubblicitari e di conversione specifici (ad es. aumentare le vendite online, generare lead, ecc.).
  • Vuoi massimizzare il rendimento della tua campagna e non limitare la visualizzazione dei tuoi annunci su un solo canale.
  • Vuoi accedere facilmente a tutti i canali pubblicitari di Google utilizzando un’unica campagna.
  • Vuoi ottenere una copertura e un valore di conversione di maggiore qualità oltre alle campagne sulla rete di ricerca basate su parole chiave.

7 consigli per implementare le funzionalità di Performance Max

  1. Scegli gli obiettivi di conversione

Individua gli obiettivi che intendi raggiungere. Le azioni di conversione e gli obiettivi che utilizzi guideranno direttamente Smart Bidding e l’automazione per raggiungere tali obiettivi. Disporre di una solida strategia di misurazione delle conversioni è fondamentale per migliorare il rendimento della tua campagna. Ad esempio, se il tuo obiettivo è la generazione di lead, potresti voler ottimizzare per lead qualificati o convertiti il ​​più vicino possibile alla vendita finale.

  1. Imposta il budget 

Scegli la strategia di offerta più adatta ai tuoi obiettivi. In base ai tuoi obiettivi, Performance Max utilizza Smart Bidding per impostare le offerte giuste in tempo reale per ogni asta e ottimizzare il budget investito.

  1. Mantieni attiva l’espansione dell’URL finale per generare più conversioni su query di ricerca pertinenti

L’espansione dell’URL finale utilizza le pagine di destinazione del tuo sito web e le associa a query pertinenti personalizzando dinamicamente i titoli dei tuoi annunci. Questa funzione consentirà ai tuoi annunci di essere visualizzati in ricerche aggiuntive che hanno una forte probabilità di generare conversioni.

  1. Crea gruppi di contenuti correlati a un singolo tema

Aggiungi diverse versioni di testo, immagini e video (incluse immagini di diverse dimensioni). Usa immagini autentiche e di alta qualità che ispirino le persone a interagire con il tuo brand. Assicurati inoltre che le tue risorse di testo differiscano in modo significativo l’una dall’altra e abbiano senso se combinate insieme. Includi una risorsa video della durata di almeno dieci secondi. Se non disponi di un video, Performance Max ne genererà automaticamente uno di alta qualità utilizzando le altre risorse. Ricorda che puoi creare più gruppi di risorse per campagna ma ogni gruppo di risorse dovrà essere correlato a un tema unificato (ad esempio una categoria di prodotti o servizi). Ciò consentirà all’automazione di assemblare le tue risorse in tutti i formati di annunci pertinenti e mostrare creatività più significative al tuo pubblico.

  1. Individua a quali segmenti di pubblico rivolgerti

Per individuare i segmenti di pubblico a cui rivolgere le tue comunicazioni, i tuoi dati (che includono Customer Match e gli elenchi dei visitatori del sito Web) e i segmenti personalizzati sono le informazioni sul pubblico più utili da fornire poiché forniscono un segnale forte su quali segmenti di pubblico hanno maggiori possibilità di conversione. Per utilizzare Customer Match, ti consigliamo di creare un elenco clienti, caricarlo su Google Ads e aggiornare regolarmente l’elenco clienti.

  1. Includi le estensioni annuncio

Utilizza il maggior numero possibile di estensioni annuncio pertinenti, le estensioni annuncio renderanno i tuoi annunci più visibili e forniranno maggiori dettagli ai tuoi clienti. È possibile utilizzare un’ampia varietà di estensioni annuncio, come: sitelink, callout, moduli per i lead, telefonate e altro ancora.

  1. Misura i risultati

Concentrati su metriche di rendimento pertinenti che sono in linea con la tua strategia di offerta. Prima di lanciare una campagna, esamina le metriche di conversione (ad es. volume o valore delle conversioni e CPA o ROAS medio) e monitorale per alcune settimane per le campagne ottimizzate per gli stessi obiettivi di conversione che prevedi di utilizzare in rendimento massimo. Dopo aver aggiunto Performance Max al mix di campagne, attendi alcune settimane prima di valutarne il rendimento.

Infine, utilizza i rapporti sugli asset per vedere quali asset della creatività stanno ottenendo un buon rendimento. Selezionando “Visualizza dettagli” nel tuo gruppo di asset, puoi verificare se la qualità della tua risorsa è “Bassa”, “Buona” o “Migliore” e vedere se è necessario aggiungere nuovi asset per l’automazione da utilizzare nelle tue creatività. Puoi anche visualizzare la scheda “Combinazioni” per vedere quali combinazioni di risorse hanno ottenuto il rendimento migliore, oltre alla possibilità di visualizzare in anteprima i tuoi annunci per canale. Questo potrà fornirti informazioni utili sui tipi di risorse creative che sono maggiormente performanti e ti aiuterà a definire quali risorse future caricare, nonché affinare la tua strategia.

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5 trend per gli Ecommerce per il 2022

Ecommerce nel 2022: 5 trend

L’e-commerce si conferma essere forte protagonista, insieme a una costante digitalizzazione che ha visto un incremento di acquisti da mobile, sulle piattaforme social e attraverso comandi vocali. La presenza online delle aziende è destinata a crescere esponenzialmente, per questo motivo è importante interrogarsi sulle tendenze principali, sia dal punto di vista dei consumatori che da quello delle aziende.

Di seguito i 5 principali trend di e-commerce per il 2022:

1. Sostenibilità

Particolarmente vero tra il pubblico più giovane, l’attenzione alla sostenibilità è già una tendenza nel marketing e continuerà ad esserlo anche nel 2022. Molti brand stanno abbandonando la plastica, soprattutto quando si parla del packaging. Altre aziende hanno iniziato a includere informazioni sui prodotti sull’origine dei materiali e su come riciclarli.

2. Vintage, abbigliamento di seconda mano

Strettamente collegato alla sezione precedente, gli articoli up-cycling, vintage e di seconda mano stanno acquisendo sempre più popolarità. Infatti, negli ultimi anni le aziende che si sono concentrate specificamente sugli articoli di seconda mano come ad esempio Poshmark e Depop, due piattaforme leader focalizzate sull’abbigliamento di seconda mano, hanno visto una solida crescita. Inoltre, aziende come Ikea e Zalando stanno ampliando il loro inventario per includere articoli di seconda mano. Allo stesso modo, aziende di elettronica come Apple e Bestbuy, danno la possibilità di acquistare articoli ricondizionati, consentendo ai consumatori di scegliere tra una gamma più vasta di dispositivi a prezzi più accessibili. Gli e-commerce potrebbero trarre vantaggio da questa tendenza fornendo opzioni simili.

3. Social Commerce

L’esponenziale crescita degli ecommerce a cui abbiamo potuto assistere negli ultimi due anni ha condotto ad una rapida crescita del cosiddetto “Social Commerce” ovvero alla fusione di eCommerce e social media che permette ai consumatori di acquistare prodotti e servizi direttamente sulle piattaforme dei social network. Si presume dunque che questa tendenza continuerà ad essere protagonista anche del 2022. Sono tre i colossi Social che stanno attualmente dominando il Social Commerce: Facebook, Instagram e Pinterest ma anche TikTok sta implementando tutte le funzionalità legate all’acquisto in piattaforma e agli incentivi per l’uso business.

4. Fast delivery

Il servizio di consegna a domicilio è in rapida evoluzione. Dall’inizio della pandemia, le aziende hanno colto l’occasione per soddisfare la domanda dei consumatori di consegne a domicilio rapide e convenienti, ma gli sforzi non stanno ancora soddisfacendo i desideri dei consumatori. Le generazioni più giovani, i millennial e la generazione Z, si aspettano tempi di consegna più flessibili e più rapidi e le aziende si stanno impegnando per soddisfare le loro esigenze. Catene di approvvigionamento super ottimizzate, distribuzione e consegna assistita da software stanno già cambiando le regole del gioco nella consegna a domicilio e queste saranno le tendenze da tenere in considerazione nel corso dell’anno.

5. Commercio D2C

Con l’evoluzione dell’e-commerce, le aziende hanno iniziato a vendere direttamente ai consumatori, evitando così un gran numero di rivenditori e intermediari. Questo è noto come commercio D2C o “diretto al consumatore”.

L’idea delle vendite “dirette al consumatore” è cresciuta in popolarità negli ultimi cinque anni grazie alla possibilità di collegamento diretto attraverso negozi online, produttori e grandi grossisti. In effetti, è abbastanza comune per i grandi marchi abbandonare enormi piattaforme di trading come Amazon, perché hanno già il proprio negozio online. Ad esempio, Nike ha smesso di usare Amazon ed eBay perché ha già un proprio negozio. La vendita diretta al consumatore offre ai consumatori prezzi più bassi e maggiori profitti alle aziende, dunque non c’è dubbio che questa tendenza continuerà anche nel 2022.

Oltre a queste tendenze, ecco alcuni consigli per potenziare ulteriormente la tua attività di e-commerce:

  • Analizza il mercato per scoprire le tendenze del settore

Sfruttare alcune delle tendenze di cui sopra dipende innanzitutto dal riconoscere il modo in cui si relazionano alla tua attività e dall’essere in grado di sfruttarle. Studiare costantemente i mercati e il loro pubblico ti aiuterà a stabilire strategie migliori.

  • Studia la concorrenza

Per prosperare in qualsiasi attività, devi tenere d’occhio i tuoi rivali. Quali tendenze creative stanno abbracciando? Quali innovazioni stanno apportando? Quali sono gli elementi differenzianti?

  • Monitora le notizie e gli influencer del settore

Per essere sempre in vantaggio rispetto ai tuoi concorrenti, stai al passo con le tendenze emergenti, segui gli influencer del tuo settore e resta sempre aggiornato sulle ultime novità e trend del momento.

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LinkedIn Ads: come impostare campagne che convertono su LinkedIn

Perché utilizzare LinkedIn Advertising?

LinkedIn Ads si rivela particolarmente performante per le imprese B2B dal momento che il pubblico di LinkedIn è composto principalmente da professionisti che intendono connettersi, informarsi e trovare nuove opportunità di lavoro e di collaborazione. Tuttavia, anche nel caso in cui un’azienda B2c intenda promuovere un prodotto che aiuta la produttività o l’efficienza nella gestione dei processi, LinkedIn Ads potrebbe rivelarsi un valido strumento di promozione. L’attività di advertising condotta su questa piattaforma potrà aiutarti a raggiungere il pubblico giusto in un breve lasso di tempo, ma ricorda che per ottenere ottenere i risultati desiderati, è importante definire in modo chiaro ed esplicito gli obiettivi che si vogliono raggiungere e successivamente impostare un piano di advertising. Infatti, senza un’attenta pianificazione, l’attività svolta sui social media risulterà vana.

Ma come impostare una campagna di advertising su LinkedIn? In questo articolo ti spiegheremo brevemente i passaggi che dovrai seguire per impostare una campagna che converte, mettendo in evidenza le varie tipologie di annunci esistenti che è possibile attivare a seconda dell’obiettivo che intendi perseguire.

Come impostare una campagna di advertising su Linkedin?

LinkedIn rappresenta la piattaforma ideale per la pubblicazione di contenuti nel settore B2B per aumentare la brand awareness o fare lead generation. Per poter avviare una campagna su LinkedIn, è necessario disporre di una pagina aziendale, iscriversi a LinkedIn Campaign Manager e creare un account di fatturazione.

Per prima cosa, scegli l’obiettivo che intendi raggiungere con la tua campagna LinkedIn Ads:

  • Brand awareness: per migliorare il posizionamento del brand e far conoscere il tuo brand al target di riferimento
  • Website visits: per portare traffico verso il tuo sito aziendale o specifiche landing page
  • Engagement: per generare interazione sui tuoi contenuti o aumentare il numero di follower sulla tua pagina
  • Video views: per mostrare a più persone possibili i tuoi contenuti video
  • Lead generation: per spingere gli utenti a utilzzare dei form precompilati con i dati LinkedIn estrapolati dal profilo dell’utente che clicca l’ad
  • Website conversions: per indirizzare gli utenti verso il tuo sito web
  • Job applicants: per promuovere posizioni aperte o opportunità lavorative della tua azienda

L’algoritmo di LinkedIn non ha ancora raggiunto livelli di performance così elevati come quello di Facebook, per questo motivo destinare tutto il budget che hai a disposizione in campagne di brand awareness potrebbe non essere la scelta migliore o più economica per la tua azienda. Di conseguenza, è auspicabile scegliere un obiettivo più diretto, come per esempio le conversioni per il tuo sito web (website visits).

Tipologie di annunci

Tra le varie tipologie di annunci che LinkedIn mette a disposizione distinguiamo:

  • Contenuti sponsorizzati 

I contenuti sponsorizzati, noti anche come annunci nativi, mostrano il feed LinkedIn del tuo pubblico, indipendentemente dal fatto che stiano scorrendo su dispositivi mobili o desktop. LinkedIn etichetta questi annunci come “contenuti sponsorizzati”. Per questa tipologia di contenuto, puoi utilizzare caroselli di LinkedIn, immagini singole o annunci video.

  • Messaggi sponsorizzati

La messaggistica sponsorizzata (precedentemente nota come Sponsored InMail) ti consente di fare pubblicità direttamente ai membri di LinkedIn nella loro casella di posta. Ricorda: LinkedIn ha un limite al numero di membri che riceveranno un annuncio di messaggio sponsorizzato al mese. Ad esempio, un membro del tuo pubblico di destinazione non riceverà uno dei tuoi annunci più di due volte in un breve lasso di tempo. 

  • Annunci di testo

Gli annunci di testo vengono visualizzati lungo il lato superiore e destro del feed desktop di LinkedIn in base al Pay-per-click (PPC) o al costo per impressione (CPM).

  • Annunci dinamici

Gli annunci dinamici compaiono sulla destra del feed di LinkedIn e parlano al pubblico direttamente attraverso la personalizzazione. Quando un annuncio dinamico viene visualizzato nel feed di un membro, i suoi dettagli personali, come la foto, il nome del datore di lavoro e il titolo di lavoro, vengono riportati a loro volta. Tuttavia, se i membri trovano questi annunci un po’ troppo personali, possono modificare le impostazioni per nascondere questi dettagli. 

Budget

A seconda dell’obiettivo, della tipologia e della durata della campagna che intendi realizzare dovrai calcolare il budget che si è disposti a investire.

Potrai scegliere tra tre diverse opzioni:

  • CPC (costo per clic)
  • CPM (costo per impressione)
  • CPS (costo per invio) 

LinkedIn richiede un budget più elevato rispetto ad altri social da destinare alle Ads. La ragione per cui LinkedIn richiede costi più elevati può attribuirsi al fatto che il numero degli utenti presenti sulla piattaforma è di gran lunga inferiore al numero degli utenti su altri social network come ad esempio Facebook o Instagram. Di conseguenza, gli inserzionisti si contendono lo spazio per mostrare i propri annunci ad un numero limitato di utenti, facendo salire i prezzi. Infine, ricorda che se desideri che le tue LinkedIn Ads siano efficaci è necessario che la tua azienda abbia un corretto posizionamento su LinkedIn, non solo a livello di profilo e pagina, ma anche di contenuti e di relazioni. Infatti è importante coltivare relazioni che possano portare valore a te e alla tua azienda.

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Instagram: 9 consigli per migliorare la reach organica

Come migliorare la reach organica su Instagram?

Instagram, uno dei social network più utilizzati in Italia, è diventato un ottimo canale per promuovere i propri prodotti e servizi, interagire con gli utenti e creare una community fidelizzata. Tuttavia, l’iscrizione a questo social non garantisce automaticamente visibilità e raggiungere un elevato numero di persone in maniera organica, ovvero senza alcun tipo di sponsorizzazione, è sempre più difficile.

In questo articolo ti forniremo alcune tips per incrementare la visibilità del tuo brand e migliorare la reach organica su Instagram.

9 consigli per aumentare la reach organica

1. Resta aggiornato con le nuove feature e integrale nella tua strategia 

Testa ogni tipo di contenuto della piattaforma e studia i trend del momento: pubblica foto, crea caroselli, fai dirette streaming, condividi video sulla IGTV, crea guide, racconta i retroscena del tuo servizio e/o prodotto attraverso le storie, poni delle domande e interagisci con la tua community, inserisci link e tag che rimandano al tuo sito.  

2. Usa gli hashtag e non dimenticare la caption 

Instagram dà la possibilità di seguire gli hashtag per restare aggiornati su un certo tipo di argomento. Quindi, utilizzando gli hashtag la tua pagina potrà avere maggiori possibilità di apparire nel feed degli utenti che, incuriositi, potranno iniziare a seguire la tua pagina.   

Anche la caption rappresenta un elemento distintivo ed è spesso quello che cattura l’attenzione degli utenti spingendoli ad agire, commentando o condividendo il tuo post. Non è importante la lunghezza del testo poiché quella dipenderà dal Tone of Voice dell’azienda e dalla qualità del contenuto del post che hai preparato, ma il contenuto e il messaggio che veicolerai.  

 3. Rendi i tuoi contenuti accessibili a tutto il pubblico  

Se intendi pubblicare video su IGTV, ricorda di abilitare la piattaforma a pubblicare sottotitoli automatici e compila il testo alternativo, questo consentirà di rendere fruibile il contenuto a un elevato numero di utenti e dare la possibilità di interagire, condividere e commentare i post, le storie e altri tipi di contenuto.  

Infine, abilita i remix per i reel così da agevolare la condivisione di clip con gli utenti e aumentare la visibilità della tua pagina.  

4. Aggiungi i tag 

Quando pubblichi un contenuto non dimenticare di geolocalizzarlo. Questo ti consentirà di entrare in un flusso di visibilità legato a quel luogo e apparire nelle ricerche degli utenti.  Aggiungi i tag dei contenuti brandizzati in modo che le altre pagine possano taggarti nei loro annunci e nei post sponsorizzati, in questo modo potrai sfruttare la visibilità degli altri brand.  

5. Crea storie in evidenza  

Le stories sono attualmente il contenuto preferito dagli utenti. Nelle storie è possibile condividere un post, creare un sondaggio, fare delle domande, scrivere contenuti informativi, fare dei quiz, pubblicare meme e stimolare la discussione su un determinato argomento.  Per aumentare la portata organica di questo genere di contenuto puoi metterle in evidenza e suddividerle per argomenti.  

6. Testa i tempi di pubblicazione 

Non esiste l’orario giusto per pubblicare un certo contenuto, per questo motivo dovresti testare e capire qual è il momento migliore per intercettare e interagire con gli utenti aumentando così le view dei tuoi contenuti.  

7. Interagisci con i tuoi follower  

Per costruire una relazione duratura con i tuoi follower e creare una community che sia realmente interessata ai tuoi prodotti e/o servizi, invitali a condividere i post del brand, poni loro delle domande, cerca di capire quali sono le loro preferenze e chiedi la loro opinione.  

8. Mostra i retroscena del tuo prodotto e/o servizio 

Rendi i tuoi follower partecipi di ciò che fai. Gli utenti apprezzano quando vengono resi partecipi della realizzazione di un prodotto o uno shooting, della scelta di una location o quando hanno la possibilità di assistere ai retroscena.  

9. Crea contenuti divertenti e intrattieni il tuo pubblico 

Uno dei modi più divertenti per interagire con i tuoi utenti è attraverso la creazione di meme. Ma ci sono anche altri metodi grazie ai quali puoi aumentare l’engagement come ad esempio: giornate mondiali, eventi, condivisione di citazioni o frasi ispirazionali.  

In sintesi, non esiste un solo modo per migliorare la propria presenza sui social e aumentare la reach organica ma è importante testare e sperimentare vari formati, contenuti e orari per capire cosa performa meglio. Ma ricorda che una gestione social, perché sia efficace, deve essere pianificata!

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Google Ads: come migliorare la pertinenza degli annunci

Che cosa significa pertinenza dell’annuncio?

La pertinenza dell’annuncio si riferisce al modo in cui Google definisce se una campagna pubblicitaria corrisponde all’intento di ricerca dell’utente. Se un utente cerca “scarpe da arrampicata” ma viene visualizzato un annuncio relativo a scarponi da montagna, tale annuncio non è pertinente per l’utente e probabilmente non farà clic su di esso. Il motivo per cui potrebbe apparire l’annuncio sbagliato a seguito di una ricerca specifica dell’utente, si può attribuire alle keyword che vengono utilizzate e al testo dell’annuncio. Dunque se la query di ricerca si trova direttamente nel titolo del tuo annuncio e se la pagina di destinazione post clic corrisponde all’annuncio, viene considerata pertinente. Più chiara è la connessione tra le tue parole chiave e il testo dell’annuncio, maggiore sarà la pertinenza dell’annuncio. Questo concetto è di fondamentale importanza dal momento che correggere i tuoi annunci e lavorare per aumentare attivamente il tuo punteggio di qualità ti aiuterà a mantenere basso il costo per clic.

Come migliorare la pertinenza dei tuoi annunci su Google Ads?

Google Ads opera su tre livelli, organizzati gerarchicamente:

  • Account: se utilizzi un prodotto Google, come Gmail, hai già un account. In caso di dubbi in merito, puoi consultare le linee guida di Google.
  • Campagna: puoi creare un account anche se non hai una campagna, oppure puoi aprire un nuovo account e impostare subito una campagna.
  • Gruppi di annunci: ti consentono di organizzare e indirizzare i tuoi annunci. Ciascun gruppo di annunci contiene uno o più annunci nonché le parole chiave che attiveranno tali annunci.

Puoi avere più gruppi di annunci in ogni campagna perché i gruppi di annunci rappresentano un ambito più piccolo e più specifico della tua attività rispetto all’intera campagna. Ad esempio, supponiamo che tu venda attrezzatura per sport da montagna e desideri impostare una campagna ad hoc per le scarpe da montagna. Potresti decidere di concentrarti su “scarpe da trekking” per il gruppo di annunci 1, “scarpe da arrampicata” per il gruppo di annunci 2, “scarponi da montagna” per il gruppo di annunci 3 e così via.

Se una campagna rappresenta una categoria della tua attività, come le scarpe da montagna in questo esempio, i gruppi di annunci rappresentano un insieme specifico di prodotti come “scarpe da trekking” o “da arrampicata”. Inutile dire che quando crei i tuoi gruppi di annunci devi prestare molta attenzione alle parole chiave che scegli.

Campagne, gruppi di annunci e parole chiave

Per fare in modo che il tuo annuncio appaia nei primi risultati di ricerca, devi avere ben chiaro la landing che vuoi che l’utente visiti quando crei ciascun gruppo di annunci. Ad esempio, un annuncio che ha come target la parola chiave “scarpe da arrampicata per bambini” dovrebbe portare a una pagina in cui sono disponibili per l’acquisto solo scarpe da arrampicata per bambini. Se ogni gruppo di annunci è strettamente tematico, puoi utilizzare il livello di campagna nel tuo account Google Ads per mantenere organizzati i tuoi gruppi di annunci. A livello di campagna, puoi anche gestire quanto stai spendendo per ciascuna categoria di attività e il rendimento dei tuoi annunci Google controllando il budget giornaliero e i target geografici e linguistici.

Ma come trovare le parole chiave perfette per i tuoi annunci Google? Seleziona le parole chiave per le quali desideri fare offerte e analizza il volume di ricerca e la difficoltà competitiva. Quindi, raggruppa organicamente le parole chiave che desideri scegliere come target e suddividile in sottogruppi. Una volta completata questa fase preliminare, avrai a disposizione un elenco generico di parole chiave. Ricorda che migliore è il tuo targeting, maggiore sarà la pertinenza dell’annuncio.

Analizza e ottimizza le keyword degli annunci

Come accennato in precedenza, la struttura dei gruppi di annunci e le parole chiave target precise possono fare la differenza per la pertinenza dell’annuncio.

Ecco i passaggi per analizzare il tuo elenco di parole chiave:

  • Rimuovi parole irrilevanti: articoli, congiunzioni e preposizioni
  • Scegli parole chiave a corrispondenza inversa: seleziona le parole chiave su cui non vuoi fare offerte
  • Rimuovi duplicati: utilizza il pulsante “rimuovi duplicati” per rimuovere le parole chiave presenti in più di un gruppo di annunci
  • Esplora i filtri: crea gruppi di annunci iper-concentrati selezionando filtri specifici

Tieni sotto controllo i costi identificando parole chiave troppo competitive per la tua campagna e tenendo sempre a mente l’obiettivo di ciascun gruppo di annunci. Consulta il rapporto sulle aste di Google Ads per scoprire con chi ti trovi di fronte a un’asta di Google Ads. Le parole chiave risultanti da tutto il lavoro svolto finora ti informano su cosa dovresti fare offerte e cosa dovresti includere nella tua copia dell’annuncio. Come abbiamo già detto, più chiara è la connessione tra le tue keyword e il testo dell’annuncio, maggiore sarà la pertinenza dell’annuncio.

5 consigli per migliorare la pertinenza dei tuoi annunci

1. Controlla l’intento dell’utente

Verifica manualmente se il testo dell’annuncio corrisponde all’intento di ricerca dell’utente in base alla ricerca delle parole chiave. Se riscontri un disallineamento, sposta le parole chiave non corrispondenti in un altro gruppo di annunci in cui possono essere implementate in testi pubblicitari più pertinenti.

2. Assegna a ciascun gruppo di annunci un singolo argomento

Nella maggior parte dei casi, il motivo per cui i professionisti del marketing riscontrano una scarsa pertinenza degli annunci è che i loro gruppi di annunci non sono sufficientemente mirati, dunque è sempre meglio attenersi a un solo tema di parole chiave per gruppo di annunci.

3. Inserisci le parole chiave dove pertinenti

Assicurati di ottimizzare la tua copia dell’annuncio per la pertinenza. Inizia incorporando la tua parola chiave principale nel titolo e successivamente spostati sulle parole chiave secondarie e modifica il corpo del testo pubblicitario e il campo del percorso, che è la parte dell’URL di visualizzazione visibile negli annunci di testo espansi. Infine, ricordati di includere una CTA alla fine della copia dell’annuncio.

4. Cura la pagina di destinazione

La pertinenza dell’annuncio è fortemente influenzata dal punteggio di qualità. Puoi influenzare attivamente il punteggio di qualità curando la pagina di destinazione collegata al tuo annuncio e assicurandoti che entrambe corrispondano all’intento. In altre parole, il messaggio del testo pubblicitario deve corrispondere al contenuto della pagina di destinazione. Inoltre, la corrispondenza con l’intento della ricerca aggiunge credibilità alla tua attività, poiché dimostra che non stai cercando di ingannare l’utente per ottenere un semplice clic.

5. Monitora il rendimento degli annunci

Infine, monitora il tuo account Google Ads e controlla periodicamente i tuoi annunci.

Se seguirai i nostri suggerimenti, riuscirai ad aumentare la pertinenza degli annunci delle tue campagne Google Ads. Ma ricorda: non esiste una strategia valida per tutti, l’obiettivo è creare la campagna pubblicitaria che funziona meglio per te e il tuo target di riferimento.

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Social Selling Index: cos’è e perché è importante

Il Social Selling Index: cos’è

Per capire se il tuo profilo LinkedIn è ottimizzato ed efficace, puoi verificare il punteggio che LinkedIn attribuisce alla tua presenza online attraverso il Social Selling Index, un indicatore che stima la qualità del tuo profilo e della tua presenza su LinkedIn.

Il Social Selling Index si compone di quattro parametri ai quali viene assegnato un punteggio parziale che va da 0 a 25, la somma dei quattro punteggi concorre al valore finale di questo indice. 

Perché è importante mantenere un alto SSI?

Conoscere le funzionalità, le modalità di utilizzo e le azioni necessarie per aumentare il SSI è fondamentale per capire come migliorare la propria attività su LinkedIn. Se si seguono le linee guida di LinkedIn relative al SSI appare infatti evidente come mantenere alto questo indice possa portare a cogliere maggiori opportunità all’interno del social, in particolare per aumentare il numero di contatti del tuo profilo, trovare esperti nel tuo settore, interagire con loro e costruire una rete di collegamenti reattivi.

Le componenti del Social Selling Index

Di seguito i quattro valori parziali che concorrono a formare il valore finale di questo indice: 

1) Completezza del profilo 

Il profilo LinkedIn è composto da più sezioni che possono essere compilate e modificate nel tempo. Inserisci informazioni di contatto chiare e spiega i servizi che offri in modo sintetico e veritiero. La foto del profilo deve essere recente, professionale e deve avere uno sfondo neutro, non caricare selfie e fai in modo che la foto sia in alta risoluzione. Una parte importante del tuo profilo è rappresentata anche dalla headline: inserisci le giuste keyword per indicizzare il tuo profilo e cerca di comunicare la tua USP. Infine, elenca le tue esperienze professionali in ordine temporale, riporta le tue competenze e chiedi a chi ha collaborato con te di rilasciarti delle referenze.

2) Utilizzo degli strumenti di ricerca

Il motore di ricerca interno di LinkedIn può essere utilizzato per ordinare i risultati in due modi: per “persona” o per “offerte di lavoro”. Per le “query” viene utilizzato un algoritmo sviluppato ad hoc che ordina i risultati che si ottengono quando si cercano persone o aziende sulla piattaforma e può aiutare concretamente a trovare potenziali contatti e nuovi clienti.

3) Condivisione degli aggiornamenti 

Per aumentare l’interazione è importante interagire e dimostrare interesse verso ciò che i tuoi collegamenti pubblicano. Commenta e interagisci attraverso commenti pensati e costruttivi, utilizza i post pubblicati su LinkedIn come spunto per motivare le richieste di collegamento oppure per avviare conversazioni in privato.

4) Creazione di interazioni e costruzione della rete 

Per richiedere un collegamento e avviare una conversazione più reale LinkedIn suggerisce di utilizzare la messaggistica interna. In questo modo sarà più semplice entrare in empatia con i tuoi contatti, espandere la tua rete di collegamenti e sviluppare relazioni concrete. 

In definitiva, il Social Selling Index è un punteggio indicativo che consente di orientarsi meglio su LinkedIn e capire quali azioni intraprendere per migliorare la propria attività online. Per calcolare il proprio SSI, è sufficiente collegarsi al sito https://business.linkedin.com/sales-solutions/the-social-selling-index e cliccare “Get your score free”. Tuttavia, la propria attività non può essere ridotta semplicemente a un numero o a una percentuale ma se si intende davvero emergere sui social è importante creare contenuti di valore ed essere in grado di costruire relazioni durature.

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