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Aumenta la tua visibilità online per trovare il pubblico giusto

Come è possibile aumentare la visibilità aziendale in un mare infinito di aziende e servizi con cui competere? E quando riesci a migliorare la visibilità online, come puoi essere sicuro che il pubblico giusto ti stia vedendo, ascoltando il tuo messaggio e comprendendo che i tuoi sforzi di marketing (e in definitiva la tua offerta) sono giusti per loro?

 

Ottieni la giusta visibilità

È probabile che tu abbia affrontato la sfida incostante di cercare di aumentare la tua visibilità e reperibilità online per il pubblico giusto senza successo. Le aziende di tutti i settori hanno subito le conseguenze del lancio di campagne di marketing e di sensibilizzazione cieche (e infruttuose) progettate per aumentare la visibilità online, solo per scoprire che anche se ottengono trazione o riconoscimento, spesso è con il pubblico sbagliato.

Inevitabilmente questo si riduce a non avere la giusta visione sui dati per ottenere informazioni! In altre parole, i tuoi dati guideranno una migliore comprensione di chi è il tuo pubblico giusto, dove potresti trovarli e a quali messaggi potrebbero essere ricettivi.

Proprio come con la lead generation, creare visibilità aziendale non dovrebbe essere un gioco di numeri. Devi cercare la qualità piuttosto che la quantità. Se stai mirando a ottenere visibilità piuttosto che giusta visibilità, non vedrai riempirsi il marketing funnel e non sarai in grado di giustificare la spesa di marketing.

 

Chi sei e chi è il tuo pubblico di destinazione?

Intraprendere un viaggio per aumentare la visibilità online e raggiungere il pubblico giusto è un viaggio continuo, passo dopo passo. Richiede molte domande su di te, sulla tua azienda, sui tuoi obiettivi e sui tuoi prodotti, servizi e target di riferimento o clienti.

È un’opportunità per mostrare e condividere sia la tua potenzialità che i tuoi valori mentre ottieni una visione più chiara di ciò che offri, qual è il tuo vantaggio competitivo e quali sono i tuoi differenziatori.

Definire queste caratteristiche è un buon esercizio in qualsiasi momento, ma sicuramente cruciale quando stai facendo un serio investimento nella tua visibilità online.

Conosci te stesso

Definisci prima chi sei:

  • Qual è la tua attività?
  • Cosa vuoi vendere o di cosa vuoi informare il tuo pubblico di destinazione?
  • Chi sono i tuoi concorrenti, quanto sono visibili, come hanno ottenuto quella visibilità e quali sono i loro messaggi chiave?
  • Quali obiettivi hai?
  • Quali dati hai per aiutarti? Hai bisogno di più dati e, in caso affermativo, come li otterrai?

 

Conosci il tuo obiettivo

Sulla base delle risposte che generi alle domande sulla tua attività, puoi iniziare a pensare a chi sia il tuo pubblico di destinazione. Se non conosci veramente la tua value proposition e a chi si rivolge, non andrai lontano.

I dati che hai a portata di mano possono fornire informazioni preziose sul tuo pubblico e/o sulla potenziale base di clienti:

  • Chi pensi che sia il tuo pubblico?
  • Disponi di dati su questo pubblico e sulle loro azioni da cui estrapolare schemi o abitudini comportamentali?
  • Sai come le persone hanno interagito con il tuo sito web, le tue app o anche in negozio?
  • Riesci a identificare ciò che il pubblico di destinazione potrebbe desiderare o volere e come soddisfare tale esigenza o risolvere il loro problema?

I tuoi dati rivelano alcune delle informazioni elencate nell’elenco sopra? Puoi usare queste informazioni per creare un piano di marketing basato sui dati per raggiungere più persone dello stesso tipo?

Sebbene questo non sia un elenco esaustivo di domande sul pubblico di destinazione, queste domande saranno soddisfatte sia da ciò che hai scoperto sulla tua attività sia da ciò che speri di ottenere in termini di visibilità.

Strategie e tattiche di visibilità online

La progettazione della tua strategia di visibilità online richiederà i dati che hai raccolto e le risposte alle domande che hai posto. Le informazioni sono al centro della tua campagna di visibilità e dell’implementazione delle tattiche che scegli di utilizzare.

Sorpresa! La stessa taglia non va bene per tutti

Non ti sorprenderà sapere che un determinato marketing mix (digitale) deve essere unico per te e per le tue esigenze aziendali. Ciò che ti rende reperibile al pubblico giusto non sarà lo stesso per ogni azienda.

Se, ad esempio, gestisci una piccola azienda SaaS con un’impronta globale ma non con una visibilità sufficiente per i clienti B2B, implementerai un set di touchpoint completamente diverso rispetto a una multinazionale di dispositivi medici che vuole diventare più visibile all’interno di un singolo paese per vendere i suoi dispositivi.

Allo stesso modo, un’azienda di e-commerce di medie dimensioni orientata alla moda deve affrontare una serie di esigenze e sfide completamente diverse rispetto ai due esempi sopra citati. Niente è uguale in queste tre attività, come ad esempio il pubblico di destinazione e le loro esigenze: usare la stessa strategia e tattica non sarà la soluzione più appropriata.

Diamo un’occhiata ad alcuni esempi. Sebbene tutte le aziende in questione possano trarre vantaggio da alcune delle strategie di visibilità più fondamentali, come il design del sito web, le prestazioni, l’usabilità e la facilità d’uso, nonché l’applicazione delle migliori pratiche SEO, di seguito analizziamo praticamente tutto ciò che hanno in comune .

Come confronto ad un alto livello, ecco un esempio di alcuni dei modi in cui gli approcci di queste tre società differirebbero in base a ciò che i dati hanno indicato:

  • Per cominciare, una piccola ma internazionale azienda SaaS, ad esempio, trarrà probabilmente vantaggio da un mix di social media e content marketing, video “how to” e dimostrativi, video di testimonianze / case study di clienti famosi, guest blogging su grandi società o piattaforme partner, PR e ricerca di recensioni su siti di rating come G2.
  • La multinazionale sanitaria sarà molto diversa e potrebbe non beneficiare così tanto del marketing digitale. Questo è il motivo per cui è importante definire il tuo pubblico dall’inizio prima di immergerti nelle attività di marketing. Il tuo pubblico, ad esempio, un reparto acquisti all’interno di un grande fornitore di servizi sanitari, sarà influenzato dalla maggior parte delle tattiche di marketing digitale? I tuoi dati esistenti ed eventuali ricerche di mercato, potrebbero dirti che gli acquirenti potrebbero rispondere a un webinar sulla riduzione dei costi delle attrezzature chirurgiche protettive monouso, ma non risponderanno a email, o ad altri tipi di contenuti o sui social media. Allo stesso modo, queste tipologie di aziende sono spesso gestite dal governo e richiedono procedure di gara, e il prezzo può essere l’unica cosa che le muove.
  • La società di e-commerce di moda, invece, opera su più mercati, è esclusivamente online, deve far fronte a livelli eccezionali di concorrenza e richieste di soddisfazione dei clienti e potrebbe già disporre di un’organizzazione di marketing relativamente sofisticata. Ma per ispirare la crescita o raggiungere un nuovo pubblico, potrebbero voler attingere all’intera gamma del marketing mix, che potrebbe essere qualsiasi cosa: campagne, promozioni e sconti, annunci TV, SEM e PPC, stimolare le recensioni dei clienti oppure fare sforzi di ottimizzazione per i motori di ricerca.

Questi esempi descrivono quanto diversa può apparire una campagna di visibilità e illustrano quanto possa essere impegnativo lo sforzo di costruzione della visibilità senza il giusto approccio e competenza.

E tu? Ti sei mai chiesto quanto sei visibile e se stai raggiungendo il tuo pubblico giusto?

 

YouTube, trucchi e suggerimenti per utilizzarlo al meglio

L’utilizzo di YouTube come canale di marketing non può essere solo per il posizionamento nei risultati di ricerca, vediamo perchè.

Scoperta e corrispondenza delle parole chiave

  • Il primo obiettivo del progetto è sempre la ricerca di parole chiave. La semplice digitazione delle parole chiave nella casella di ricerca ti darà un’idea di quali sono le ricerche comuni per un argomento specifico su YouTube.
  • Una volta visualizzato l’elenco iniziale di parole chiave, è necessario verificare se le keywords correnti sono già in qualche modo abbinate a uno o più dei tuoi video esistenti. In tal caso, è molto meglio modificare le impostazioni di quel video piuttosto che creare un altro video per classificare quella parola chiave.
  • Se hai più di un video in classifica per la stessa parola chiave, è meglio concentrarti prima sul video che è più popolare.
  • Alcune informazioni potenzialmente utili possono essere trovate nel rapporto sulle sorgenti di traffico all’interno di YouTube: mostrerà quali parole chiave hanno portato traffico al tuo sito web.
  • È necessario prestare particolare attenzione alle parole chiave che includono termini come:
    ○ Come fare per …
    ○ Recensioni
    ○ Tutorial

 

Caricamento di un video

Quando carichi un video è importante assicurarti di non esagerare con i tag e di essere molto diretto nel dargli una pertinenza specifica per una parola chiave o un argomento, segui ad esempio questi consigli:

  • Assicurati che la parola chiave principale sia menzionata nel titolo. Se stai mirando a una domanda, è perfettamente corretto digitare la domanda nel titolo stesso.
  • Sarà necessario inserire un collegamento nella descrizione. Quando lo fai, ricordati di digitare includendo https: // altrimenti il ​​link non sarà attivo.
  • Funzionerà meglio se il collegamento non punta alla home page ma a una pagina che si rivolge specificamente al contenuto menzionato nel video.
  • Se quella pagina non esiste ancora, è una buona idea creare un articolo del blog che possa incorporare il video, aggiungendo ovviamente del testo alla pagina. L’aggiunta della trascrizione va bene. Si consiglia, tuttavia, di formattare la trascrizione in modo da facilitarne la lettura.Quindi fai buon uso dei punti elenco, della formattazione del testo. Sentiti libero di inserire link ad altri articoli (possibilmente sullo stesso argomento – questo aiuterà a creare il “cluster” prima agli occhi del lettore e di conseguenza a Google)
  • Prova a creare video che generano un’elevata fidelizzazione. I video che vengono guardati completamente (100% della loro durata) ottengono molta più visibilità. Questo è il motivo per cui è anche una buona idea non avere un video troppo lungo quando si targetizza una parola chiave specifica in una nicchia competitiva.
  • È importante anche promuovere i commenti. Quindi è assolutamente consigliato invitare la base di utenti a fare commenti, anche durante il video stesso. La maggior parte dei canali YouTube ha una sorta di jingle dopo alcuni secondi dei video e una raccomandazione ricorrente per iscriversi e commentare. Non inserire questa parte all’inizio dei video, altrimenti tutti i video avranno lo stesso aspetto e nel caso di una campagna verranno probabilmente saltati immediatamente.
    • Una buona struttura potrebbe essere:
    • Avvia il video con una domanda o un’affermazione e discutine nei primi secondi.
    • invita gli utenti a iscriversi e commentare. Potrebbe essere con una frase del tipo “prima di procedere, assicurati di non perderti nulla e iscriviti al nostro canale”
    • procedi con il video
    • Aggiungi una call to action quando possibile e definitivamente alla fine del video, come ad esempio un nuovo invito ad iscriversi al canale.
  • Le miniature e i titoli sono molto importanti. Sarebbe una buona idea chiedere al designer grafico di preparare un modello per le miniature e renderle coerenti in tutto il canale.
  • Pronuncia la parola chiave se puoi durante il video. YouTube trascrive automaticamente il video per comprendere l’argomento, quindi è importante indicare le parole chiave pertinenti nel video
  • La descrizione aiuta YouTube e Google a comprendere il contesto del tuo video. E meglio capiscono il tuo video, più alto sarà il tuo posizionamento (e più spesso apparirai nella barra laterale del video suggerito). Ecco le linee guida di base per la descrizione:
    ○ Includi la tua parola chiave nelle prime 25 parole
    ○ inserisci una descrizione di almeno 250 parole
    ○ Includi la tua parola chiave 2-4 volte
  • I tag sono importanti ma non tanto quanto gli attributi menzionati in precedenza. Il primo tag dovrebbe essere la parola chiave principale, se possibile.
  • Assicurati di menzionare i video che carichi su tutte le piattaforme in cui interagisci con i tuoi utenti.
  • Tieni sempre presente che il coinvolgimento è ciò che rende il video più visibile.

Ecco una rapida checklist che ti può essere utile quando vuoi caricare un nuovo video:

  • Parola chiave nel titolo, le domande sono buone 
  • Descrizione di almeno 250 parole
  • Aggiungi il link immediatamente
  • Deve includere https: //
  • Link non alla home page, sempre al prodotto o al blog
  • Se il collegamento al prodotto non è pertinente o non è presente alcun collegamento al blog, creare un blog con video incorporato
  • Parola chiave nelle prime 25 parole
  • Includi la tua parola chiave 2-4 volte
  • Tag
  • Il primo tag è la parola chiave
  • 3-5 tag

Se hai ancora dubbi, CONTATTACI! 

Clicca sul banner per scoprire di più! 

 

Cos’è la lead generation nel marketing digitale?

Potrebbe essere esagerato affermare che è facile generare lead di marketing. Ma non è esagerato affermare che, quando si parla di lead generation, c’è una grande differenza tra volume e qualità .

La quantità è molto più facile da raccogliere rispetto alla qualità, ed è qui che le strategie di marketing basate sui dati e i servizi professionali di lead generation  B2B dimostrano il loro valore.

Cos’è la lead generation marketing?

La lead generation, poiché non sarà una sorpresa per chiunque cerchi di suscitare interesse per i propri prodotti o servizi, consiste nell’attrarre nuovi contatti nel funnel di marketing e di vendita e nel sostenere l’interesse nel pubblico target.

I tuoi destinatari possono variare dall’utente completamente sconosciuto sino al potenziale cliente più esperto.

In ogni caso, tu devi sviluppare i tuoi sforzi di marketing per generare lead e, quindi, un valido gruppo di potenziali clienti.

Abbastanza semplice. Ma per ottenere valore dai lead devi perfezionare le tue tattiche e ottimizzare i tuoi processi di marketing di lead generation.

Alla maggior parte delle aziende online, in particolare nel campo dell’e-commerce, è capitato di ottenere in fretta un volume consistente di nuovi lead subito dopo il lancio della campagna, purtroppo però sono rimaste deluse dalla qualità dei lead e dalla mancanza di effetto o movimento ulteriore all’interno del funnel di marketing.

Sì, la generazione di eventuali lead è il primo passaggio. Ma se non puoi capitalizzare o commercializzare attivamente i lead che generi, l’attività di lead generation non ha molto senso .

Questa è la fase in cui le aziende spesso rimangono bloccate e frustrate.

Generazione di valore: lead qualificati

Quando si tratta di strategie di lead generation B2B, il valore deriva sempre dalla qualità rispetto alla quantità.

La maggior parte delle aziende è consapevole di essere nel mercato grazie al lead al prezzo migliore.

Proprio come i lead di qualità non si basano sulla quantità, il “miglior prezzo” non è necessariamente il più economico a breve termine, infatti con i clienti i desidera creare relazioni a lungo termine, il che significa che il tuo ROI potrebbe protrarsi per un periodo di tempo sempre maggiore.

In teoria, questo è semplice, ma tracciare la lead generation negli sforzi di marketing digitale in realtà è un processo multiforme e di inoltro dei dati.

Quando usiamo il termine “lead migliore” intendiamo un “lead qualificato“.

Cos’è un lead qualificato? È fondamentalmente ciò che abbiamo definito sopra: vuoi trovare quei consumatori che hanno più probabilità di diventare un cliente sulla base delle informazioni che ti hanno fornito?

I criteri che utilizzi per identificare quali lead tra tutti quelli che generi sono qualificati, sono unici per te e per la tua attività.

Di solito avrai definito i lead che hanno maggiori probabilità di convertirsi e di ottenere un ritorno sul tuo investimento di marketing.

Infatti se avvii una campagna e, successivamente, il tuo pool di lead viene ristretto solo a coloro che hanno aderito e hanno continuato a interagire e fornirti informazioni, hai già creato una fase.

Questi lead saranno poco qualificati (probabilmente li chiameresti lead qualificati per il marketing o MQL).

Ma queste non sono informazioni sufficienti per andare avanti.

Dovrai definire ulteriormente cosa qualificherà il tuo target in base alla tua attività, ai tuoi obiettivi, ai tuoi prodotti.

Sebbene sia forte la tentazione di usare la tua esperienza e intuizione per impostare questi criteri di qualificazione, è qui che alcuni dei tuoi dati storici possono tornare utili, aiutandoti a prevedere come potrebbero comportarsi i MQL e a cosa risponderanno, cercando di spostarli più in basso nel marketing funnel.

C’è una maggiore complessità nella creazione di lead qualificati, ma il quadro generale rimane lo stesso: il tuo investimento iniziale in termini di tempo e costi potrebbe essere leggermente superiore, ma ti fornirà il cliente giusto, al momento giusto, per il prodotto giusto, aiutandoti a separare chi è veramente interessato da chi è curioso.

Strategie di lead generation: i dati prima di tutto

Per la stragrande maggioranza delle aziende, la generazione del massimo valore dalla lead generation richiede un livello di esperienza più profondo nel lavorare con prove quantitative e analisi dei dati rispetto alla maggior parte delle aziende.

In effetti, molti sforzi di marketing digitale di lead generation sono concepiti al contrario.

In pratica, le campagne di marketing sono spesso pianificate al volo e guidate da creativi e, sebbene la creatività svolga un ruolo importante, i dati sono fondamentali in ogni fase della pianificazione, misurazione e ottimizzazione del ciclo di vita della campagna.

I dati devono essere al posto di guida … devono guidare la navigazione.

Allo stesso modo in cui imposti strategie di business, marketing o analisi dei dati, non puoi sbagliare nello sviluppo di una strategia di lead generation insieme agli obiettivi generali che vorresti raggiungere.

Questi obiettivi dovrebbero essere accompagnati da metriche di performance misurabili per valutare quanto bene (o meno bene) hai fatto.

Cioè, invece di fissare un obiettivo generale che in realtà non ti dice molto sullo stato di salute dei tuoi lead (o dello sforzo di generazione dei lead stessi) o della tua pipeline di vendita, dovresti andare più in profondità.

Ad esempio: un obiettivo generico come ottenere 250 lead qualificati per il marketing nel secondo trimestre è almeno quantificabile, ma cosa ti dice veramente?

Hai bisogno di saperne di più sulla provenienza di quei lead, quali azioni hanno intrapreso, quali punti di conversione hanno raggiunto nella tua campagna, quale percentuale di questi lead è avanzata per diventare lead qualificati per le vendite, ecc.

Sulla base di queste informazioni, ottieni una panoramica efficace dell’attuale performance di lead generation, una finestra sul miglioramento rispetto alle prestazioni passate e un barometro su come ottimizzare la tua campagna.

Non puoi fare queste cose senza i dati. Sia i dati di business intelligence che i dati predittivi possono aiutarti a eseguire il drill-down in questi obiettivi più granulari.

Il vantaggio di avere obiettivi specifici è che possono anche aiutare a focalizzare la pianificazione della campagna e ottimizzare le attività in base al tuo utilizzo, perché hai una comprensione basata sui dati di ciò che ha funzionato prima e con quali gruppi target, quali piattaforme digitali o offline, ecc. e può prevedere cosa è probabile che funzioni di nuovo.

Essenzialmente questi sono alcuni degli elementi costitutivi su cui basarti quando provi a costruire una visione del customer journey o una visione completa del singolo cliente.

Queste sono funzioni un po ‘più avanzate di analisi dei dati, ma la lead generation basata sui dati è un punto di partenza ideale per raggiungere i tuoi migliori lead al miglior costo.

Lead generation basata sull’evidenza: ottimizzala con i dati

Se hai riscontrato risultati deludenti nel tuo marketing di lead generation o ti sei imbattuto in vicoli ciechi nella creazione di idee per la lead generation, potrebbe essere il momento di esplorare la generazione di lead basati sull’evidenza e i servizi di lead generation B2B professionali, come quello di Digitools.

Meta tag SEO: tendenze e best practices

I meta tag sono fondamentali per posizionarsi in alto nei motori di ricerca e generare clic per una serie di motivi, vediamo in breve quali.

La ricetta vincente per la SEO e l’ottimizzazione del CTR non può non considerare i seguenti punti chiave:

1) Precisione – Fornire una rappresentazione accurata di ciò che è contenuto nel sito web

2) Coinvolgimento – Creazione di un’interessante combinazione di parole, per invogliare il lettore a cliccare sul link

3) Ottimizzazione: aggiunta di parole chiave pertinenti, che siano in linea con il contenuto dell’URL, nonché ciò che è probabile che il tuo pubblico stia cercando

Lunghezza ottimale

Le meta descrizioni possono essere di qualsiasi lunghezza, ma Google generalmente tronca gli snippet a ~ 155-160 caratteri.

È meglio mantenere le meta description abbastanza lunghe da essere sufficientemente descrittive, quindi il consiglio è di rimanere tra 150 e 160 caratteri.

Si raccomanda che i meta titoli abbiano una lunghezza compresa tra 55 e 70 caratteri (sui dispositivi mobili si arriva a 78 caratteri, ma è meglio attenersi a 70 in tutto).

La lunghezza “ottimale” varierà a seconda della situazione e il tuo obiettivo principale dovrebbe sempre essere quello di fornire valore e generare clic, tramite l’inserimento di un “gancio” o una call to action.

Formato ottimale

I tag meta description, sebbene non siano legati al posizionamento nei motori di ricerca, sono estremamente importanti per ottenere il click-through degli utenti dalle SERP.

Questi brevi paragrafi sono un’opportunità per l’azienda di “pubblicizzare” i contenuti per gli utenti che effettuano ricerche e la possibilità per gli utenti di decidere se il contenuto è pertinente e contiene le informazioni che stanno cercando.

La meta description di una pagina dovrebbe utilizzare in modo intelligente, cioè in modo naturale, attivo, non contenente spam, le parole / temi chiave trattati nella pagina, ma anche creare una descrizione convincente su cui un utente vorrà cliccare.

Dovrebbe essere direttamente pertinente alla pagina che descrive e unica rispetto alle description delle altre pagine.

Lo stesso per i title. Finché riassumono accuratamente il contenuto della pagina, con descrizioni univoche e utilizzando le parole chiave in modo naturale, le meta description e i meta title saranno efficaci.

Vediamo insieme qualche “best practices”

Evita tag meta descrittivi duplicati

Come per i title tag, è importante che le meta description su ogni pagina siano uniche.

Testo pubblicitario convincente

Il tag meta description ha la funzione di testo pubblicitario. Attira i lettori a un sito web dalle SERP e quindi riveste una parte molto visibile e importante del search marketing.

Creare una descrizione leggibile e convincente utilizzando parole chiave importanti può migliorare il CTR di una determinata pagina web.

Per massimizzare le percentuali di clic sulle pagine dei risultati dei motori di ricerca, è importante notare che Google e altri motori di ricerca mettono in grassetto le parole chiave nella descritpion quando corrispondono alle query di ricerca.

Questo testo in grassetto può attirare gli occhi degli utenti, quindi dovresti abbinare le tue descrizioni ai termini di ricerca il più fedelmente possibile.

4 problemi comuni con i title tag :

1. Troppo lungo/corto. Google dice di “evitare titoli inutilmente lunghi o prolissi” mantenendoli “descrittivi e concisi”.
2. Non esiste. Google afferma che ogni pagina dovrebbe avere un title tag.
3. Più title tag su una pagina. I motori di ricerca possono visualizzare un tag del titolo indesiderato se ce n’è più di uno su una pagina.
4. Duplicazione dei title su più pagine. Google afferma che “è importante avere titoli distinti e descrittivi per ogni pagina del tuo sito”.

3 passaggi per una meta description efficace:

1. Che cosa ha c’è di speciale o di valore nella pagina? Concentrati su quello.
2. Separa la parola chiave principale con una barra (nota anche come barra | linea verticale)
3. Aggiungi un invito all’azione (CTA) alla fine, a meno che non abbia senso.

Ecco ad esempio un modello di meta description che potete utilizzare e personalizzare secondo le vostre necessità:

Parola chiave principale | Descrizione del prodotto + Perché è importante + CTA

E tu cosa ne pensi? Il tuo sito si riesce a trovare nei motori di ricerca? Se si, lo si trova per le parole chiave più importanti per il tuo business?

CONTATTACI!

Piano editoriale, come crearlo

Come si crea un piano editoriale?

Un piano editoriale è un documento strategico in cui vengono definiti diversi aspetti della comunicazione di un Brand: ecco quali sono i passaggi per crearne uno efficace.

Il piano editoriale è uno strumento fondamentale tanto nel Content Marketing quando nel Social Media Marketing per organizzare la propria presenza online, sia su un blog che sui social. Creare un piano editoriale vuol dire mettere in atto una strategia di comunicazione personalizzata e su misura per le attività del Brand di riferimento.

Ma quali sono i trucchi per creare un piano editoriale che funzioni? Scopriamo insieme passo dopo passo gli step necessari per una pianificazione efficace ed efficiente.

Costruire il piano editoriale, gli step iniziali

Come prima cosa è fondamentale effettuare un’analisi SWOT della situazione: individuare punti di forza e di debolezza interni e minacce e opportunità esterne ti sarà molto utile nell’avere un quadro più completo ed esaustivo della comunicazione aziendale. Il vantaggio di fare un’analisi SWOT è essenzialmente rappresentato dal saper conoscere il tuo Brand e, di conseguenza, il messaggio che si vuole veicolare attraverso un’attività di Content Marketing.

Dopo l’analisi SWOT si passa alla definizione degli obiettivi, che possono essere a breve o a lungo termine. Nell’ottica di costruzione di un piano editoriale efficace questo passaggio è essenziale perché poi ogni articolo e ogni post saranno propedeutici e improntati al raggiungimento dello scopo stabilito. Gli obiettivi consentono di capire quale sarà la tipologia di contenuto da produrre poi a livello operativo, di modo da avere sempre chiaro lo scopo per cui ogni articolo o post viene prodotto.

Il passaggio successivo nel caso di un piano editoriale per un blog o un magazine è la ricerca delle parole chiave. Definiti gli obiettivi trovare le keyword più rilevanti per il tuo settore o quello del tuo cliente è essenziale per costruire contenuti editoriali che portino a casa i risultati sperati. Il vantaggio rappresentato dalla ricerca di parole chiave è anche dato dalla maggior probabilità di riuscire a posizionarsi in posizione alte delle pagine di ricerca, così da essere trovati più facilmente da potenziali clienti.

Quando si parla invece di piano editoriale per i social media si può effettuare invece un’analisi dei trend del momento che siano sempre in linea con il messaggio e i prodotti offerti dal Brand di riferimento.

Cavalcare anche nel piano editoriale le mode del momento può portare un grande ritorno in termini di visibilità e awareness. Il beneficio dell’analisi dei trend è quindi presto detto: conoscere i topic più in voga del momento ti avvicina al tuo pubblico di riferimento e ti può far apparire come un Brand attento non soltanto a sé stesso ma anche a ciò che lo circonda.

I passaggi successivi per creare un piano editoriale per blog e social media

Un’altra voce importante nella creazione del piano editoriale sono le personas, ossia quegli utenti tipo a cui pensi di rivolgerti con i tuoi contenuti. Il concetto di target è un concetto ormai superato: quando parliamo di personas intendiamo proprio l’identificazione di profili concreti con caratteristiche reali, sotto cui si individuano dei gruppi di persone.

Grazie alle personas potrai anche definire meglio gli argomenti dei tuoi blog post o dei post di Facebook o Instagram.

Individuare delle personas porta come vantaggio anche quello di essere poi in grado di comunicare efficacemente con gli utenti reali, rispondendo alle loro esigenze specifiche con un ToV e uno stile a loro familiari.

Un altro passaggio strategico nella messa a terra di un piano editoriale per blog o social media è l’individuazione delle categorie o rubriche. Le categorie di appartenenza di un contenuto editoriale sono utilissime per gli utenti per orientarsi sul tuo sito e vengono ben viste anche da Google se l’architettura dell’informazione del magazine è distribuita in modo chiaro e comprensibile. Una chiara distribuzione degli articoli all’interno del sito ti andrà a favore sia in termini di posizionamento in SERP che di conversioni.

Definisci oltre alle categorie anche la tipologia di contenuto editoriale che vuoi pubblicare (se è una news, un whitepaper, un articolo generico). Nel caso di un piano editoriale social al posto delle categorie definisci delle rubriche, che aiutano l’utente a identificare immediatamente la tipologia di post e di visual che pubblicherai poi sui diversi canali.

Questo ti servirà in un’analisi successiva dei contenuti e dei topic, in quanto ti sarà più facile capire quali sono le rubriche e gli articoli che hanno funzionato meglio e puntare quindi maggiormente su questi.

Il punto finale, ma per questo non meno importante, resta il ToV, ovvero il Tone of Voice: stabilisci fin da subito come scrivere i tuoi articoli o post, quali parole usare e quali no, come rivolgerti al lettore e accortezze simili. Il vantaggio di decidere a monte il tono di voce è presto detto: comunicare con gli utenti usando un certo stile e, possibilmente, un linguaggio a loro vicino ti aiuta a fidelizzare i clienti già acquisiti e a conquistarne di nuovi.

Dopo aver definito tutti questi elementi preparati a creare un calendario editoriale, strettamente associato al piano editoriale e fondamentale per definire la suddivisione delle pubblicazioni dei contenuti che hai definito di produrre.

CONTATTACI!

L’e-commerce non vende, quali sono i motivi?

L’e-commerce non vende, quali sono i motivi?

Dal posizionamento sui motori di ricerca alla unique selling proposition, ecco alcuni motivi per cui un e-commerce non converte più.

Così come nella vita offline anche online il problema delle vendite può riguardare e-commerce appena nati oppure grandi portali esistenti da tempo. E quando il fatturato comincia a calare o non ci sono proprio guadagni una domanda sorge spontanea (e pressante): perché il mio e-commerce non vende

Ecco quali sono i motivi più comuni.

1. Il posizionamento sui motori di ricerca

Quando un’utente esegue la ricerca di un prodotto, generalmente nella prima pagina di Google compaiono quei siti che il motore di ricerca stesso premia in quanto ben ottimizzati e autorevoli. Se il tuo e-commerce non viene restituito come risultato nelle pagine del motore di ricerca allora è un po’ come se non esistesse, almeno agli occhi degli utenti.

Verificare quindi il posizionamento del sito e attuare di conseguenza degli interventi SEO, volti cioè a migliorare la struttura e l’ottimizzazione delle pagine dell’e-commerce per renderlo più “Google-friendly”, è un buon punto di partenza per cercare di recuperare o di far partire le mancate vendite.

2. La navigabilità

Quando si progetta e sviluppa un e-commerce è molto importante non lasciare nulla al caso. Tutto deve essere studiato e implementato affinchè gli utenti possano trovare quello che cercano il più facilmente e comodamente possibile. Generalmente il percorso di navigazione dell’utente su un sito web dovrebbe prevedere al massimo 3 clic fra l’atterraggio iniziale sull’e-commerce e la conversione finale con un acquisto.

Controlla quindi l’alberatura del sito, per verificare che non ci sia un numero eccessivo di sottocategorie, che le pagine di prodotto siano facilmente raggiungibili ed esaustive e che tutte le modalità per l’acquisto, nonché il prezzo dei prodotti, siano chiare, comprensibili e varie. Sulla navigabilità dell’e-commerce e il suo conseguente potere di conversione incide anche l’aspetto visuale: evita pop-up, banner e strutture invasive o fastidiose, di modo da far proseguire la navigazione dell’utente il più agevolmente possibile.

3. La unique selling proposition

Se l’e-commerce offre prodotti che sono già presenti anche sui siti di altri competitor allora è necessario affilare le unghie, facendo emergere un concetto: la unique selling proposition. Significa che, per trasformare un sito di prodotti in un e-commerce di successo, è necessario rendere chiaro e spiegare al cliente qual è la caratteristica (o le caratteristiche) che ti distingue rispetto agli altri e quali sono i vantaggi portati dall’acquistare sul tuo e-commerce.

4. L’affidabilità e la reputazione

Questi due concetti sono dei termini chiave se si vuole avere un sito che converta. Il tuo e-commerce, infatti, potrebbe non generare introiti perché potrebbe risultare come poco affidabile agli occhi degli utenti. Se non sono presenti i tuoi contatti, non è reperibile un numero di telefono per avere ulteriori informazioni, il sito non è in protocollo HTTPS e privacy policy e cookie non sono GDPR compliant allora più che invogliare gli utenti a comprare sul tuo e-commerce potresti spingerli a scappare.

Stesso discorso vale per la reputazione: recensioni, passaparola e presenza sui social sono diventate l’abc per farsi conoscere online. Una mancata “sponsorizzazione” dell’e-commerce sul web potrebbe avere come conseguenza proprio l’assenza di vendite. Valorizza e metti in luce le recensioni positive dei tuoi clienti soddisfatti e crea una buona presenza sui social media (non dimenticarti dell’attività di customer management) per far tornare a crescere il fatturato.

5. Old style

Se l’e-commerce è online ormai da diverso tempo è bene provvedere quanto prima a una bella rinfrescata. Il restyling è un’attività tanto complessa quanto utilissima, non solo per rimanere al passo con i tempi ma anche per dare nuova linfa vitale agli acquisti dei tuoi clienti. Una nuova veste grafica, il refresh dei testi delle landing e un innovativo layout potrebbero essere le carte vincenti per rendere il tuo e-commerce più prospero che mai.

Come far vendere il tuo e-commerce? Il ruolo di Digitools

Per far tornare o proprio far cominciare a vendere un sito web la nostra agenzia può essere quello che fa al caso tuo. In una fase iniziale viene effettuato un audit dell’e-commerce, con cui si analizzano aspetti come la UX e UI del sito, il posizionamento sui motori di ricerca, la pubblicità online, le attività di email marketing, l’analisi di dati e la creazione e promozione di contenuti.

Gli step successivi riguardano invece l’implementazione delle modifiche consigliate in fase di audit, l’impostazione di campagne SEO e SEM per acquisire nuovo traffico (e quindi nuovi potenziali clienti), la messa a terra e in pratica di una strategia di Content Marketing (per fare awareness) e la misurazione finale delle performance.

A che cosa porta tutto questo? Solo per fare degli esempi:

  • Miglioramento del Conversion Rate;
  • Diminuzione del costo di vendita e aumento dello scontrino medio;
  • Incremento del ROI;
  • Miglioramento della UX del sito;
  • Miglioramento del posizionamento organico dell’e-commerce.

CONTATTACI SUBITO per un audit personalizzato del TUO ECOMMERCE!

Business Suite, l’app di Facebook per gestire gli account aziendali su Facebook, Instagram e Messenger

Facebook questa mattina ha lanciato Facebook Business Suite, una nuova app pensata per rendere più semplice per le aziende gestire le proprie pagine e profili su Facebook, Instagram e Messenger in un’ unica piattaforma.

Facebook Business Suite offre l’opportunità di redigere e pianificare i post dei feed sia per Facebook che per Instagram, visualizzare gli approfondimenti e creare annunci.

Come utilizzare la nuova app

Per utilizzare la nuova app, le aziende dovranno prima collegare i propri account aziendali Facebook e Instagram, una volta effettuato l’accesso a Facebook, è possibile accedere alla Business Suite sul desktop su business.facebook.com.

Su dispositivi mobili, gli utenti dell’app Pages Manager esistente vedranno invece un’opzione per partecipare a Business Suite. L’app sarà disponibile anche come download autonomo sia per iOS che per Android.

All’interno di Business Suite, direttamente nella schermata principale, si potranno vedere avvisi critici, messaggi, commenti e altre attività che si svolgono su Facebook e Instagram, potranno anche impostare risposte personalizzate per rispondere alle richieste comuni dei clienti.

L’app offre strumenti per la creazione e la pianificazione di post per Facebook e Instagram ed i relativi insights.

Le opportunità per le aziende

Le aziende possono visualizzare la portata, il coinvolgimento e le prestazioni dei loro post su Facebook e Instagram, possono anche scegliere di creare un annuncio per aumentare il coinvolgimento e far crescere il loro pubblico, se necessario.

Facebook afferma che inizialmente sta costruendo Facebook Business Suite per rispondere alle esigenze delle piccole imprese, poiché molti sono stati costretti dalla pandemia a trovare nuovi modi per raggiungere i clienti e vendere online.

Tuttavia, il piano a lungo termine consiste nel creare una serie di strumenti che possano essere utilizzati da tutte le aziende, comprese quelle più grandi.

Prossimamente Business Suite si espanderà anche per includere WhatsApp.

I sondaggi

In relazione alla notizia, Facebook ha pubblicato due sondaggi che offrono approfondimenti sulle tendenze delle piccole imprese.: il primo, il Global State of Small Business Report mensile , prodotto in collaborazione con la Banca Mondiale e l’OCSE, ha rilevato che le aziende che realizzano più del 25% delle vendite online hanno maggiori probabilità di registrare vendite più elevate quest’anno e hanno meno probabilità di avere licenziati.

Il secondo studio descrive in dettaglio l’impatto del COVID-19 sui modelli di acquisto dei consumatori e sull’uso degli strumenti digitali.

Quasi la metà degli intervistati ha affermato di aver speso più soldi online in generale dallo scoppio dell’epidemia e il 40% ha aumentato l’uso dei social media e della messaggistica online per consigli su prodotti e attività commerciali, afferma Facebook.

Naturalmente questi rapporti abbastanza ottimistici sullo stato delle piccole imprese nel mezzo della pandemia non forniscono un quadro completo della situazione.

Negli Stati Uniti, ad esempio, Yelp riferisce che il 60% delle attività commerciali statunitensi che hanno chiuso a causa di COVID-19 non riaprirà.

Ad agosto, 163.735 aziende statunitensi hanno chiuso dall’inizio della pandemia, afferma il rapporto, con un aumento del 23% da metà luglio.

Queste chiusure potrebbero avere un impatto anche su Facebook, poiché la maggior parte degli inserzionisti di Facebook sono piccole e medie imprese.

Ma la natura globale di Facebook lo protegge. Anche se gli Stati Uniti perdono più piccole imprese a causa della cattiva gestione della pandemia, ci sono molti più inserzionisti al di fuori degli Stati Uniti a cui Facebook attinge.

Il futuro di Facebook Business Suite

Facebook afferma che la Business Suite verrà implementata gradualmente durante il mese di settembre.

L’app si unisce a molte altre offerte di Facebook oggi per i suoi clienti aziendali, tra cui Facebook Pages Manager, Facebook Analytics e Facebook Ads Manager.

Attenzione però che Facebook rileva che la sua nuova Business Suite non è attualmente progettata per servire coloro che utilizzano Ads Manager.

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Ecommerce, +26% di crescita record nel periodo del lockdown

Molto interessanti i dati messi in evidenza dall’Osservatorio eCommerce B2C promosso da Netcomm e dalla School of Management del Politecnico di Milano, secondo cui nel 2020 si è registrato un aumento degli acquisti online pari al +26% rispetto all’anno precedente.
Nello specifico, la spesa complessiva dei cittadini italiani nel corso del 2020 dovrebbe ammontare a 22,7 miliardi di euro, ben 4,7 miliardi in più rispetto al 2019.
I dati messi in evidenza divengono ancor più “pesanti” se si considera che nel 2020 i consumi registreranno un calo in modo pressoché certo; la School of Management del Politecnico di Milano e Netcomm stimano che nell’anno in corso gli acquisti online diverranno l’8% del complessivo settore Retail, cifra superiore di due punti percentuali rispetto a quella registrata nel 2019.

I settori con le crescite più nette

L’Osservatorio eCommerce B2C ha inoltre messo in evidenza i settori che registreranno le crescite più considerevoli nell’arco del 2020, e al primo posto figura quello degli alimentari, con un balzo altisonante del +56%.
Questo trend è strettamente correlato all’emergenza Covid-19: sebbene uscire di casa per fare la spesa fosse uno dei pochissimi spostamenti giustificati, molti cittadini hanno saggiamente scelto di farsi recapitare gli alimenti d’interesse comodamente a domicilio.
Moltissime aziende del settore, d’altronde, hanno organizzato dei servizi di consegna domiciliare dei generi alimentari, le quali sono andate ad affiancarsi a quelle che già offrivano, appunto, la possibilità fare la spesa online assicurandosene la consegna a domicilio.
Al secondo posto per quel che riguarda i settori che hanno registrato i trend di crescita più netti figura il settore arredamento e home living, con un consistente +30% rispetto al 2019, altre nicchie che hanno registrato enormi crescite di ordini online sono inoltre pharma, il beauty e lo sport & fitness, e anche questo dato non desta stupore dal momento che palestre e centri estetici sono stati momentaneamente chiusi per via della pandemia.

Le principali sfide del prossimo futuro

Riccardo Mangiaracina, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2C, ha evidenziato il fatto che il commercio elettronico e quello fisico, quindi quello che si concretizza nei punti vendita, stanno divenendo sempre più vicini, e con ogni probabilità la principale sfida per il prossimo futuro sarà il cosiddetto proximity commerce.
Tale concezione del commercio prevede che i piccoli negozianti possano, grazie alle grandi piattaforme di commercio elettronico e grazie agli ormai diffusissimi servizi di delivery, riuscire a servire in modo sempre più efficiente i clienti che si trovano nelle zone limitrofe.

E-commerce ormai imprescindibile per affrontare il mercato

Non ci sono dubbi, dunque: il commercio elettronico è indiscutibilmente il futuro, anche se davanti a simili dati è più corretto parlar di presente!
Per le aziende più disparate, operanti nei settori più diversi, valorizzare il commercio online è oramai indispensabile per star bene sul mercato.
Ovviamente, fare e-commerce non significa semplicemente possedere un sito: attuare delle campagne di web marketing di livello professionale, monitorare tutti i dati di rilievo ed effettuare delle ottimizzazioni mirate è fondamentale per essere competitivi in un canale in cui ormai, come visto, la concorrenza è ormai altissima.

E tu cosa ne pensi? Gestisci un ecommerce? Se sì, possiamo aiutarti con un audit personalizzato per individuare eventuali criticità e capire se sfrutti in pieno a potenzialità del tuo shop, contattaci per una consulenza!

Digital marketing per le PMI: previsioni e tendenze 2020

Come tutto il settore digitale, il digital marketing si evolve rapidamente richiedendo alle piccole e medie imprese attenzioni e competenze sempre più specifiche al fine di veder crescere la propria competitività.
Comprendere in quale direzione si sta andando appare dunque fondamentale per una gestione efficace delle risorse e per indirizzare gli investimenti, scegliendo su che cosa puntare in base alla tipologia e agli obiettivi del business. Vediamo allora, prendendo spunto dal blog di Leadpages, quali sono le previsioni 2020 per il digital marketing per le PMI.

Come detto il settore è molto ampio, occorre quindi selezionare quelle tecnologie o dinamiche che maggiormente offrono opportunità di crescita e che ogni azienda dovrebbe almeno prendere in considerazione nello sviluppo della strategia di marketing dei prossimi anni.

Intelligenza artificiale per esperienze personalizzate

Da anni l’attenzione delle imprese è sempre più focalizzata sul consumatore e tiene conto, o vorrebbe tener conto, di desideri, intenzioni d’acquisto, esperienze. In questo senso l’intelligenza artificiale offre interessanti opportunità per semplificare molte delle operazioni che tradizionalmente richiedono un notevole dispendio di energie.
Può essere utile ad esempio per realizzare offerte personalizzate, migliorare la SEO, le strategie di e-mail marketing o per offrire un servizio di assistenza ai clienti.

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12 tendenze Social Media da seguire nel 2020

I social media senza dubbio sono destinati ad essere grandi protagonisti per il 2020 e costituiranno un solito asset per le attività di web marketing e advertising. Scopriamo allora le 12 tendenze importanti che Entrepreneur suggerisce di tenere sotto controllo.

1. Addio al pulsante like su Instagram

Instagram ha deciso di fare un test in alcuni stati togliendo il tasto “like”: gli utenti non saranno più in grado di vedere il numero di “mi piace” che ottengono altri post su Instagram, anche se potranno ancora vedere i likes sui propri post.

L’obbiettivo pare essere quello di contrastare i falsi influencer o mi piace fittizi e ridimensionare quindi la portata dei brand.

La scomparsa di questo tasto, però, suggerirà necessariamente un nuovo tipo di approccio da parte di aziende e influencer che dovranno trovare un altro sistema per misurare il proprio successo.

2. Metriche di vanità? No, grazie

In realtà la scomparsa del tasto like su Instagram si inserisce in una politica ben più ampia che mira a de-enfatizzare le cosiddette metriche di vanità. Gli esperti di marketing ipotizzano che per il prossimo futuro si dovrà puntare sulla qualità delle interazioni e sui reali interessi degli utenti.

3. Il successo del video story content

I contenuti continueranno ad essere importanti anche nel 2020 ma considerando che la visione e la condivisione di video arriverà a ricoprire circa l’80% degli scambi online, per i prossimi 12 mesi la tendenza sarà quella di puntare sullo storytelling dei video che diventeranno una forma di comunicazione sempre più importante.

I brand dovranno puntare sempre di più sui video e catturare l’attenzione degli utenti fin dai primi secondi del filmato, impresa certo non tra le più facili!

4. TikTok grande protagonista

A testimonianza dell’importanza dei video c’è il successo che nell’ultimo periodo ha avuto un social network come TikTok per la condivisione di piccoli filmati. Piattaforme come questa spopoleranno anche nel 2020 soprattutto se si prende in considerazione un target molto interessante come quello della Generazione Z.

5. Segmentare il pubblico dei social media

La segmentazione del pubblico è una tendenza che diventerà sempre più importante per i social media. Costruire messaggi ad hoc che vadano a colmare gli interessi del proprio pubblico di riferimento diventerà la chiave di successo per tutte quelle aziende che vorranno davvero puntare sulla comunicazione attraverso i social network.

6. La personalizzazione del video marketing

Non si personalizzeranno solo i contenuti testuali ma anche quelli video, vista la crescente importanza che questo strumento di comunicazione acquisterà nel 2020. Facebook, Instagram e Snapchat, stanno già spingendo i brand a produrre contenuti video tramite Story Ads, che raggiungono performance più elevate rispetto agli annunci tradizionali.

Anche Twitter sta promuovendo video annunci di 6 secondi, non tralasciare questo canale per promuovere prodotti o servizi.

7. Integrazione fra shopping e social network

Una tendenza molto importante del 2020 sarà quella della perfetta interazione fra i social network e le piattaforme di e-commerce. Gli utenti nell’ultimo decennio si sono abituati a conoscere i nuovi prodotti proprio attraverso gli influencer e le piattaforme di condivisione, ma nei prossimi dodici mesi saranno sempre più numerosi quelli che potranno acquistare i prodotti preferiti senza mai dover uscire dal proprio profilo social.

8. W le interazioni private!

Crescerà l’attenzione verso la privacy e questo spingerà le persone a preferire sui social network i gruppi chiusi, nei quali effettivamente scambiarsi opinioni e trovare informazioni su determinati argomenti.

9. Connessioni sì, ma significative

Il pubblico sarà sempre meno disposto ad interagire con i marchi se queste interazioni sono generiche e non personalizzate sugli interessi degli utenti.

I brand dovranno quindi investire sui sistemi di messaggistica diretta o sulla creazione di community rilevanti attorno al brand per conquistare i clienti.

10. Informazioni reali per conquistare gli scettici

Nel 2020 e negli anni successivi riusciranno ad aumentare le vendite solo quei brand che forniranno informazioni reali ai propri utenti, approfondimenti sul prodotto o servizio da parte dei dipendenti anche e soprattutto con l’ausilio dei video.

I clienti diventano via via sempre più scettici e sanno distinguere la mera pubblicità dai contenuti realmente informativi.

11. La rivincita dei micro-influencer

Il fenomeno degli influencer da milioni di follower nel 2020 è destinato a ridimensionarsi poiché le aziende prediligeranno i micro-influencer, quelli che hanno un seguito minore ma sono in grado di influenzare la propria nicchia di seguaci.

I maggiori investimenti dei brand si concentreranno proprio in tal senso.

12. Fidelizzare attraverso i social network

I social network saranno per le aziende sempre meno un luogo nel quale fare marketing e pubblicità ma sempre di più lo strumento per iniziare una vera connessione con il proprio target di riferimento, così da riuscire a fidelizzarlo in maniera indissolubile.

Parole chiave per le aziende sono mostrare il lato umano del brand e aumentare la trasparenza del proprio rapporto con il pubblico e con gli utilizzatori del prodotto o servizio.

Ecco che per qualsiasi azienda diviene importante fare tesoro delle ultime tendenze sui social media per sfruttarne le potenzialità per la propria attività di marketing.

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E’ arrivato BERT, il nuovo algoritmo di Google

È arrivato BERT, il nuovo algoritmo che interpreta e contestualizza le query e le sfumature che si celano dietro ogni parola ricercata sul web. Ma come funziona questo nuovo sistema? Quale importanza occupa nel quotidiano? Quali vantaggi e svantaggi può offrire? Scopriamolo.

Cos’è BERT e a cosa serve?

BERT (acronimo di Bidirectional Encoder Representation from Transformers) è il nuovo algoritmo di Google che sfrutta il sistema di Intelligenza Artificiale per elaborare ed interpretare il linguaggio naturale (o PNL) degli utenti. BERT è in grado di comprendere anche le più sottili sfumature che si celano dietro il significato di ogni parola.
Come scrive nel blog ufficiale di Google Pandu Nayak, vice presidente di Google Search, BERT è un importante passo avanti nella storia della ricerca, forse il cambiamento più interessante degli ultimi cinque anni.

Come funziona BERT?

L’Intelligenza Artificiale tenta di imitare il funzionamento del cervello umano. Allo stesso modo, BERT sfrutta l’IA per interpretare le ricerche degli utenti e trovare immediatamente le informazioni utili sul web.
I ricercatori di Google hanno dovuto effettuare diversi test prima di raggiungere tali risultati. Hanno selezionato un migliaio di frasi di senso compiuto e ad un certo punto, hanno rimosso circa il 15% delle parole mettendo alla prova BERT.
L’algoritmo è stato capace di analizzare il significato di una parola, in relazione al contesto.

Mediante questo allenamento costante, BERT ha ricostruito le frasi per come erano state elaborate originariamente, imparando a comprendere anche le più piccole sfumature che si celano dietro al significato di ogni parola.

Perché BERT è importante?

L’introduzione del nuovo algoritmo di Google costituisce un importante progresso nella storia del web. Ciò significa che, BERT analizzerà le parole digitate sulla barra e proporrà dei risultati pertinenti alla ricerca effettuata dall’utente.
Secondo i ricercatori di Google, questo aggiornamento potrà avere un’influenza di circa il 10% sulle query. Con molte probabilità, la modifica condizionerà non poco il modo di interagire con il motore di ricerca più noto al mondo.
Pandu Nayak aggiunge ancora nel blog che, applicando agli snipper ed al posizionamento i modelli BERT, si potranno ottenere dei risultati più idonei alla ricerca effettuata. Tali progressi non sono da attribuire solamente al software, ma anche all’impiego di un nuovo hardware, ovvero il TPU cloud.

Come funziona BERT: esempio pratico

Solitamente, per cercare un’informazione sul web si digita oppure si pronuncia una query. Ma chi può dire che le parole utilizzate siano effettivamente corrette? Non si può essere mai abbastanza sicuri della giusta formulazione di una domanda.

Il compito di Google, quindi, è quello di comprendere innanzitutto la lingua, anche quando potrebbero esserci degli errori ortografici o grammaticali.
Il problema nasce quando vengono proposte delle query particolarmente complesse oppure conversazionali. Alcuni preferiscono utilizzare le cosiddette keywords, pensando che il sistema possa comprendere, mentre forse sarebbe più semplice formulare una domanda.
Per capire meglio il funzionamento di BERT, i ricercatori di Google hanno riportato sul blog un esempio pratico. Hanno digitato sulla barra di ricerca una frase del tipo: “Il viaggiatore brasiliano 2019 negli Stati Uniti ha bisogno di un visto”.

A questo punto, l’algoritmo di Google, a differenza dei tradizionali, è stato in grado di riconoscere l’importanza anche delle preposizioni. I vecchi sistemi interpretavano la frase erroneamente, restituendo risultati di cittadini statunitensi in viaggio verso il Brasile e non il contrario, come invece solo BERT è stato capace di analizzare e comprendere.
BERT è già attivo da qualche tempo negli Stati Uniti.

Attualmente è in fase di implementazione per l’interpretazione delle domande formulate esclusivamente in lingua inglese. Il team di Google assicura che molto presto l’algoritmo arriverà negli altri Paesi del mondo.

E tu che ne pensi? Il tuo sito è ottimizzato? CONTATTACI e valuteremo insieme le opportunità di sviluppo e miglioramento della tua presenza online!

5 elementi fondamentali per il successo del tuo marketing locale

Non basta fare marketing solo sulla sede principale e sul brand, serve un’attività focalizzata su ogni sede secondaria o punto vendita.

L’interessante articolo apparso su Marketing Land in cui si parla delle attività di marketing locale ci ha dato ottimi spunti di riflessione sulle strategie e le tattiche che le aziende con diverse location o punti vendita devono implementare.

Le ricerche USA prevedono che le imprese statunitensi di tutte le dimensioni spenderanno 154,6 miliardi di dollari in pubblicità locale nel 2020. La crescita del marketing locale è guidata dalla bassa disoccupazione e dall’ottimismo generale per la crescita futura, che ha portato a una maggiore spesa dei consumatori e al desiderio degli inserzionisti di catturare quelle somme.

Nel report Soluzioni di marketing locale per aziende multi-location di MarTech viene preso in esame il mercato in crescita delle soluzioni di marketing locale e vengono identificati i 5 elementi fondamentali per il suo successo:

  • Gestione degli elenchi aziendali
  • SEO locale
  • Landing page
  • Monitoraggio e gestione della reputazione
  • Advertising online

Il rapporto citato approfondisce ciascuno di questi cinque elementi  ed esamina le ultime tendenze, opportunità e sfide per i brand che commercializzano localmente.

 

Cosa è necessario fare quindi?

Gestione degli elenchi aziendali

Gestisci i tuoi dati aziendali in motori di ricerca, directory, mappe e social network e mantieni coerenti e corrette le tue schede di attività su internet. È fondamentale rivendicare i tuoi elenchi locali fornendo informazioni accurate ai motori di ricerca e alle directory online (vale a dire Google, Facebook, Apple Maps, Bing e Yelp). Nei settori dei viaggi e dell’ospitalità, i marchi trarranno vantaggio anche dalla rivendicazione di annunci su siti come Kayak, TripAdvisor o OpenTable. Anche aggregatori di dati come Acxiom (recentemente acquisito da Interpublic Group), Factual, Infogroup e Yext sono luoghi importanti da presidiare.

SEO locale

Le pagine locali devono essere trovate sia in maniera autonoma sia attraverso il sito della sede principale. Questo significa localizzare ciascun sito web delle sedi secondarie, ottimizzando nome, indirizzo, numero di telefono, orari, etc.

Landing page locali

Ogni sede secondaria deve avere una propria landing page adattabile ai dispositivi mobili. I consumatori ti stanno cercando localmente – spesso in viaggio – e una landing page locale può essere l’hub su cui concentrare tutti gli sforzi di marketing locale e di SEO. La pagina web cattura la domanda dei consumatori, semplifica le attività di marketing e fornisce metriche per l’ottimizzazione della campagna successiva.

Monitoraggio e gestione della reputazione

I principali siti di ricerca e recensione attribuiscono un peso significativo alle recensioni online. Il conteggio e il punteggio delle recensioni di Google sono presi in forte considerazione nelle classifiche di ricerca locali, il che significa che il ranking locale di un’azienda migliorerà il numero di recensioni e valutazioni positive che hanno. Le recensioni dei clienti sono tra i contenuti di marketing più efficaci a disposizione delle aziende e hanno il massimo potenziale per influenzare nuovi utenti.

Advertising online

La strategia di marketing digitale deve essere necessariamente affiancata ad un’efficace campagna pubblicitaria localizzata nell’area di pertinenza di ogni sede secondaria o punto vendita, sia nella rete di ricerca sia nei social media.  I consumatori si aspettano contenuti locali e di rilevanza personale. Annunci sponsorizzati su Google.com e Google Maps è un modo per i brand di connettersi con i consumatori mobili e favorire conversioni offline. La personalizzazione dei messaggi per gli utenti in una particolare area geografica può comunicare le giuste informazioni promozionali per ogni punto vendita e comunicare “vendite flash” offline tramite il digitale.

La tua Azienda è pronta per il marketing locale?

Prima di avviare qualsiasi attività di marketing locale, sarebbe opportuno porsi le seguenti domande:

  • Hai identificato la strategia e i tuoi obiettivi locali?
  • Hai stabilito KPI e messo in atto un sistema per tracciare, misurare i risultati?
  • Hai nel tuo staff le giuste risorse umane?
  • Puoi investire nella formazione del personale?
  • Chi attuerà e gestirà le soluzioni di marketing locale?

Noi di Digitools abbiamo diverse proposte di marketing per le aziende con diversi punti vendita sul territorio, CONTATTACI! Saremo felici di presentarti soluzioni e casi di successo!

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la trasformeremo in progetto.

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